Ecco perché il Bitcoin è destinato a sparire

Ecco perché il Bitcoin è destinato a sparire

La valuta virtuale Bitcoin ha recentemente battuto un record dopo l’altro, sfondando prima la quota dei 700 dollari poi degli 800 dollari e infine quella dei 900 dollari per Bitcoin. Niente male per un concetto inventato pochi anni fa. Tanto per fare un confronto, dalla sua nascita L’euro è stato scambiato per un minimo di $1,19 e un massimo di $1,60.

Nonostante la sua crescente fama, Bitcoin come tanti altri esperimenti di creazione di valuta, fallirà: prima o poi cadrà in disuso. Alcuni – come il norvegese che nel 2009 comprò l’equivalente in Bitcoin di $27, rivendendoli per $886,000 – ne trarranno profitto, tutti gli altri invece perderanno i loro euro, dollari o rubli.

La prima ragione per il suo futuro fallimento è che Bitcoin soffre di auto–selezione avversa. Per illustrare questa tendenza, il mio collega, il Professore Diego Salzman, pone la domanda seguente: «Perché esiste?», in altre parole, chi ne approfitta? Salzman individua due gruppi che hanno un forte interesse in questa moneta: gli speculatori e chi ricicla denaro.

Gli speculatori si comportano come fanno sempre: cercano di trovare strategie di investimento, più o meno sofisticate, per trarne profitto. Non a caso, hedge fund e ricchi individui si sono buttati nella mischia. Sospetto che pensino di approfittare delle loro strategie di speculazione affinate in altri mercati invece del vantaggio di muovere somme considerabili per spiazzare i speculatori meno sofisticati. Notiamo che dal 2011 per ben cinque volte Bitcoin ha perso piu del 30% in qualche giorno.

Chi vuole riciclare denaro trova in Bitcoin lo strumento ideale. Queste persone possono usufruire della non–tracciabilità; poiché le transazioni sono criptate e non c’è la guardia di finanza a controllare le frontiere. A meno che non venga fatta una dichiarazione, nessuna autorità può monitorare né verificare l’identità di chi compra e vende Bitcoin. Queste caratteristiche rendono Bitcoin irresistibile a questi due gruppi.

Restano gli idealisti; quelli che per ragioni politico–sociali provano un senso di appartenenza verso questo sistema (per esempio i gestori di certi locali a Berlino). Tuttavia, saranno loro i primi a patire degli enormi  sbalzi nei tassi di cambio. Un ristorante non può cambiare i suoi prezzi tutti i giorni  con fluttuazioni del 50% (altro che la presunta truffa del passaggio al Euro). Sfortunatamente per i più onesti e idealisti, non è possibile (né credo vi sia volontà) di intervenire per impedire che Bitcoin abbia delle fluttuazioni cosi colossali come quelli degli ultimi giorni. Di colpo, il vantaggio di non avere una banca centrale si trasforma in piaga.

Ironicamente, va notato che un sistema come Bitcoin è il più capitalistico e liberale che possa esistere, precisamente perché non c’è governo o entità che possa intervenire per placare l’avidità sfrenata del mercato composto da speculatori e riciclatori di denaro.

Bitcoin può e sarà rimpiazzato, precisamente perché è una valuta tecnologico–scientifica. È stato concepito nel 2008 e introdotto nel 2009. L’ultimo Bitcoin, sarà prodotto nel 2033 da un algoritmo che si impianta su ogni computer. Possiamo credere che questo algoritmo già vecchio di 5 anni sia il pinnacolo della matematica e della tecnologia? Ovviamente no e tra qualche hanno, ci sarà un altro Satoshi Nakamoto* (pseudonimo) che creerà un altra valuta, più sicura e migliore sotto ogni aspetto. 

Eccone la prova: avete mai sentito parlare dei Linden Dollars, quelli che si utilizzano nel mondo virtuale di Second Life? Probabilmente no, e non a caso, paragoniamo il numero di menzioni dei “Linden Dollars” e di Bitcoin nel ultimo mese. Eppure sei anni fa era come Bitcoin in termine di popolarità. Ora, l’unica ragione per la quale si parla di Linden Dollars è per scambiarli in BitcoinPrima o poi, verrà il momento in cui i Bitcoin saranno congedati come la Lira o il Franco con la differenza che le monete e i biglietti si possono e si potranno sempre collezionare.

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