Lo confermano il ministro degli Esteri iraniano e l’Alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Unione Europea, Catherine Ashton: l’accordo sul nucleare iraniano raggiunto a Ginevra lo scorso 24 novembre 2013 con i Paesi 5+1 (Cina, Francia, Russia, Gran Bretagna and gli Stati Uniti, più la Germania) entrerà in vigore il prossimo 20 gennaio.
Alle Nazioni unite (in particolare alla International Atomic Energy Agency dell’Onu) spetterà il compito di verificare l’effettiva applicazione degli accordi ad interim, della durata di sei mesi. Gli accordi attenuano le sanzioni economiche sull’Iran, e chiedono alla Repubblica islamica di bloccare i siti nucleari più sensibili e di non arricchire l’uranio più del 5 per cento.
Alla notizia diffusa da Iran e Ue, il presidente degli Usa Barack Obama ha risposto positivamente, e in una nota scritta ha affermato che «È il momento di dare una chance alla diplomazia». Il presidente ha inoltre chiesto al Congresso americano di non imporre, durante i sei mesi di durata dell’accordo, ulteriori sanzioni economiche all’Iran, spiegando che esse potrebbero mettere a rischio gli accordi di novembre. Per questo il Presidente ha dichiarato che porrà il veto su possibili proposte del Congresso americano per sanzionare la Repubblica islamica.
Alti funzionari degli Stati Uniti hanno diffuso alcuni dettagli su come saranno rese effettive le attenuazioni delle sanzioni economiche sull’Iran, che hanno un valore totale di 7 miliardi di dollari. Secondo quanto riporta la Reuters, alcune attenuazioni inizieranno il 20 gennaio, primo giorno di entrata in vigore dell’accordo semestrale. E altre arriveranno l’ultimo giorno di validità dell’accordo.
Sempre secondo la Reuters, se la International atomic energy agency delle Nazioni unite confermerà che l’Iran sta rispettando il patto, le nazioni firmatarie sospenderanno immediatamente le sanzioni sulle esportazioni petrolchimiche iraniane, le sanzioni sull’importazione di prodotti del settore automobilistico e sul commercio iraniano di oro e altri metalli preziosi.
Dei sette miliardi circa di dollari di cui beneficietrà l’Iran, 4.2 miliardi di dollari consistono in soldi iraniani bloccati nelle banche estere. L’accesso a questi fondi sarà graduale e dipenderà da come l’Iran terrà fede al suo impegno di ridurre metà del suo uranio arricchito al 20 per cento a non più del 5 per cento di arricchimento.
Secondo quanto annunciato dal Dipartimento di Stato americano, l’Iran riceverà all’inizio del mese di febbraio un primo versamento di 550 milioni di dollari sui 4,2 miliardi congelati.
What Iran will do
- Halt enrichment of uranium above 5% purity. (Uranium enriched to 3.5-5% can be used for nuclear power reactors, 20% for nuclear medicines and 90% for a nuclear bomb.)
- “Neutralise” its stockpile of near-20%-enriched uranium, either by diluting it to less than 5% or converting it to a form which cannot be further enriched
- Not install any more centrifuges (the machines used to enrich uranium)
- Leave half to three-quarters of centrifuges installed in Natanz and Fordo enrichment facilities inoperable (Read our guide to Iran’s nuclear facilities)
- Not build any more enrichment facilities
- Not increase its stockpile of 3.5% low-enriched uranium
- Halt work on the construction of its heavy-water reactor at Arak, not attempt to produce plutonium there (an alternative to highly enriched uranium used for an atomic weapon)
- Provide daily access to Natanz and Fordo sites to IAEA inspectors and access to other facilities, mines and mills
- Provide “long-sought” information on the Arak reactor and other data
What the world’ powers will do
- Provide “limited, temporary, targeted, and reversible [sanctions] relief”.See Q&A: Sanctions
- Not impose further nuclear-related sanctions if Iran meets its commitments
- Suspend certain sanctions on trade in gold and precious metals, Iran’s automotive sector, and its petrochemical exports
- Licence safety-related repairs and inspections inside Iran for certain Iranian airlines
- Transfer $4.2bn (£2.6bn) to Iran in instalments from sales of its oil