Se esiste un’affermazione che meglio descrive Amazon, la più strana azienda tech americana è quella pronunciata dal suo amministratore delegato, Jeff Bezos, nel 2009 alla cena dell’Aspen Institute Annual Awards a New York: «per essere innovativi bisogna essere disponibili a rimanere incompresi a lungo». Detto in altre parole, se non capite cosa sto cercando di costruire, aspettate.
Quattro anni dopo, i ricavi e il prezzo delle azioni Amazon sono quasi triplicati ma in molti stanno ancora aspettando di capire. L’azienda di Bezos è cresciuta dai suoi umili inizi nella zona di Seattle, diventando non solo la più grande libreria della storia ma anche il più grande venditore online del mondo, la più grande azienda di web hosting, il più importante competitor di Netflix nello streaming dei video e il quarto produttore di tablet per popolarità. L’every-bookstore è diventato un punto vendita per qualsiasi cosa e ha l’ambizione di diventare il punto vendita ovunque, in ogni angolo del mondo.
Ma cos’è davvero Amazon? Un’azienda retail? Un’azienda media? Un’azienda di logistica? Il mistero dietro alla sua strategia aziendale si infittisce grazie a due fattori. Innanzitutto per il suo ufficio comunicazione, famoso più che altro per la sua non-comunicazione (tre richieste di colloquio con un portavoce Amazon per questo articolo sono state ritardate e infine respinte), questo inevitabilmente spinge qualsiasi discussione sulle intenzioni dell’azienda verso la chiaroveggenza […]
Inoltre, gli investitori hanno sviluppato un amore incondizionato per Amazon, nonostante la reticenza e soprattutto la performance finanziaria dell’azienda. Diciannove anni dopo la sua fondazione l’azienda fatica ad avere profitti – e spesso registra perdite. Amazon è schiacciata da un lato dai suoi stretti margini dovuti alla sua attività di discount retailer dall’altro dalle importanti spese che deve sostenere per essere una azienda di logistica globale. Lo scorso anno ha registrato una perdita di 39 milioni di dollari; per fare un paragone Apple, nel suo ultimo report annuale, ha annunciato un profitto di quasi 42 miliardi di dollari, circa 22 volte quello che Amazon ha mai guadagnato in tutta la sua esistenza. Eppure la capitalizzazione di Amazon, il valore che gli investitori attribuiscono all’azienda, è di circa un quarto di quella di Apple, posizionandola fra le più grandi aziende tech americane.