Perché buttiamo via metà del cibo (buono) che compriamo

Tavola o pattumiera?

Le nazioni occidentali buttano via quasi metà del loro cibo, non perché sia incommestibile, ma a causa di assurdi standard estetici. Tristram Stuart, in questo discorso per Ted, ci parla delle sue sconvolgenti statistiche sullo spreco alimentare, chiamando a un uso più responsabile delle risorse globali.

Come ha detto a Linkiesta Andrea Segrè, preside della facoltà di Agraria dell’università di Bologna e ideatore di Last Minute Market, spin-off accademico per il recupero sostenibile e solidale degli sprechi alimentari, sono almeno otto milioni le tonnellate di cibo sprecato ogni anno. A incidere, spesso la scritta “Da consumarsi preferibilmente entro”. La data la decide il produttore, e il cibo potrebbe essere consumato tranquillamente dopo. Ma buona parte dei consumatori lo butta via. E poi c’è l’eccesso di packaging e l’incapacità di regolarsi con le quantità. 

E, come dimostra il Rapporto Waste Watcher 2013, nemmeno la crisi ci ha resi meno spreconi.

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