Il Festival del Giornalismo prova con il crowdfunding

La conferenza stampa di Arianna Ciccone

Aggiornamento 21 ottobre 2013 

È in corso all’Hotel Brufani di Perugia la conferenza stampa voluta da Arianna Ciccone e Christopher Potter per discutere dello stop all’edizione 2014 del Festival Internazionale del Giornalismo, in assenza di rappresentanti delle istituzioni pubbliche. In particolare si è discusso del tema dei fondi, difficili da reperire, nonostante il successo delle precedenti edizioni. “Visto come siamo stati trattati” ha detto Arianna Ciccone “la storia con gli enti pubblici finisce qui, raccoglieremo fondi dal basso, ci sono arrivate mail da tutte le parti del mondo e ci attiveremo in questo senso. L’ottava edizione, se ci sarà, si sosterrà con il crowdfounding”.  Le tempistiche, come ha sottolineato la direttrice del Festival, sono ormai molto strette visto che le risposte sui finanziamenti sono arrivate troppo tardi. 

#ijf14 @_arianna annuncia di aver accettato la proposta di #crowdfunding per l’ottava edizione, piattaforma internazionale: @kickstarter

— Anna Masera (@annamasera) October 21, 2013

.@_arianna: uno sponsor ci ha offerto 5 volte quello che chiedevamo, a patto che spostassimo #ijf14 in un’altra città, abbiamo detto di no.

— Marina Petrillo (@alaskaRP) October 21, 2013

I due organizzatori del Festival hanno rifiutato in diretta un finanziamento pubblico di 160mila euro. In sette anni, hanno sottolineato Ciccone e Potter, al Festival sono arrivati 522.500 euro dal Comune, dalla Regione e dalla Camera di Commercio. In totale. E in particolare è stato di 62mila euro il contributo offerto dal Comune di Perugia. “Stando così le cose, non so nemmeno se il prossimo Festival verrà fatto a Perugia, non è affatto scontato. La gara è aperta”. 

La vera domanda che bisogna porsi è se il Festival debba essere considerato un costo oppure un investimento. 

Il video della conferenza stampa all’hotel Brufani di Perugia: 

 https://www.youtube.com/embed/bMQc_IgS4q4/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

Pubblichiamo la lettera uscita sul sito del Festival internazionale del giornalismo di Perugia firmata da Arianna Ciccone che spiega i motivi dello stop della rassegna che è stata fondata nel 2006 da lei e Christopher Potter.

Ci sono momenti in cui capisci che ti devi fermare. Che la vera forza, il vero coraggio è dire: grazie, ma no. È quello che è successo a me e a Chris con il Festival, una parte molto importante della nostra vita.

Per capire perché dovrei raccontare tutta la storia del Festival: com’è nato, le mille difficoltà, gli errori, com’è cresciuto, com’è diventato un piccolo miracolo in un paese dove il talento, quando ottiene risultati, sembra un’anomalia da risolvere e non da premiare. Senza agganci politici o conoscenze, una napoletana e un inglese decidono di mettere su un evento internazionale sul giornalismo, in Italia. Roba da matti.

Quando ebbi l’idea eravamo in giardino, da giorni parlavamo di come era frustrante lavorare per gli enti organizzando eventi culturali. La voglia di fare una cosa in proprio era sempre più forte: sapevamo esattamente cosa fare e come farlo. «Chris, facciamolo noi: facciamo un festival internazionale del giornalismo». «Bell’idea, amore – la risposta di Chris andrebbe letta con il suo accento anglo-napoletano – ma impossibile da realizzare». E così me ne andai in giro con il mio foglietto A4 e il format di un evento sull’informazione che è esattamente il Festival che oggi tutti conoscete. Cercavamo sostegni istituzionali e finanziatori. Non è stato affatto facile. Anche il mondo del giornalismo mainstream italiano (a parte alcune eccezioni, da cui poi sono nate amicizie) era scettico nei nostri confronti: “Chi sono questi due che vogliono parlare di noi?”, era giustamente il loro punto di vista… Per nostra fortuna si era già in fase distruptive e in questo le dinamiche della Rete – sempre sia benedetta – hanno fatto da testa di ariete.

La prima edizione, con molti sforzi, riuscimmo a metterla su con 80mila euro… Se ci penso oggi! Una follia, ma la risposta del pubblico fu immediata, spiazzante. Facemmo un sacco di errori, il programma era – come dire – conservatore, senza vere spinte innovative. Le critiche da questo punto di vista – ciao Luca Conti, come va? – ci fecero molto bene. Dalla seconda edizione si creò una piccola magia: c’erano persone che volevano partecipare con le loro idee, le loro proposte (mitico “popolo del web”). Era l’economia del dono, solo che non lo sapevo. Si mise in moto una rete di conoscenze e saperi a disposizione del Festival, e il programma si arricchì, lo vedemmo crescere di anno in anno, ampliare e intensificare il suo taglio internazionale (moltissime proposte arrivano ogni anno anche da giornalisti, esperti e istituzioni straniere). Così in pochi anni #ijf è diventato uno degli eventi sul giornalismo più importanti e apprezzati a livello internazionale. Non è una storia incredibile?

Continua a leggere sul sito del Festival Internazionale di Giornalismo di Perugia

Arianna Ciccone

*Fondatrice International Journalism Festival @journalismfest e blog collettivo valigiablu.it

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