BANGKOK – Era iniziata circa un mese fa come una piccola protesta nella parte vecchia della capitale. Ma martedì 26 novembre, i manifestanti anti-governativi thailandesi sono passati all’azione e hanno occupato due ministeri e un altro dipartimento, come riporta l’Ansa. Un blitz pacifico che costituisce tuttavia un’escalation nel tentativo di far cadere il governo di Yingluck Shinawatra, col rischio di riportare alla luce tensioni politiche e sociali solo accantonate negli ultimi anni in una Thailandia sempre più spaccata. Alla guida della protesta c’è l’ex vicepremier Suthep Thaugsuban, dimessosi da parlamentare per diventare a tutti gli effetti un capopopolo, alcune migliaia di manifestanti hanno fatto prima irruzione nel ministero delle Finanze, occupando l’edificio senza incontrare resistenza; dopo aver preso il controllo anche del dipartimento delle Pubbliche relazioni, in serata la folla ha invaso il complesso del ministero degli Esteri, imbastendo un bivacco all’esterno.
La polizia thailandese ha ottenuto un mandato d’arresto contro l’ex vicepremier Suthep Thaugsuban, che guida la protesta anti-governativa che da ieri occupa alcuni ministeri a Bangkok.
Obiettivo dei manifestanti è «lo sradicamento del regime Thaksin», in riferimento all’ex premier e fratello di Yingluck, che dall’auto-esilio guida il governo sfuggendo a una condanna a due anni per corruzione ricevuta nel 2008. In serata, Yingluck (si pronuncia «iing-lak») ha attivato la Legge di sicurezza interna, un provvedimento simile allo stato di emergenza. Ma è improbabile che il governo pensi di passare alla forza.
I manifestanti, inizialmente scesi in piazza contro una legge di amnistia politica che avrebbe consentito il ritorno di Thaksin, hanno cambiato etichetta ma rimangono l’espressione dell’elettorato nazionalista e monarchico, formato dalla classe medio-alta di Bangkok e da attivisti del Sud, tradizionale feudo dei Democratici. L’opposizione, che dal 2001 ha subito pesanti sconfitte in tutte le cinque elezioni vinte da Thaksin, sa che un ritorno al voto non sposterebbe gli equilibri. (Ansa)