Prima di tutto, qualche punto fondamentale.
A: se ancora non conoscete maicol&mirco vi invidio molto, perché state per scoprirli. B: maicol&mirco è una delle realtà più interessanti del fumetto underground italiano e la serie degli Scarabocchi ne rappresenta uno dei vertici. C: se al primo sguardo penserete che gli Scarabocchi siano disegnati male e per questo li schiferete avrete perso una delle più grandi occasioni della vostra vita, come lettori si intende. Regolatevi. D: preparatevi a entrare nel tunnel di una nuova dipendenza o nella luce purificante di una nuova religione (la scelta tra le due dipende dai vostri gusti e da come volete raccontarvela).
O forse no, perché probabilmente gli Scarabocchi sono entrambe le cose: una religione e una droga (come tutte le religioni, come tutte le droghe). Religione perché, pur intrisi di nichilismo e pessimismo cosmico, sono una strada che porta alla pace e alla verità. Droga perché, molto semplicemente, una volta cominciato non potrete più farne a meno e ne avrete bisogno in quantità sempre maggiori, che consumerete compulsivamente e a cui ritornerete ossessivamente. Se non ci credete guardate gli esempi qui sotto. E se poi ne volete ancora, sappiate che il vostro pusher si chiama Pagina facebook degli Scarabocchi di maicol&mirco.
Ok, ora che avete assaggiato il primo boccone, veniamo al al punto.
Al Lucca Comics & Games di quest’anno, maicol&mirco hanno presentato un nuovo libro di Scarabocchi. Si intitola Sono Mario?, è il quarto libro della serie, dopo Blam, Blorc e Cavalli e Whisky, grande spettacolo di Ivo il barzellettiere, e, come tutti, è stampato nell’inconfondibile carta rosso sangue che da sempre fa loro da sfondo ed è disegnato in pennarello nero, come la cattiveria.
Sono Mario? è la storia tragica di un bambino che si scontra con una domanda: «Mamma, che cos’è una bugia?». È l’inizio di una escalation che porterà il piccolo Mario a entrare in un circolo vizioso di dubbi irrisolvibili, un vortice da cui non saprà più uscire. Pensate per un attimo di non potervi fidare di nessuno, di non poter essere mai sicuri di nulla, nemmeno di voi stessi, della vostra identità e, in fondo, della vostra stessa esistenza. Ecco, se ci avete pensato con la giusta profondità, ora siete anche voi Mario.
Perchè è proprio in questo genere di uragano intellettuale che si infila il piccolo eroe di questa storia, un uragano nel cui vortice si perde il confine tra Verità e Menzogna e diventa impossibile trovare un qualsiasi punto fermo nel mondo. È un inferno, ma in fondo è anche un paradiso, perché se non si è certi di nulla non si è certi neppure di soffrire. È un paradosso, certo, un po’ come quello del poeta di Pessoa: «Il poeta è un fingitore./ Finge così completamente/ che arriva a fingere che è dolore/ il dolore che davvero sente». Solo che Mario non finge, proprio per niente.
Siamo arrivati in fondo, è giunto il momento di dirvi una cosa che forse a qualcuno di voi sembrerà esagerata (quelli che ancora non hanno mai sfogliato gli Scarabocchi, ci scommetto), ed è questa: in Sono Mario? troverete più metafisica che in un corso universitario di epistemologia all’università di Jena e, contemporaneamente, più umorismo nero che nell’intera bibliografia di Roald Dahl o nella Antologia dello humour noir di André Breton.
Sono Mario? è un concentrato di semplicità e crudeltà, di saggezza e gusto per il paradosso , ma soprattutto – come sempre quando si parla degli Scarabocchi di maicol&mirco, è un’arma intellettuale: è un piede di porco da usare per scassinare il pesante portone del buonismo e del conformismo, buttarci dentro un paio di bombe a mano, scappare ridendo e scoprire dopo poche decine di metri che era il portone di casa nostra.