Metà degli italiani non spera più di trovare un lavoro

Pessimismo da crisi

Se, per citare Tonino Guerra, l’ottimismo è il profumo della vita, con la crisi agli italiani non è rimasto neanche quello: nell’Italia del 2013 dilaga il pessimismo. Sarà forse perché per il 19% delle famiglie lo stipendio che arriva a fine mese non basta per pagare tutto quello c’è da pagare. Una famiglia su quattro, poi, ha difficoltà a rispettare le scadenze fiscali e oltre il 72% non riesce ad affrontare spese impreviste, come riparazioni della casa, dell’automobile o spese mediche.
La soluzione, per la metà di loro, è tagliare i consumi. Lo dice l’ultimo rapporto Censis-Confcommercio sulla fiducia e le aspettative delle famiglie italiane relativo al secondo trimestre 2013, secondo cui nel nostro Paese cresce il senso di sfiducia e smarrimento: rispetto a un anno fa gli ottimisti sono passati dal 37% al 30% e gli incerti sono raddoppiati, passando dal 16 al 33 per cento.

Nell’anno in cui i consumi pro-capite sono tornati ai livelli del 2000, più di 17 milioni di famiglie (il 69%) ritengono che le capacità di spesa e di consumo siano peggiorate rispetto al 2012. Soprattutto al Sud. «Anni di crisi persistente hanno reso il Paese impaurito e fiaccato», spiegano Censis e Confcommercio: quasi la metà degli intervistati teme di non poter mantenere in futuro l’attuale tenore di vita, più della metà ha difficoltà a risparmiare. 

Quali difficoltà pensa di incontrare nella crisi attuale?

Tra entrate e spese, il 67% degli intervistati ha dichiarato di essere andato in pari negli ultimi sei mesi. Ma il 19% ha speso più delle entrate mensili: 4,7 milioni di famiglie che hanno dovuto fare ricorso o ai risparmi o ad altri espedienti. Si diffonde, secondo il rapporto, la tendenza a posticipare alcuni pagamenti – come le bollette, le rette scolastiche, le spese condominiali. Diminuisce, invece, la percentuale di chi ricorre ai risparmi, dal 59% di marzo 2012 al 43% attuale, con un conseguente maggiore ricorso ai prestiti in banca (quasi raddoppiato negli ultimi sei mesi). 

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Davanti a una coperta sempre più corta, a risentirne maggiormente (com’era prevedibile) sono i consumi degli italiani, sempre più compressi. Si diffondono i cosiddetti comportamenti “contenitivi” di alcune voci del budget familiare: a risentirne sono soprattutto lo svago e il divertimento (68%), gli spostamenti (53,5%) per risparmiare sul carburante, i consumi alimentari (48%). E c’è anche chi (14,3%) ha venduto piccoli oggetti d’oro per ricavare soldi liquidi. 

Quali comportamenti ha messo in atto negli ultimi due anni fra quelli elencati?Paura e disorientamento, oltre che pessimismo, si diffondono soprattutto riguardo all’occupazione. Un mondo del lavoro deteriorato e sempre più precario alimenta le paure per l’immediato futuro: tra gli occupati, circa 3 milioni (14,5%) temono una riduzione dello stipendio e più di 2 milioni e mezzo (13,7%) temono di perdere il lavoro nei prossimi mesi; mentre tra i disoccupati quasi la metà (48,5%) è convinta che non riuscirà a trovare lavoro. Non è un caso che la prima preoccupazione degli italiani sia trovare un lavoro. E che per la maggioranza quello che il governo dovrebbe fare al più presto per contrastare la crisi sono nuove politiche pubbliche per l’occupazione (per il 55%) e misure per la riduzione delle tasse (42,3%). 

Principali timori delle famiglie

Timori legati al mercato del lavoro

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Twitter: @lidiabaratta

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