Non è semplice muoversi nel confuso e variegato mondo dei social network: capita che si facciano molti errori. Ad esempio, sottovalutare l’importanza della loro gestione. Ma ce ne sono altri molto comuni, e che riguardano, soprattutto, il modo in cui i social vengono pensati.
Quello che conta, in linea generale, è che si dia valore a quello che si fa. Il tempo sprecato in rete è peggio che mai, perché il mondo corre e chi resta indietro è perduto davvero.
Parlare la lingua sbagliata
In senso metaforico, può succedere che si parli spagnolo in Islanda, o che si postino saggi approfonditi su Instagram. Entrambe le cose, come è evidente, non devono essere fatte. Ogni social network ha una sua funzione principale e un suo linguaggio naturale. Non tutto quello che si può fare su Facebook funziona anche su Twitter, e viceversa. Tumblr, ad esempio, attrae il mondo degli artisti/artistoidi, è il paradiso delle gif. Twitter parla al un pubblico ironico, educato e di città. Occorre saper modificare il linguaggio del proprio contenuto rispetto al contesto con cui si vuole renderlo virale. E non è facile come sembra.
Seguire idee passate che provengono da un tempo che non c’è più
Più o meno come le pubblicità di sigarette, che ora sono anche illegali. Una volta bastava un cow boy in televisione, a piedi o a cavallo, per colpire il consumatore. Oggi non più: le persone si sono raffinate, le tecniche sono più complesse. Se chi vuole vendere usa i social network per vendere, appunto, chi dovrebbe comprare usa i social network, invece, per divertirsi. Il trucco migliore è: diventare parte del divertimento.
Su Instagram, allora, è meglio non interrompere una serie di immagini piazzando un coupon. Un’altra immagine invece funziona meglio, anche se pubblicitaria.
Insistere sulle presentazioni del prodotto
Molto meglio insistere sulle emozioni, dare idee, raccontare storie senza finire nella solita réclame. Bisogna saper condividere cose e momenti con le persone, che comunque sono scafate e sanno già di cosa si tratta. Solo in seguito si potrà rivelare la ragione del “gioco”, delle iniziative. E sarà senz’altro apprezzato.
Ostinarsi a voler creare le “onde”
Le onde vanno seguite. Cercare di crearle è come voler fare surf quando il mare è piatto. No, non si fa e non si può nemmeno. Piuttosto, serve riuscire a cogliere al volo quelle che nascono e crescono e seguirle con tempestività. Una questione di sensibilità, senza dubbio, ma anche di allenamento.
Non capire che il mondo va veloce, e così dovranno essere le narrazioni
Ormai non si può passare la vita intera a capire come funziona il mercato dei media. Solo perché il mercato dei media cambia e sta cambiando in ogni momento. Per cui, se si decide di insistere (e si fa bene) nel raccontare le storie del marchio sui social, sperando che questo si traduca in un aumento delle vendita (come è molto probabile), bisogna essere pronti a farlo in modo veloce, con micro-contenuti, seguendo e cavalcando le onde, accelerando. Chi medita troppo perde l’attimo.