Ci sono quelli che dal niente hanno creato una grande azienda, grazie a un’intuizione geniale e tanto lavoro; quelli che hanno ereditato un impero dalla famiglia e hanno avuto l’onere di dimostrare di non essere solo i “figli di” ma di dare una svolta; ci sono uomini giovani e altri con maggiore esperienza, molte donne, da Marina Salomon di Doxa a Paola Besola e Barbara Persiani di Lindostar, e anche una coppia, Monica Tonini e Arturo Caprio di Sice Previt, soci nella vita e negli affari. Tutti hanno qualcosa in comune: sono imprenditori, di prima o seconda generazione, che attraverso la loro storia mettono in luce le loro peculiarità e diventano così parte di un puzzle che dà vita al volume “I-factor. Il gene dell’imprenditore”, edito da Franco Angeli.
Tutti gli imprenditori sono stati intervistati da Franco Marzo, consulente di strategia e organizzazione, che è andato alla ricerca di storie, più o meno note, di persone che hanno un gene in più: l’I-factor, quel quid che fa di un lavoratore un imprenditore. Il messaggio è chiaro, non tutti possono fondare o portare avanti un’azienda di successo: non è solo una questione di possibilità economiche, fortuna o propensione al rischio. Ci vuole quel fattore in più, quella “diversità” che permette di avere un’idea vincente o un’organizzazione migliore o una positività che incentiva anche i collaboratori a dare il meglio.
Con questo libro Franco Marzo non vuole solo portare alla luce tredici storie interessanti, talvolta avvincenti (e per questo piacevoli da leggere) di aziende di successo, ma trarre degli insegnamenti utili a tutti, in particolare ai dirigenti. Un elemento chiaro sin dal sottotitolo (“Realizzare un’impresa: lezioni per manager”), ma ancora di più dalla struttura schematica di ciascun capitolo che si conclude con gli insegnamenti che può dare ciascuna case history, analizzata sotto il profilo della storia aziendale, del carattere dell’imprenditore e delle qualità che ne hanno decretato il successo.
Un manuale vero e proprio per riuscire ad assorbire quell’energia positiva che le buone storie sanno trasmettere: «L’imprenditore ha qualcosa di profondamente umano. Nonostante sia talvolta irraggiungibile, conserva sempre una profonda umanità», scrive Marzo. Descritto spesso solo come persona che mira al profitto, in realtà chi fa impresa è soprattutto colui che rischia, crede fermamente in un progetto ed è capace di buttarsi in un’avventura restando però con i piedi per terra. Concretezza, visione globale, curiosità, sorpresa sono i termini più ricorrenti nell’analisi delle qualità degli imprenditori.
Franco Marzo ha il merito di farci entrare nel mondo dell’imprenditore prima che nella sua testa, dimostrando come tutto, dall’arredamento degli uffici alle strategie di business, riflettono alla stessa maniera un carattere, una mentalità, un modo di fare che devono essere presi come spunto per il proprio lavoro e, anche, per la vita di tutti i giorni. Le difficoltà, gli impicci burocratici, le avversità vengono viste sempre come un ostacolo superabile con la forza della determinazione, sembrando quasi problemi di poco conto, ma il volume non vuole essere un manuale per le start up, quanto uno stimolo a prendere il meglio degli insegnamenti che si può trarre dall’esperienza altrui. E ci riesce: dalla lettura di queste storie/interviste resta l’entusiasmo che ha caratterizzato la nascita di ogni azienda e una grande voglia di fare che spinge, chiuso il libro, a lanciarsi in qualche nuova attività.