Nella settimana della morte di Claudio Abbado, uno dei maggiori maestri d’orchestra di tutti i tempi, dalle pagine dei giornali locali e non arrivano notizie di italiani che si cimentano con l’opera e con la musica. Con effetti non sempre positivi.
Partiamo da Pisa. Nella città toscana due ingegneri si sono cimentati non con un ponte, non con un palazzo, ma con un’opera lirica. Da La Nazione:
Succede a Pisa dove mercoledì nella sala Titta Ruffo del Teatro Verdi il sipario si apre su ‘Si camminava sull’Arno’, un atto e sei scene con musiche di Marco Simoni e libretto di Fabrizio Altieri, il primo pisano di adozione, il secondo di nascita.
E il pubblico ha ‘sbancato’ il botteghino di via Palestro, tanto che i biglietti per il debutto delle 20,30 sono già esauriti da alcune settimane e gli organizzatori all’ultimo momento hanno dovuto prevedere una replica alle 22 per la quale sono rimasti pochi posti liberi. Per la verità Marco Simoni e Fabrizio Altieri, da ingegneri con grande senso dell’inventiva, avevano già collaborato alla nascita di due libri per bambini (con musica), ma è la prima volta che si mettono alla prova con un’opera lirica. CONTINUA A LEGGERE
E per chi dice che la lirica sta su un piedistallo, lontana dalla gente comune, a Fano (Pesaro Urbino), il cast della Carmen ha messo in piedi un flash mob in un centro commerciale. Da Agi (Agenzia giornalistica Italia):
Per promuovere la ‘Carmen’ di Bizet, in programma venerdì prossimo al teatro della Fortuna, il cast è stato protagonista in un flash mob all’interno di un centro commerciale. Un’idea venuta al regista della messa in scena, Francesco Esposito, che intende l’opera lirica come “uno spettacolo globale che deve uscire dalle mura del teatro e invadere la città che lo ospita”. Così in 50, tra cantanti protagonisti, coristi, maestranze e tecnici della produzione si sono recati al supermercato e armati di carrello allo scoccare della musica di Bizet hanno intonato la canzone del Toreador, occupando il corridoio centrale dell’ipermercato. CONTINUA A LEGGERE
A conferma di quanto abbiamo appena letto, sabato 25 gennaio, a conclusione del bicentenario verdiano, Il Grand Hotel et de Milan celebra la messa in scena dell’Otello con un concerto en plein air a Milano. Da Vanity Fair:
Il libretto lo aveva scritto Arrigo Boito, le musiche erano sue, del compositore più amato, Giuseppe Verdi. Ma non era solo questo: l’Otello è l’Otello, è l’errore umano, l’amore, la gelosia, una tragedia dell’animo che tutti hanno vissuto. La prima dell’Otello di Verdi, penultima opera del grande compositore, viene messa in scena al Teatro alla Scala, il 5 febbraio 1887. È un enorme successo, la folla acclama il maestro e lo trasporta, tirando a braccia la sua carrozza, dal teatro fino a casa. Già da qualche anno, e fino alla sua morte, il compositore di Busseto risiedeva in uno degli appartamenti del Grand Hotel Et De Milan, proprio in via Manzoni, a fianco alla Scala. L’hotel, che nel 2013 ha festeggiato i 150 anni, aveva inagurato nel 1863 e si era imposto subito come il punto di riferimento delle buona società internazionale e italiana, di diplomatici e viaggiatori.
Questo sabato, 25 gennaio, alla conclusione del bicentenerio verdiano il Grand Hotel et de Milan vuole celebrare proprio l’acclamazione di quella sera, con un concerto pubblico, en plain air. L’hotel, insieme alla Fondazione laVerdi, con il patrocinio del Comune di Milano, regaleranno ai milanesi un evento unico: alle 11 del mattino la piazzetta di via Croce Rossa (a fianco dell’hotel) si animerà con un flash mob musicale. CONTINUA A LEGGERE
Intanto al teatro San Carlo di Napoli è arrivato il commissario Michele Lignola nominato dal ministro della Cultura Massimo Bray. E la replica de “Il Barbiere di Siviglia” è saltata per le proteste dei lavoratori. Il pubblico è stato costretto ad aspettare più di un’ora nell’incertezza, e alla fine è dovuto andare via senza poter assistere allo spettacolo. Ma questa non è una storia nuova per gli appassionati del teatro d’opera. Dal Corriere del Mezzogiorno:
Detto fatto, il commissario del San Carlo c’è. Lo ha nominato il ministro Bray dopo averlo annunciato con il cosiddetto «schiaffo» a de Magistris. Che non ha avuto il tempo di fare opposizione come aveva deciso.
Intanto, la replica di stasera delle 18 dello spettacolo «Il Barbiere di Siviglia» è stata sospesa: contraccolpo delle proteste dei lavoratori del Massimo. Inevitabili malumori tra gli spettatoti accorsi allo spettacolo. L’annuncio è stato dato dai rappresentanti dei sindacati confederali alla platea che ha manifestato grande disappunto. Partono fischi e urla, qualcuno dice: «Siete indecenti». Lo spettacolo era fuori abbonamento. Sino a ieri le maestranze avevano ribadito la loro intenzione di presidiare il teatro ma di non bloccare le produzioni. CONTINUA A LEGGERE