Gli autonomi colpiti il doppio dalla crisi

Il disagio e le proteste

Padroncini dei Tir, artigiani, commercianti, agricoltori. Sono le categorie che in questi giorni stanno protestando in tutta Italia sotto l’etichetta (forse più mediatica che reale) di movimento dei forconi. Come evidenzia un’indagine della Cgia di Mestre, le difficoltà che hanno colpito il mondo delle partite Iva emergono in maniera evidente da un semplice confronto: tra il 2008 (inizio della crisi) e il settembre di quest’anno (ultimo dato disponibile) hanno chiuso l’attività 415.000 partite Iva. I più colpiti da questa moria sono stati i lavoratori in proprio, ovvero gli artigiani, i commercianti e gli agricoltori, scesi nello stesso periodo di 345.000 unità. 

In quasi sei anni di crisi economica, la variazione dell’occupazione degli indipendenti è stata del -7 per cento. Nel medesimo periodo, per ogni cento lavoratori autonomi, quasi 8 hanno chiuso i battenti, mentre per i dipendenti l’incidenza è stata del 3,3 per cento.  «In proporzione – sottolinea il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – la crisi ha colpito in maniera più evidente il mondo delle partite Iva rispetto a quello del lavoro dipendente. In termini assoluti, la platea dei subordinati ha perso 565.000 lavoratori, mentre in termini percentuali è diminuita solo del 3,2 per cento, con una quota del numero dei posti di lavoro persi sul totale della categoria pari al 3,3 per cento. Tassi, questi ultimi, che sono meno della metà di quelli registrati dai lavoratori indipendenti».

Occupazione: la crisi ha colpito più gli autonomi | Infographics

«A differenza dei lavoratori dipendenti – prosegue Bortolussi – quando un autonomo chiude l’attività non dispone di alcuna misura di sostegno al reddito. Ad esclusione dei collaboratori a progetto che possono contare su un indennizzo una tantum, le partite Iva non usufruiscono dell’indennità di disoccupazione e di alcuna forma di cassaintegrazione o di mobilità lunga o corta. Spesso si ritrovano solo con molti debiti da pagare e un futuro tutto da inventare».

Autonomi: le categorie più colpite | Create infographics

Tra le categorie, ad avere avuto un andamento occupazionale positivo ci sono solo i soci delle cooperative e, soprattutto, i liberi professionisti, aumentati di ben 115mila unità. Ma i numeri vanno presi con le molle. «La tendenza positiva fatta segnare dai liberi professionisti – conclude Bortolussi – potrebbe essere riconducibile sia all’aumento del numero di coloro che hanno deciso di mettersi in proprio non avendo alternativa per entrare nel mercato del lavoro, sia all’incremento delle cosiddette false partite Iva. In riferimento a quest’ultimo caso, ci si riferisce, ad esempio, a quei giovani che in questi ultimi anni hanno prestato la propria attività come veri e propri lavoratori subordinati, nonostante fossero a tutti gli effetti dei lavoratori autonomi. Una modalità, quest’ultima, molto praticata soprattutto nel Pubblico impiego».   

Lavoro in proprio: le categorie più colpite  | Infographics

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