Devi risiedere stabilmente da almeno quattro anni per poter votare alle elezioni provinciali, anche se sei cittadino italiano. Ma ti basta avere la cittadinanza da poco meno di due mesi per presentarti come candidato alle stesse elezioni. È quel che succede nella provincia autonoma di Bolzano Alto Adige dove è in corso lo spoglio dei voti per eleggere il presidente della Provincia e i 34 membri del Consiglio provinciale.
La legge elettorale vigente, prevede infatti che solo i cittadini italiani che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età e siano residenti nel territorio della regione Trentino Alto Adige da un periodo ininterrotto di quattro anni possano partecipare al voto.
Eppure, la provincia di Bolzano è la stessa nella quale si è candidata per le fila del Südtiroler Volkspartei (Svp), il partito di lingue tedesca attualmente al governo che rappresenta gli interessi delle minoranze tedesca e ladina della Provincia autonoma di Bolzano, la svedese e neo cittadina italiana Marie Mawe. A 36 anni, la Mawe è responsabile per l’incentivazione dell’insediamento di imprese high-tech presso la Business Location System, impresa altoatesina con sede a Bolzano che fa marketing territoriale. Il suo caso ha destato scalpore in provincia.
Se è vero infatti che la stessa legge elettorale non prevede limiti per chi si voglia candidare, purché abbia compiuto il diciottesimo anno di età e sia residente nel territorio della regione alla data di pubblicazione del manifesto di convocazione dei comizi elettorali, è vero anche che la Mawe ha ottenuto la cittanza italiana in tempi record, sette settimane, in un Paese in cui si attendono anni per ottenerla.
Marie Mawe si presenta insieme agli altri candidati della Svp lo scorso 6 agosto, ancora ufficialmente “straniera”. Il 10 settembre ottiene la cittadinanza e l’11 settembre partecipa al giuramento davanti al sindaco di Bolzano, due giorni prima che scadesse la presentazione delle liste elettorali.
«Marie Måwe: un Sudtirolo che abbandoni la “questione etnica”», titola il giornale locale online Salto in un articolo dedicato alla candidata promotrice di un nuovo multiculturalismo, e contraria alle istanze indipendentiste. Ma mentre i cittadini locali dalla nascita, nella sua Bolzano, non possono votare prima di quattro anni di residenza, la Mawe è diventata italiana con un’istanza lampo. Alla faccia del multiculturalismo.
«Nel suo programma – scrive ancora il giornale locale online Salto – c’è il potenziamento della autonomia speciale dallo Stato centrale, ma solo come strumento per rafforzare la sussidiarietà e avvicinare le istituzioni al cittadino, quindi, combattere la burocrazia. Appunto, è nella burocrazia che allontana il cittadino dallo Stato, provocando disaffezione, che l’Italia è ancora distante dalla sua madrepatria svedese». Pare che la Mawe abbia già iniziato a scalfirla, accelerando pratiche per la cittadinanza che normalmente richiedono anni.