Dodicimila nati in meno rispetto all’anno precedente. Sono i dati della natalità del 2012 diffusi da Istat: il numero medio di nati per donna si attesta a 1,42 (1,29 figli per le cittadine italiane e 2,37 per le straniere) Il dato conferma la tendenza alla diminuzione delle nascite partita dal 2009: oltre 42mila bambini in meno in quattro anni. Il calo delle nascite è da attribuirsi per lo più alla diminuzione dei nati da genitori entrambi italiani, quasi 54mila in meno rispetto al 2008. I nati da genitori entrambi stranieri, invece, sono ancora aumentati, anche se in misura più contenuta rispetto agli anni precedenti e ammontano a poco meno di 80mila nel 2012 (15% del totale dei nati). Se a questi si sommano anche i nati da coppie miste, si ottengono poco più di 107mila nati da almeno un genitore straniero (20% del totale delle nascite).
Ai primi posti per numero di figli, si confermano le rumene (19.415), al secondo le marocchine (12.829), al terzo le albanesi (9.843) e al quarto le cinesi (5.593). Queste quattro comunità raccolgono da sole quasi il 50% delle madri straniere in Italia.
Oltre il 7% dei nati nel 2012 ha una madre di almeno 40 anni, mentre la percentuale dei nati da madri di età inferiore a 25 anni si attesta all”11% del totale. La posticipazione della maternità è molto accentuata nelle italiane. Un bimbo su quattro, inoltre, nasce da una coppia non sposata. Al Centro Nord, in particolare, i nati da genitori non coniugati supera il 30% con picchi del 44% nella Provincia autonoma di bolzano, 36% in Valle d’Aosta, 33% in Emilia Romagna e Liguria, 31% in Toscana e Piemonte.
STRANIERI. Negli ultimi anni si nota, dicono dall’Istat, una diminuzione della fecondità delle donne straniere. Quindi, a meno di una inversione di tendenza verso un deciso aumento della fecondità delle donne italiane, difficile da immaginare, la diminuzione delle nascite è destinata ad accentuarsi. In dieci anni l’incidenza dei nati stranieri sul totale dei nati residenti in Italia è più che triplicata passando dal 4% del 1999 al 12,6% del 2008. I dati più recenti confermano questa tendenza all’aumento, seppur con un ritmo più contenuto: sono oltre 77mila i nati da genitori stranieri nel 2009, 78mila nel 2010, 79mila nel 2011 e poco meno di 80mila nel 2012, pari al 15% del totale dei nati. Se ai nati da genitori entrambi stranieri si sommano anche i nati da coppie miste si raggiunge quota 107 mila nati da almeno un genitore straniero nel 2012 (il 20,1% del totale). Negli ultimi due anni, tuttavia, quest’ultima componente mostra, per la prima volta, una certa stabilità dopo anni di crescita costante.
Sono le regioni del Nord e, in misura minore, quelle del Centro a presentare valori del fenomeno di gran lunga superiori alla media nazionale, ovvero le aree del Paese con una tradizione migratoria più forte e con una presenza straniera più stabile e radicata. Oltre un nato su cinque tra gli iscritti in anagrafe per nascita nel 2012 è di cittadinanza straniera in Emilia-Romagna (24, %), in Veneto e Lombardia (22%). Seguono con valori più contenuti Piemonte e Toscana (19%), Umbria e Marche (18%). Al contrario, in quasi tutte le regioni del Mezzogiorno la percentuale di nati stranieri è decisamente più contenuta (il 5% al Sud e il 4,6% nelle Isole). La regione del Sud in cui la percentuale di nati di cittadinanza straniera inizia ad assumere una certa rilevanza è l’Abruzzo (poco meno del 11%). In media nel 2011, più di un nato su quattro ha almeno un genitore straniero al Nord e più di uno su cinque al Centro, mentre al Sud e nelle Isole le percentuali sono rispettivamente il 7,3 e il 6,8 per cento.
SI DIVENTA MADRI SEMPRE PIÙ TARDI. La distribuzione delle nascite per età della madre fa registrare lo spostamento della maternità verso età sempre più avanzate. La posticipazione delle nascite ha contribuito al forte abbassamento della natalità osservato nel nostro Paese dalla seconda metà degli anni Settanta alla prima metà degli anni Novanta. Successivamente si è registrato un parziale recupero delle nascite precedentemente rinviate in particolare da parte delle baby-boomers, che si è tradotto in un progressivo aumento delle nascite da madri con più di 35 anni ravvisabile soprattutto al Nord e al Centro.
Nel 2012 le donne hanno in media 31,4 anni alla nascita dei figli, circa un anno e mezzo in più rispetto al 1995 (29,8), valore che sale a 32 anni per le madri di cittadinanza italiana.
SETTE NATI SU CENTO HANNO UNA MADRE QUARANTENNE. Oltre il 7% dei nati ha una madre di almeno 40 anni, mentre la proporzione dei nati da madri di età inferiore a 25 anni nel 2012 è pari al 11,1% del totale. Considerando le sole donne italiane la posticipazione della maternità è ancora più accentuata: l’8,2% sono ultraquarantenni e solo l’8,5% ha meno di 25 anni.
