Ma chi è veramente illegittimo? Trovo davvero preoccupante (e non per lanciare il solito generico allarme, o per una parruccata denuncia di maniera contro gli estremismi) quello che sta accadendo, sul piano dei simboli e delle invettive, nella denuncia contro il cosiddetto “Parlamento illegittimo”. Trovo davvero incredibile che qualcuno abbia compilato – Grillo in primo luogo, ma anche qualche giornale – un elenco dei cosiddetti parlamentari che non dovrebbero sedere in Parlamento, e che quindi non avrebbero la piena sovranità. Anche chi, come il sottoscritto e tanti altri, combatte il Porcellum fin dal 2005, non può che notare come questo ragionamento sia puramente demenziale.
L’idea che possa esistere una parte del Parlamento legittimo e una non legittima, infatti, equivale a quella di chi volesse sostenere che possa esistere un metà di acqua pulita e un’altra di acqua inquinata, nello stesso bicchiere. Questo non solo perché, in sette dei sette sistemi elettorali che purtroppo coesistono in Italia, esiste un premio di maggioranza. Ma anche perché, dal momento che il Porcellum si basa sulla lista bloccata, non esiste una maggiore legittimità di un eletto rispetto ad un altro, visto che l’unica differenza, per i cittadini che non li hanno potuto votare, scegliere, è soltanto la posizione in lista che gli hanno assegnato i capibastone di partito (si potrebbe persino sostenere che i più garantiti sono i meno autorevoli).
Se si seguisse lo stesso ragionamento, per giunta, non si capisce perché dovrebbero essere legittimi, gli eletti che ogni presidente di regione porta con sé nel listino bloccato (anche quello sottoposto a nessun giudizio di preferenza). E nemmeno si capisce perché dovrebbe andare meglio i tanti premi di maggioranza occulti, che vengono assegnati per via degli sbarramenti proporzionali: se c’è uno sbarramento al 4%, come ci sarebbe nel proporzionale modificato indicato dalla Corte, e come c’era nel vecchio Mattarellum, vuol dire che tutte le fettine di torta a cui non accedono coloro che non raggiungono il quorum, vengono incamerate da partiti che prodicono altrettanti deputati “non legittimi”.
In generale, le invettive contro “i parlamentari abusivi”, così come le invettive contro “i giornalisti nemici”, non sembrano l’effetto di qualcosa, o la reazione a qualche ingiustizia, ma ormai solo un pretesto, per prendersela con qualcuno: c’è in questa nuova fase del grillismo, una specie di cancro, che cancella lo spontaneismo dei primi giorni, un ghigno che si sovrappone alle faccia dei tanti ragazzi mobilitati dal Movimento Cinque stelle in giro per l’Italia. C’è una perversa equazione, per cui, non riuscendo a dare risposte sul piano concreto, né sul piano parlamentare, né su quello del governo locale, il grillismo alza il tiro: siamo passati dalla predicazione alternativa all’invettiva, e persino alla minaccia.
Non è un bel segnale, anzi, è un segnale bruttissimo, anche per chi aveva scelto Grillo e ora, si sente tradito da questo tiro a segno. Se poi si volesse portare alle estreme conseguenze il ragionamento sulla legittimità, bisognerebbe dire che lo stesso Grillo, con i parametri di Grillo, è abusivo come e più dei parlamentari: quelli, se non altro, anche se bloccati, sono stati graditi da chi gli ha votati, sapendo che prendeva tutto il pacchetto di lista e nomi. Lui non è stato mai votato da nessuno, ed assunto sugli eletti un potere abusivo che è figlio solo di uno strumento: il potere di vita di morte che gli conferisce il Porcellum. Se davvero sono abusivi parlamentari, lo è senza dubbio anche lui.