Ci piacciono proprio tutti, i giochi. Dai gratta e vinci da un euro a quelli più costosi. Purché si gratti, insomma. Dal Superenalotto che fa sognare case alla Robert De Niro in Casinò alla cara vecchia schedina delle partite di pallone. Fino alle pericolose slot machine che sono spuntate come funghi nei bar, dal tabaccaio e ora persino in un supermercato di Forlì. Diceva Robert De Niro alias “Asso” nel film di Martin Scorsese: «La regola fondamentale è farli continuare a giocare e farli continuare a tornare. Più giocano e più perdono. Alla fine becchiamo tutto noi».
Perché giocando, bisogna dirlo, nella maggior parte dei casi si perde. E anche tanto. Cosa che dovrebbero sapere i 790mila a rischio dipendenza da gioco nel nostro Paese di cui parla Il Sole 24 ore:
… Esiste anche un’ampia fascia, definita con il nome di “giocatori problematici”, formata dalle persone che, secondo le classificazioni internazionali in uso nel settore, manifestano un modo di giocare che può esporre al rischio di sviluppare una dipendenza. Questa fascia rappresenta sì una minoranza, ma assolutamente non trascurabile, della popolazione adulta del nostro Paese: l’1,65%, ovvero 790mila italiani. Un dato che, confrontato con quello di altri Paesi europei, pone l’Italia nella fascia mediana.
Il problema è che slot machines e altre tipologie di gioco hanno cambiato l’aspetto del fenomeno rispetto a qualche decennio fa. Se da una parte tutti si sono detti concordi che un ritorno a politiche protezionistiche non avrebbe alcun senso, in quanto semplicemente svierebbe gli introiti del comparto verso l’illegalità, d’altra parte, come è stato sottolineato da Marco Dotti, docente all’Università di Pavia e collaboratore della rivista Vita, «le macchinette hanno trasformato il posto ove sono situate – il bar – da luogo di socialità a luogo di isolamento. Davanti a una macchinetta per giocare non vi è né esperienza (intesa come “capacità di imparare”, ndr) né regola. È necessario che al gioco venga restituita la capacità di costituire socialità». CONTINUA A LEGGERE
Socialità, appunto. Qualcuno deve averci pensato, se a Forlì le slot machine sono spuntate persino in un supermercato. Proprio all’ingresso, tra ristoranti e fast food. Per fare più socialità, appunto. Certo. Da Il Fatto Quotidiano romagnolo:
Sono state installate proprio all’ingresso, tra ristoranti e fast food. E quando qualcuno vince, “il suono – raccontano i cittadini di Forlì – è simile a quello dei fuochi d’artificio”. Hanno scatenato una vera e propria “ondata di indignazione” le slot machines che il centro commerciale Punta di Ferro ha deciso di collocare all’entrata del supermercato come promozione per incentivare i consumatori all’acquisto. Macchinette che non sono del tutto uguali a quelle che si trovano nei bar e nelle tabaccherie, la vincita infatti non è corrisposta in denaro ma in buoni spesa, ma che “invogliano i clienti a tentare la fortuna”. Prive tra l’altro del divieto di gioco per i minorenni, che pure affollano il supermercato usualmente. “Le hanno posizionate nell’area ristoro – racconta Marco Dori, fondatore del comitato Slot Mob di Forlì, impegnato nel contrasto al gioco d’azzardo – a due passi dal McDonald’s e dal ristorante messicano. Certo, sono diverse dalle slot che si trovano altrove, tuttavia immettono la cultura del gioco in un contesto che dovrebbe esserne indenne: quello del centro commerciale dove le famiglie vanno a fare la spesa”. CONTINUA A LEGGERE
Non per altro, ma le slot continuano a solleticare le fantasie delle mafie per riciclare denaro non proprio pulito. Il sequestro del bingo di Casoria (Napoli) avvenuto questa settimana è uno degli esempi. Da La Repubblica di Napoli:
Sequestrato il Bingo di Casoria nell’ambito di un’operazione della Direzione investigativa antimafia. Sono stati sequestrati anche molti altri beni riconducibili all’imprenditore campano Gennaro Boanelli, proprietario dei magazzini Mas e del marchio Jenny Fur, considerati la mecca del risparmio capitolino, e situati nel rione Esquilino. Il sequestro ha riguardato sale giochi, ville, auto, moto dislocati tra Roma, Napoli ed Empoli, per un valore di 150 milioni di euro.
La Dia ha appurato che Gennaro Boanelli – al quale sono stati sequestrati beni per 150 milioni di euro – sarebbe riuscito ad reinserire, nel mercato finanziario e commerciale regolare, risorse accumulate illecitamente. La disponibilità di ingenti capitali finanziari gli ha permesso di acquisire, in modo diretto o indiretto, il controllo e la gestione di attività economiche in vari settori, prediligendo quelli dell’abbigliamento, dell’edilizia e del gioco d’azzardo, attività utilizzate per “ripulire” il denaro. CONTINUA A LEGGERE
Ma a Roma non ci stanno. E dopo l’esperimento lombardo e l’allarme dell’Università lateranense, anche nella Capitale arriva il bollino “slot free”. Dall’Ansa:
Il centro storico di Roma dichiara guerra al gioco d’azzardo. Arriveranno a breve i bollini ‘Slot free’ da applicare sulle vetrine dei locali virtuosi che scelgono di non mettere al loro interno slot-machines e videopoker. A stabilirlo una delibera in discussione nel I Municipio. “Abbiamo previsto un bollino Slot free- spiega il mini-sindaco Sabrina Alfonsi – per le attività commerciali che non hanno all’interno videopoker”. Per questi locali anche contributi economici. CONTINUA A LEGGERE SU ANSA
Per chiudere, una buona notizia. Il presidente di Sistema Gioco Italia, Massimo Passamonti, ha aperto alla riduzione delle macchinette sparse nel nostro Paese per 40mila unità. E si dice disponibile a un ulteriore taglio. Da Vita:
«Il primo step sarà l’eliminazione degli apparecchi da quegli esercizi che per loro natura non possono garantire un adeguato controllo nei confronti del gioco minorile, insieme all’eliminazione di attività di gioco da tutti gli esercizi al di sotto di una metratura minima di 20 mq. Abbiamo anche proposto un contingentamento massimo pari a non più di 4 AWP(Amusement With Prizes – tipologia di slot machine) per esercizio (oggi il limite è a 8 ndr)».
In questo modo si otterrebbe la riduzione di circa 11 mila punti di vendita e di circa 42mila AWP. Per Passamonti in un secondo momento lo stesso trattamento andrebbe a toccare le VLT (Video Lottery Terminal). CONTINUA A LEGGERE