L’italoamericano democratico Bill De Blasio vince le elezioni per il sindaco di New York, battendo il rivale repubblicano Joe Lotha, superato con un ampio margine. A Park Slope è festa. «Un ringraziamento speciale alla mia famiglia e ai miei amici italiani». Bill De Blasio, il neo eletto sindaco di New York, parla in italiano e dice: «Grazie a tutti». E ricorda i suoi amici e parenti a Roma e a S. Agata dei Goti, in provincia di Benevento.
Il presidente americano, Barack Obama, ha chiamato il neo eletto sindaco di New York Bill De Blasio per congratularsi. Lo comunica la Casa Bianca, sottolineando che Obama ha chiamato anche il neo governatore della Virginia Terry McAuliffe e il neo sindaco di Boston, Martin Walsh. Il presidente Obama «si è congratulato con ognuno di loro per la vittoria e si e’ impegnato a lavorare con loro nei prossimi mesi per ampliare le opportunita’ economiche per le famiglie della classe media delle loro comunità», ha precisato la nota della Casa Bianca
Scherza il nuovo sindaco di New York Bill De Blasio, con i fan che lo abbracciano e gli stringono la mano dopo l’intervento alla festa in suo onore a Brooklyn. E a chi gli chiede se è pronto a fare il sindaco della Grande Mela risponde: «No, non sono pronto».
Il discorso del neo-sindaco subito dopo il risultato delle elezioni
Per i critici di marca ideologica, sponda destra, Bill de Blasio è una scoria del socialismo reale che la storia ha dimenticato di smaltire. Un eversore che ha ingannato tutti con i sorrisi, le battute e le interviste ammiccanti ma in realtà nel profondo del suo cuore ci sono ancora i sandinisti, Castro, la rivoluzione proletaria con barba e giacca di velluto a coste. Persino Bill Ayers, animatore di Weather Underground e conoscente di Obama prima che diventasse sconveniente dirlo in giro, ha speso parole di ammirazione per il candidato democratico. Con lui New York tornerà a essere, sostengono, la «città più a ovest dell’Unione sovietica», come si diceva un tempo. Leggi il resto
Londra o New York? È stata ripresentata in un dibattito l’eterna domanda su quale possa essere considerate la capitale del globo. Per tentare di trovare una risposta LandAid, un’organizzazione non-profit del Regno Unito, ha invitato da una parte Boris Johson, attuale sindaco di Londra e dall’altra Howard Wolfson, vice sindaco di New York (Micheal Bloomberg, primo cittadino della Grande Mela, non ha potuto attendere l’evento a causa di precedenti impegni). Leggi il resto
Nel corso degli ultimi decenni la città di New York ha sofferto la dipendenza dalla Silicon Valley in campo scientifico e tecnologico, con le maggiori scuole d’ingegneria o fisica lontane migliaia di chilometri, sull’altra costa degli Stati Uniti. Per questo il sindaco Michael Bloomberg, attraverso la New York Economic Development Corporation, ha indetto a luglio un appalto fra i più prestigiosi atenei del mondo per realizzare un campus di scienze applicate in grado di trasformare la città in un centro high tech di prima grandezza. Leggi il resto
Chissà se tra qualche anno Tom Wolfe ambienterà un romanzo nella Silicon Alley newyorchese, tra i nuovi “padroni dell’universo”, o se la versione 2.0 del Patrick Bateman di Ellis indosserà una felpa col cappuccio e venderà applicazioni, piuttosto che spostare capitali in abiti gessati. Perché chi identificava il mondo del web e dell’high-tech con il sole della California, il garage di Menlo Park e l’universo creativo di Stanford deve ricredersi. Diecimila posti di lavoro negli ultimi quattro anni, con un aumento del 32 per cento degli accordi di venture capital: New York mira ad insidiare nel lungo periodo il primato della West Coast e a diventare la capitale delle start-up basate sulla rete. Leggi il resto