Di Sepp Blatter si possono dire molte cose (e molte sono state dette, soprattutto quando ha scelto di consolare Zinedine Zidane e non premiare l’Italia alla finale dei Mondiali nel 2006) ma nessuno può contestare il fatto che qualcosa da insegnare a tutti lui ce l’abbia, e non solo come si fa a organizzare dei Mondiali in Qatar d’inverno. Blatter, come racconta il Guardian, per lavoro deve volare nei vari angoli del mondo più volte alla settimana. E col tempo e l’esperienza ha imparato diversi trucchi per affrontare le lunghe tratte transoceaniche. Li abbiamo estrapolati in quattro grandi temi.
1. Approfittarne per riposarsi
«Per me è impossibile non dormire durante i voli», ha raccontato. «E lo raccomando a tutti. Il ronzio dei motori durante il decollo è il sonnifero più efficace». Basta un attimo e «mi addormento subito, mi spengo come una lampadina».
2. Se non si riesce a dormire…
Mai mettersi a lavorare. «Mi sono prefissato di non lavorare mai mentre sono in volo. È uno dei pochi momenti in cui mi posso riposare, riesco a trovare il tempo per rilassarmi. Per cui niente interviste, e non porto nessun documento con me». Piuttosto, «preferisco leggere: o giornali o libri gialli». La cosa più divertente, però, «resta sempre il sudoku». E lo consiglia a tutti.
3. Mangiare bene e affrontare il jet-lag
Mangiare in aeroplano è sconsigliabile, anche perché il cibo ormai è troppo sofisticato. Si mangia molto: «Servono una cena pesante, con i più tutti gli snack del mondo. Risultato? Il passeggero è pieno, non ha smaltito nulla ed è appesantito». I pasti devono essere gestiti bene: «Al riguardo sono molto disciplinato. I cibi serviti in aereo, a parte le zuppe, sono precotti e di conseguenza sono più acidi. Io cerco di contenermi, o al meglio di adattarmi in considerazione del fuso orario cui vado incontro». Cosa che porta al punto 4
4. Vincere il jet-lag andandogli incontro
«La cosa più importante è adattare il proprio corpo al fuso orario verso il quale si è diretti. Questo comincia con le abitudini del sonno e dei pasti». Ad esempio, «c’era un volo da New York a Zurigo che partiva alle sei del pomeriggio (in Svizzera mezzanotte). Il volo durava otto ore». La cena a bordo «era servita alle sette di sera, cioè all’una svizzera. Non si può fare, significa arrivare pieni e appesantiti. Non c’è altra soluzione che saltare il pasto, senza però evitare di bere. Acqua, o un bicchiere di vino».