Christopher Poole ha fondato 4chan all’età di 15 anni. Da allora sono passati dieci anni e un mese. Nel 2009 il Time ha indicato in Poole l’uomo più influente del 2008. 4chan è un forum che è stato modellato in origine sull’esempio di un sito giapponese dedicato agli appassionati di manga (Twochan.net). Il suo obiettivo era quello di offrire uno spazio online per condividere immagini; ma quello che è accaduto invece è che il pubblico ha preferito frequentare una sezione del sito etichettata Random, o /b/, dove è possibile postare contenuti quasi senza alcuna restrizione formale e di contenuto, in modalità del tutto anonima. In media, ogni mese dai 22 ai 24 milioni di persone consultano circa mezzo miliardo di pagine su 4chan, e quasi tutti passano per la sezione /b/: nel 2008 Gawker ha scritto che
leggere /b/ potrebbe scioglierti il cervello.
Anche il Guardian ha manifestato la sua preoccupazione per gli effetti della frequentazione del forum. Dalle sue pagine si sono sprigionati sulla Rete alcuni dei memi più virali di tutti i tempi: i Lolcats, i Rickrolling, i Chocolate Rain, i Boxxy, i Pedobear. il materiale è effimero: superata la soglia dell’ultima pagina, viene perso per sempre (o meglio, affidato alla circolazione e alla memoria della Rete). Secondo Poole questa struttura di pubblicazione stimola una creatività incessante dal basso, che non aspira a ricompense di nessun genere, a causa dell’anonimato degli autori; ma l’impossibilità di risalire all’identità del creatore offre l’opportunità di produrre e divulgare nella stragrande maggioranza dei casi un genere di materiale affetto da una stupidità che sfida le tesi sulla sopravvivenza del migliore, avanzate dall’evoluzionismo darwiniano.
Se Google distilla intelligenza semantica da volumi giganteschi di dati insignificanti, 4chan stimola stimola menti potenzialmente senzienti a vomitare tutta l’idiozia di cui sono capaci. Ma quando la mole di insensatezza raggiunge dimensioni così monumentali, non si può non avvertire l’emozione del sublime descritta dallo Pseudo Longino. Tuttavia l’estasi afferra lo spettatore del nubifragio solo se è al sicuro sulla terraferma; e non credo che noi possiamo sentirci altrettanto al riparo.
In ogni caso Selena Larson non interroga Poole su questi temi, né cerca di sondare le connessioni tra 4chan e il meme di Anonymous; non sembra nemmeno interessata a scoprire quale sia il pensiero del suo interlocutore sulla cultura nerd che si coltiva nel suo forum, o in che modo interpreti le accuse di incentivazione della pedofilia che sono state rivolte al suo sito. Di Poole sappiamo che fino al 2008 ha tenuto nascosta la sua identità, e che fino ad allora nessuno nella sua famiglia avesse idea delle attività internet del giovanissimo imprenditore; sappiamo anche che non ha voluto guadagnare nemmeno un dollaro da 4chan, e che i suoi progetti finanziari si sono sviluppati su altri due siti di recente formazione, Canvas e Drawquest. Credo però che la questione più interessante sia il modo in cui il datagate ha rovesciato di segno l’interpretazione dell’anonimato tutelato dai forum di Poole: l’assenza delle procedure di identificazione ha perso la sua sinonimia con la clandestinità ed è diventata un modello eroico di senso civico. Contrariamente a Google, Facebook, Yahoo!, 4chan non può nemmeno essere tentato dall’idea di consegnare all’NSA i dati di nessuno.
L’NSA si è macchiata anche della colpa di questa nuova superstizione.
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