Una brutta sorpresa per la nostra Olga Kent. Giovedì 19 dicembre sono entrati i ladri nella sua casa, a Milano. La modella, come ha dichiarato a Linkiesta, era fuori per alcune commissioni. Il furto è avvenuto tra le 15:30 e le 16:00. «La vicina ha chiamato i carabinieri alle 15:30, e sono arrivati un’ora dopo», ha detto. Dentro, «era tutto in disordine. Hanno rubato cose di valore reale, ma anche affettivo». Oltre al computer e al tablet sono sparite borse e gioielli. «Si devono essere fatti anche del male nell’operazione. Ci sono tracce di sangue in tutta l’appartamento, anche nel letto». Ma quello che più ferisce è «la violazione, il disordine. La casa è violentata». Una cosa brutta, «ma a Milano accade sempre più spesso». Per lo spavento anche la notte è stata difficile: «Avrò dormito in tutto tre ore».
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Per una volta, non ci saranno il poliziotto buono e il poliziotto cattivo. Per ottime ragioni, tra l’altro (uno dei due poliziotti è a 7000 chilometri di distanza dal luogo dell’intervista). Sarà standard, con la classica serie di domande e risposte. Al centro, la modella/attrice/conduttrice moldava – anzi, della Transnistria – Olga Calpajiu, meglio nota come Olga Kent per via della somiglianza con Eva Kent. Volto televisivo (avete presente Colorado, su Italia 1?), volto cinematografico (appare in Vacanze di Natale a Cortina nel 2011, dove interpreta Galina e in Fuga di cervelli, nel 2013, di e con Paolo Ruffini), modella, impegnata anche nella beneficenza (è una delle star di Charitystars, per la online Cesvi, oltre ad aver dato il suo appoggio alla Giornata contro la violenza sulle donne).
Appuntamento alla sede milanese della Major Model, alle 15:30. La prima impressione è abbagliante.
Cominciamo subito con una domanda semplice: prima modella, poi anche conduttrice, e poi ancora attrice. Quale mestiere preferisci?
Mi piace tutto, non saprei cosa preferire. Ognuno di loro ha caratteri propri che lo rende affascinante, ma è anche vero che ognuno di loro ha caratteri comuni. Per quanto mi riguarda, devo dire che il mio mestiere di modella mi ha aiutato molto per recitare in un film. Quando devo posare per le fotografie non devo solo assumere una posa, ma immedesimarmi nel personaggio, esprimere la sua personalità, e solo con il corpo. È molto simile a quello che si deve fare su un set cinematografico.
Però, se non sbaglio, all’inizio non volevi fare nessuno di questi lavori.
È vero: io volevo diventare interior designer, mi ero anche iscritta all’università. Mi piaceva, volevo seguire le orme di mio padre, anche lui designer, o di mio fratello. Ma poi, dopo un anno che studiavo, è arrivata la possibilità di diventare modella.
Come è successo?
Mi si è presentato un agente, veniva da Bucarest. Quando me lo ha detto mi era sembrata una cosa surreale. Non ci avevo mai pensato: non me lo aspettavo e, soprattutto, non mi interessava.
Davvero non ci avevi mai pensato?
Non era una cosa su cui avevo puntato. Quando avevo 13 anni mia madre, che è sempre stata la mia prima fan, mi aveva portato a una scuola per modelle. Lo ha fatto per farmi sentire meglio dal punto di vista psicologico: quando ero piccola mi sentivo a disagio, ero diversa dalle altre ragazze: molto più alta di loro, differente. Desideravo essere come loro.
Poi hai capito che in realtà era un vantaggio…
Sì, certo. Ma quella scuola è stata molto utile: ho trovato tante altre ragazze come me, mi ha aiutato molto a superare i complessi di quel periodo, ad apprezzarmi.
E così, qualche anno dopo, hai deciso di seguire l’agente.
Sì, ho dovuto scegliere. Se fossi rimasta là cosa avrei fatto? Avrei finito l’università, e poi? Facendo la modella avrei avuto un lavoro, dei soldi. Mi è sembrata la cosa migliore. Così ho accettato, e sono andata in Romania. È stata, in un certo senso, una fuga di cervelli anche la mia [scherza sul titolo del suo ultimo film]. Sono entrata nel circuito della Major, ed è stata una fortuna. Le agenzie per modelle sono importanti: non solo ti forniscono un lavoro, ma sono anche un punto di riferimento. Sostituiscono la casa, la famiglia. Soprattutto per le ragazze molto giovani.
E come mai poi sei finita qui in Italia?
Come modella ho cominciato a girare il mondo, è il nostro lavoro. Finché non sono capitata qui. L’Italia per me è stata amore a prima vista. Quando sono arrivata a Milano ho deciso di restare. Mi piace il modo in cui si vive, la leggerezza (anche se ora forse ne serve molta, per affrontare questi tempi) il calore, lo stile di vita. Sono cose che ho scoperto mie: di solito, quando si vede una ragazza russa, bionda, occhi azzurri, si pensa subito: “gelida”. Ecco, io non mi sento così, non lo sono. voglio uscire dagli schemi tipici.
E ci riesci?
Sì, questo lavoro, quello della modella soprattutto, mi permette di scoprire mille mondi diversi. Mi fa viaggiare, incontrare nuove persone, vivere cose mai immaginate prima. Anche io cambio, cresco, mi evolvo: scopro ogni volta di riuscire a fare cose che prima non avrei mai immaginato, nuovi interessi, idee. Il lavoro per il resto è pesante: devi sempre stare in forma, viaggiare, faticare, imparare cose nuove, parlare lingue diverse. Io ne parlo quattro: russo, moldavo, inglese e italiano. Giro spot, faccio campagne. Tutto questo per dire che è un lavoro impegnativo, non come pensa la gente.
Anche perché devi avere anche molta cura della bellezza.
Sì. Per me non basta, quando riguardo gli scatti, pensare: “ah, sì, è uscita bene”. Sono ipercritica: scovo i difetti, le cose da migliorare. Sono molto attenta a queste cose.
Perché è il tuo lavoro. Quando giri per strada, invece, la gente non fa caso a queste cose. Immagino che ti guardino in tanti.
Sì, succede spesso.
E ti dà fastidio?
No, mi piace tanto, invece. Il problema è che sono sempre distratta, persa nei miei pensieri. E magari può capitare che non veda le persone che cercano di parlarmi, magari di chiedermi autografi. Mia madre, quando è con me, si stupisce ogni volta.
Hai bei ricordi di quando vivevi in Moldavia?
Sì, ma c’è da dire una cosa: io sono moldava, ma di una regione particolare: la Transnistria, che è uno stato indipendente di fatto. Abbiamo le nostre istituzioni, il nostro presidente, la nostra moneta. Parliamo russo, e siamo molto vicini alla cultura russa. Anche la mentalità è la stessa. Mia madre, poi, è russa. E sai che io non sono mai stata in Russia?
Davvero?
Sì, lo so che è strano: parlo russo, mia madre è russa, ma io non ci sono mai andata. E questo è un mio grande sogno, una cosa che voglio fare in modo assoluto. Voglio andare in Siberia, da dove viene mia madre, voglio viaggiare sulle slitte, con i cavalli.
Senti mai la mancanza di casa tua?
Mi manca il pattinaggio sul ghiaccio, non hai idea. Per il resto, mia madre, quando può, mi raggiunge. Mi mostra film, documentari, giornali russi. E quando arriva mi riporta in quel mondo, come se non me ne fossi mai andata.