Gli schiavi prima o poi si ribellano: sarà anche per questa ragione che i progettisti di robot hanno deciso di pensare ad una nuova destinazione per le loro creature. Lo scopo non sarà più quello di rinchiuderli nelle fabbriche per eseguire lavori duri e ripetitivi. I nuovi robot sono umanoidi pensati per interagire con gli uomini in ambiente naturale. Parlano diverse lingue e hanno sensori che permettono loro di avere una vita sociale con le persone. Sembra fantascienza, invece è il trend che sta imponendosi come regola generale del mercato per le imprese che li progettano e li sviluppano.
Il motto che funge la idea regolatrice è che i robot non devono sostituire gli uomini, ma aiutarli e integrarli. Ne hanno parlato i leader dell’industria robotica alla conferenza del Georgia Tech di Atlanta. I punti di applicazione di maggiore interesse sono quelli della medicina, della chirurgia, ma anche quello dell’assistenza per i malati e per gli anziani.
L’entusiasmo viene prodigato a piene mani dagli esperti del settore. Ma vale sempre la pena di domandarsi con Sherry Turkle se questa forma di socialità non ci conduca tutti ad uno stile di vita in cui siamo insieme, ma soli.
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Leggi la storia originale sul New York Times