Uno studio pubblicato sul British Medical Journal ha dimostrato che i tagli alla spesa sanitaria adottati in tempo di crisi per ridurre i deficit si traducono «in un parallelo aumento del rischio di morte per cause legate a malattie collegate a questioni sociali, come le cardiopatie…». Lo studio è stato svolto su 15 Paesi europei, Italia inclusa, tra il 1980 e il 2005.
Prevenire un ictus o un infarto ha un prezzo, ma doverlo curare costa molto di più. Ma cosa pensano i cittadini del sistema sanitario italiano? E come è possibile trovare un equilibrio tra innovazione terapeutica, ricerca e sviluppo e sostenibilitàeconomica per garantire loro le cure migliori? Se ne discute durante l’ultima sessione del congresso nazionale del Gruppo di studio aterosclerosi, trombosi e biologia vascolare che si svolge sabato 23 novembre a Bologna. Durante l’incontro Ilvo Diamanti (Demos) presenta i risultati di un nuovo studio condotto da Atbv- Demos sulla percezione del sistema di prevenzione e cura delle patologie cardiache nell’opinione pubblica italiana.
Intervengono tra gli altri: Gianfranco Gensini (Università di Firenze), Ivan Cavicchi (Università Tor Vergata), Carlo Perucci (Agenas), Francesco Bovenzi (ANMCO), Leonardo Bolognese (FIC), Giuseppe Di Pasquale (direttore Dipartimento Medico, Bologna), Filippo Ottani (presidente ATBV), Luca Degli Esposti (Clicon Ravenna), Nicola Magrini (Agenzia sanitaria Emilia Romagna). Modererà Andrea Pozzati (ATBV).
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