MARRAKECH – Una ragazza siede al tavolo di un ristorante di Piazza Jamaa el Fnaa con il fidanzato. Indossa pantaloni ampi che si stringono alla caviglia, una t-shirt bianca e un velo al collo. La borsetta è piccola e luccicante. Uno stile così tanto “finto orientale” da stridere forte con le baboush indossate dalle ragazze marocchine, arrivate nella grande piazza di Marrakech per lo struscio serale. Non sono gli unici. Basta alzare lo sguardo per accorgersi che il venerdì sera la Jeema el Fnaa cambia colore. Diventa bianca, pallida come i turisti europei sbarcati in massa all’aeroporto Marrakech-Menara.
È l’“effetto Ryanair”, programmato dal saggio re Mohammad VI fin dal 2004. Voleva portare i turisti in massa in Marocco, e ce l’ha fatta. Nell’autunno 2013 non ci sono solo i grupponi organizzati, per lo più di pensionati, ad affollare i suq e i riad della città. Non più solo i “backpakers”, i ragazzi zaino in spalla che arrivano qui dopo un tour delle città d’Europa. Marrakech è una città da week end, e le eleganti coppiette europee vi sbarcano a decine il venerdì sera.
Era il 2006 quando in Marocco entrava in vigore la liberalizzazione dei cieli prevista dal piano Open Sky. A guidare le trattative tra Marocco ed Europa – le prime avviate dall’Ue con un Paese non europeo, se si eccettuano gli Usa – ci furono l’allora ministro dei Trasporti marocchino Karim Ghellab e il vice presidente della Commissione europea incaricato dei Trasporti, Jacques Barrot. L’obiettivo di medio termine era di raggiungere i 10 milioni di turisti in Marocco entro il 2010, quello di lungo termine 20 milioni nel 2020.
«L’accordo Open Sky, scrive L’Economiste, giornale marocchino in lingua francese, è stato senza dubbio un successo per il Marocco, poiché ha permesso, nel giro di tre anni, di realizzare un aumento dei passeggeri internazionali verso il Marocco del 60%». A trarne vantaggio, soprattutto le compagnie europee low cost.
Secondo i dati diffusi dall’aeroporto di Marrakech, a guidare la classifica per traffico generato al Menara è l’irlandese Ryanair, con il 25,84% di traffico Segue l’inglese EasyJet. Terza la compagnia di bandiera, la Royal Air Maroc, che denuncia sempre più spesso, riferiscono i giornali locali, la concorrenza “sleale” del low cost, che vende biglietti “a prezzi tanto bassi da non avere nessun guadagno”. «Le compagnie low cost – scrive L’economiste – hanno aumentato la loro capacità di posti da 200.000 a quasi 8 milioni nel 2011. Manna dal cielo per il Marocco che ha lo scopo di aumentare il numero di turisti a 20 milioni da qui al 2020».
Un fenomeno che ha messo il turbo nel corso dell’ultimo anno. Tra il gennaio e l’agosto del 2013, i passeggeri che hanno messe piede nell’aroporto di Marrakech sono stati 2,8 milioni. Il 45% di loro proviene dalla Francia, il 13% circa dalla Gran Bretagna e il 12,3% dalla Spagna. Lo scorso anno, nello stesso periodo, erano 2,2 milioni. Un aumento dell’11,53%. Ecco perché tutte le low cost hanno in programma di aumentare i voli. Ryanair aumenterà quelli da Londra, Madrid, Pisa (il principale nodo della compagnia in Italia) e Memmingen, in Germania. Easyjet rinforzerà invece i voli dalle città di Toulouse, e ne avrà di nuovi da Bâle e Ginevra. Marrakech si sta già preparando. L’aeroporto avrà a breve un nuovo terminal, che porterà la superficie dello scalo da 42.000 mq a 67.000 mq.
La piazza Jamaa el Fnaa intanto si fa buia. I turisti si mescolano alle famiglie marocchine nei cerchi chiusi attorno ai cantastorie. Il venerdì sera, a Marrakech, non è difficile credere che quei canti dialettali vecchi di secoli tra pochi anni saranno anche in inglese, francese, spagnolo e chissà. I turisti facce bianche non resteranno più seri – e delusi – alle battute dei cantori.
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