Che partito o coalizione voterebbero gli italiani se dovessero andare alle urne oggi? Cosa pensano della questione politico-giudiziaria che riguarda Silvio Berlusconi e quale soluzione prevedono all’orizzonte? Sull’abolizione dell’IMU e sui servizi locali (trasporti, energia, acqua) cosa penserebbero di un’eventuale privatizzazione. Infine, qual è il leader politico che desidera di più la caduta del governo guidato da Enrico Letta e, fra quest’ultimo e il sindaco di Firenze Matteo Renzi, chi sarebbe capace di fare un lavoro migliore?
A tutte queste domande rispondono gli intervistati dall’Ipsos, l’istituto guidato da Nando Pagnoncelli. Nelle infografiche interattive che presentiamo in partnership con Ipsos, vi invitiamo a cliccare sulle varie opzioni disponibili offerte dalle infografiche interattive (come i diversi segmenti elettorati, tipologie di risposte o le domande proposte) per analizzare nel dettaglio che cosa pensano gli italiani dei quesiti a loro proposti.
Sondaggio realizzato da Ipsos PA per RAI-Ballarò presso un campione casuale nazionale rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne secondo genere, età, livello di scolarità, area geografica di residenza, dimensione del comune di residenza. Sono state realizzate 800 interviste (su 8.525 contatti), mediante sistema CATI, il 25 novembre 2013. Il documento informativo completo riguardante il sondaggio sarà inviato ai sensi di legge, per la sua pubblicazione, al sito www.sondaggipoliticoelettorali.it
Il voto
La scissione del PDL con la nascita del Nuovo Centro Destra conferma le proprie potenzialità: complessivamente il centrodestra ottiene un risultato lievemente migliore del centrosinistra, cosa che non avveniva da tempo. Questo dato è il prodotto di due fenomeni: da un lato il risultato della formazione di Alfano che ottiene voti, oltre che naturalmente dagli elettori degli ex-PDL, anche da parte rilevante dell’elettorato centrista e dall’altro la lieve ripresa di Forza Italia rispetto alla scorsa settimana. Il fenomeno connesso è il progressivo svuotarsi del consenso al centro, con risultati ai minimi per Scelta Civica. Stabile invece il M5S che si colloca al 21% dei consensi.
La vicenda Berlusconi
Il paese si aspetta una chiusura della vicenda della decadenza che si protrae ormai da mesi. Quindi prevale l’idea che Berlusconi vada trattato come qualunque altro cittadino e si ritiene che non debba essere concessa la grazia richiesta a gran voce dal Cavaliere in questi ultimi giorni. Da sottolineare che anche più di un quinto degli elettori del centrodestra sostiene che la grazia non vada concessa. Tuttavia l’esecuzione della sentenza non sembra produrre, nella percezione dei cittadini, la scomparsa di Berlusconi dalla vita politica. Anzi, poco meno del 40% pensa che proseguirà comunque la propria attività politica ed il 18% ritiene che ne uscirà dimostrando l’intento persecutorio della magistratura.
Tasse e servizi locali
La vicenda dell’IMU (e la continua comparsa di nuovi acronimi per le tasse locali) è percepita ormai come una farsa da quasi il 60% dei cittadini, convinti che comunque essa sarà sostituita da altre tasse. Sono solo gli elettori di centrodestra che, per il 58%, ritengono l’abolizione dell’IMU un obiettivo che si deve comunque perseguire. La vicenda di Genova ha di nuovo sollevato l’attenzione sui servizi locali. L’idea della privatizzazione è respinta dal 51%. Ma una robusta minoranza (41%) ritiene che faccia premio l’efficienza dei servizi stessi e quindi la privatizzazione non può essere un tabù. Si tratta di un tema trasversale che tende a dividere tutti gli elettorati. Anche gli elettori pentastellati per il 37% si dichiarano favorevoli alle privatizzazioni.
Le insidie al governo
Tra i tre personaggi politici critici verso il governo, sia pur da posizioni diverse, è difficile individuare chi potrebbe produrre maggiori difficoltà per Letta; Grillo con il 32% è inseguito da Berlusconi (23%) e Renzi (21%). Infine un accenno a Renzi: le difficoltà di governare un paese come il nostro sono evidenti agli intervistati, tanto che poco meno della metà è convinto che se fosse al governo non otterrebbe risultati migliori dell’attuale Presidente del Consiglio, mentre solo poco più di un quarto, cioè decisamente meno del suo consenso potenziale come candidato, pensa che saprebbe fare meglio.