“False licenze concesse per salvare i conti del Comune”

Municipi in bolletta

Arrivavano dal Nord Italia e anche dalle isole. Disposti a percorrere migliaia di chilometri fin giù in Calabria, a Panettieri, comune cosentino di 342 abitanti, per vedersi consegnare una licenza di noleggio autobus con conducente. Le documentazioni, però, erano rilasciate senza che ci fossero i requisiti necessari previsti dalla legge. Ma i soldi ricavati, circa 200mila euro secondo gli inquirenti, non finivano nelle tasche di sindaco e funzionari: sarebbero serviti per sanare i conti sofferenti del Comune.

Lo ha scoperto la Polstrada di Cosenza, secondo la quale in quel piccolo borgo nel cuore del Savuto la documentazione veniva rilasciata senza che ci fossero i requisiti richiesti. L’inchiesta, denominata “Panettieri Tour Operator”, ha portato all’arresto del sindaco di Panettieri, Salvatore Parrotta, e del funzionario amministrativo Pasquale Bilotta, entrambi finiti ai domiciliari. Per altre tre persone, il comandante dei vigili urbani del paese, il geometra del Comune e il responsabile di una cooperativa di trasporti, è stata disposta la misura del divieto di dimora in Paese. In tutto sono indagate 69 persone per associazione a delinquere e falso.

Le imprese che si erano rivolte all’amministrazione di Panettieri per ottenere le licenze venivano da tutta Italia, soprattutto da Piemonte e Sicilia. Sotto sequestro sono finite 169 licenze. Autorizzazioni da mille euro l’una, per un giro d’affari stimato in 200mila euro. «I soldi», ha spiegato il dirigente della Polizia stradale di Cosenza Antonio Provenzano, «servivano a rimpinguare le casse del Comune».

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La vicenda parte da un’indagine del 2011, quando la Polizia stradale si è accorta che diverse imprese di autotrasporti del Nord avevano licenze rilasciate, guarda caso, nel piccolo Comune di Panettieri. Tra i requisiti richiesti per ottenere la licenza, c’è l’obbligo di avere almeno una sede o una autorimessa nel comune che la rilascia. «Dagli accertamenti effettuati», ha dichiarato Provenzano, «risultava che un’azienda aveva la sede legale in una camera da letto di una abitazione, un’altra aveva indicato come autorimessa un piccolo garage dove poteva sostare un motorino e non un pullman».

Ma, almeno da quanto è emerso finora, non ci sarebbe stata nessuna appropriazione a fini personali. In tempo di crisi e di tagli dei trasferimenti da parte dello Stato, l’“ingegno” di un sindaco per rimpolpare le casse vuote sarebbe arrivato fin qui. Già in passato, comunque, il primo cittadino Salvatore Parrotta (già sindaco per due legislature e vicesindaco per una) aveva fatto parlare di sé. Per prima cosa, era diventato autista dello scuolabus che trasporta gli alunni residenti nelle frazioni del territorio. Poi, lo scorso anno, aveva ripulito con le sue stesse mani il cimitero comunale in occasione della festa di Ognissanti e della ricorrenza dei defunti. I soldi per il servizio di pulizia nelle casse comunali non c’erano, così, aiutato dagli amministratori, aveva rimesso a posto a modo suo il Camposanto.

«Probabilmente si voleva risolvere la crisi finanziaria dell’ente comunale con gli introiti delle licenze, ma questo a scapito della sicurezza», ha detto ancora Provenzano. «La domanda che ci poniamo è come mai tutte queste aziende di trasporti siano arrivati a chiedere le licenze in questo piccolo comune e per questo stiamo aprendo nuovi filoni d’indagine»

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