Il dato medio nazionale nasconde significative differenze territoriali: il calendario delle nascite è tradizionalmente anticipato nelle regioni del Mezzogiorno, dove la proporzione di nascite da madri italiane al di sotto dei 25 anni è in media del 13% (il 16,8% in Sicilia, il 14,2% in Campania), mentre le madri con almeno 40 anni sono mediamente il 6%; i casi di particolare “invecchiamento” delle madri italiane si registrano in Sardegna, dove la percentuale dei nati da madri ultraquarantenni supera l’11%, nel Lazio, in Liguria e Toscana sopra il 10%.
IN CALO LE MADRI MINORENNI. Continua la diminuzione delle nascite da madri minorenni, pari a 2.124 nel 2012 (erano 2.434 nel 2009), un valore inferiore quasi di un terzo rispetto a quello registrato nel 1995 (3.142 unità). Considerando solo le madri italiane, il valore scende a 1.743 nati (0,4% del totale). Anche questo fenomeno presenta una forte caratterizzazione territoriale. È pressoché trascurabile al Nord, dove in media le nascite da madri italiane minorenni sono lo 0,2% del totale, mentre assume ancora oggi rilievo in alcune regioni del Mezzogiorno: 397 nati in Campania, lo 0,8% dei nati della regione, e 534 in Sicilia, pari all’1,2% dei nati totali.
UN NATO SU QUATTRO HA GENITORI NON CONIUGATI. Sono circa 132mila i nati da genitori non coniugati nel 2012, in linea con l’anno precedente; tuttavia a causa della forte diminuzione dei nati da coppie coniugate il loro peso relativo è aumentato dal 24,5% del 2011 al 24,8% del 2012. L’incidenza del fenomeno è triplicata rispetto al 1995, quando soltanto l’8,1% delle nascite avveniva al di fuori del matrimonio. La geografia è invariata con valori decrescenti man mano che si procede da Nord verso Sud.
FECONDITÀ. Nel 2012 le residenti in Italia hanno avuto in media 1,42 figli per donna, in linea con la diminuzione osservata negli ultimi anni. L’aumento della fecondità registrato a partire dalla seconda metà degli anni Novanta ha subito una battuta d’arresto dopo aver raggiunto il livello massimo di 1,46 figli per donna nel 2010. La riduzione della fecondità ha interessato tanto le donne di cittadinanza italiana, passate da 1,34 figli per donna del 2008 a 1,29 figli per donna del 2012, quanto quelle di cittadinanza straniera passate rispettivamente da 2,65 a 2,37 figli per donna. Va segnalato che la nuova fase di diminuzione si sta realizzando in un quadro di congiuntura economica sfavorevole che verosimilmente sta agendo nel verso di una procrastinazione delle nascite sia per le donne italiane sia per le donne straniere.
I tassi di fecondità più elevati si registrano nelle donne di età superiore a 30 anni, mentre nelle donne più giovani si continua a riscontrare una diminuzione dei livelli di fecondità. Le cittadine straniere, al contrario, hanno un calendario della fecondità decisamente più anticipato: l’età media delle donne alla nascita dei figli è di 28,4 anni rispetto ai 32 delle cittadine italiane.
COME SI CHIAMANO I BAMBINI ITALIANI: FRANCESCO E SOFIA. A livello nazionale il nome Francesco mantiene il suo primato, mentre Sofia è subentrata a Giulia già nel 2010. Nonostante ci siano circa 30.000 nomi diversi per i maschi e altrettanti per le femmine (includendo sia i nomi semplici sia quelli composti), la distribuzione del numero di bambini secondo il nome rivela un’elevata concentrazione intorno ai primi 30 nomi in ordine di frequenza, che complessivamente coprono il 48% di tutti i nomi attribuiti ai bambini e il 41% di quelli delle bambine.
Francesco si conferma il primo nome in quattro regioni del Sud (Abruzzo, Molise, Puglia e Calabria), Lorenzo in quattro del Centro-Nord (Piemonte, Toscana, Umbria e Lazio). Alessandro mantiene il suo primato solo in Lombardia, Friuli Venezia-Giulia, Emilia-Romagna e Marche e Leonardo in Liguria e nella provincia di Trento. Per quanto riguarda le bambine, Sofia è il nome più frequente in più della metà delle regioni italiane senza una particolare connotazione territoriale. Giulia mantiene il suo primato in altre cinque regioni.
Per i bambini, le regioni Campania e Sicilia sono quelle che mantengono una sorta di peculiarità territoriale rispetto alle preferenze espresse a livello nazionale: qui i nomi più comuni sono rispettivamente Antonio e Giuseppe che, pur essendo piuttosto frequenti a livello Italia, si trovano soltanto a metà della graduatoria.
COME SI CHIAMANO I NATI STRANIERI. Si chiamano Adam, Rayan, Mohamed, ma anche Matteo, Alessandro o Davide i bambini stranieri nati da genitori residenti nel nostro Paese. Per le bambine il primato spetta a Sara, seguita da Sofia, Malak e Melissa. Le preferenze dei genitori stranieri si differenziano a seconda della cittadinanza. La tendenza a scegliere per i propri figli un nome diffuso nel paese ospitante piuttosto che uno tradizionale è spiccata per la comunità cinese. I bambini cinesi iscritti in anagrafe per nascita si chiamano Matteo, Andrea, Alessandro, Angelo, ma anche Kevin, Alex; il nome più frequente scelto per le bambine è Sofia, seguito da Elena, Elisa e Emily. Un comportamento opposto si riscontra per i genitori del Marocco, dell’India, della Tunisia e del Bangladesh, che raramente scelgono per i loro figli nomi non legati alle tradizioni del loro Paese d’origine.