Finalmente sono arrivati. Qualcosa si era già visto prima di Natale, ma ora è ufficiale. Le vetrine e i negozi si riempiono dei saldi invernali. Con date di partenza e scadenze diverse regione per regione. A eccezione di Basilicata e Campania che cominciano il 2 gennaio, in tutte le altre regioni l’appuntamento con gli sconti di stagione è fissato per il 4 gennaio. La data finale, però, varia. Abbigliamento, calzature e accessori saranno scontati mediamente del 40 per cento.
*Per i comuni di Tires, Castelrotto, Ortisei, Santa Cristina, Selva Gardena, Renon, Sesto, Marebbe, San Martino in Badia, La Valle, Badia e Corvara dal 16 febbraio al 30 marzo. Per i comuni di Resia, Stelvio, Maso Corto e San Valentino alla Muta dal 2 marzo al 13 aprile.
Secondo Confcommercio, ogni famiglia quest’anno spenderà 340 euro per l’acquisto di vestiti, calzature e accessori, per un valore complessivo di 5,4 miliardi di euro, pari al 18% del fatturato annuo del settore. «Tutta la stagione autunno-inverno ha reso ancora evidente una situazione grave per i consumi», dice Renato Borghi, Presidente di Federazione Moda Italia e Vice Presidente di Confcommercio, «stante la ormai cronica difficoltà in cui versano i due motori capaci di muoverli: un reddito disponibile reale tornato ai livelli di 27 anni fa e un sentiment negativo che vede ben il 66% degli italiani sfiduciati. Penso però che prima o poi si dovrà assistere a un’inversione di tendenza della spesa delle famiglie e auspico che ciò possa coincidere proprio in occasione dell’avvio di questi saldi».
Insomma, prosegue, «dopo un lungo periodo così austero, spero che, nonostante le preoccupazioni, la demoralizzazione e lo sconforto, gli italiani non rinuncino al tradizionale e straordinario rito dei saldi, sempre capace di attrarre anche numerosi turisti amanti del bello, del buon gusto e del fashion».
Ma arrivano già i primi allarmi dalle associazioni dei consumatori. Le promozioni che hanno anticipato i saldi, secondo Federconsumatori, non avrebbero avuto effetti positivi, generando concorrenza sleale tra gli stessi commercianti e discriminazioni tra i clienti (alcuni avvisati tramite sms o email). E le previsioni non sono così ottimiste come quelle dei commercianti: secondo quanto rilevato dall’Osservatorio nazionale di Federconsumatori, acquisterà in saldo appena il 36-37% delle famiglie (circa 8,9 milioni). Un andamento, spiegano, dettato dal forte calo del potere di acquisto registrato negli ultimi anni, ma soprattutto dai pesanti aumenti che si prospettano per il 2014 (+1.384 euro a famiglia)
I pochi che acquisteranno a saldo dichiarano che ridurranno fortemente il proprio budget: la spesa media sarà di 194 euro a famiglia, il -11,3 % rispetto allo scorso anno (in cui vi era già stata una forte contrazione del -18,8%). Il giro di affari complessivo sarà, quindi, secondo Federconsumatori, di appena 1,73 miliardi di euro.
Scende ancora il budget secondo l’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori: la spesa in saldi ammonterebbe in media sui 130 euro a famiglia, il 15% in meno del 2013. «È stato un Natale di crisi e i saldi ne risentono», dichiara Lamberto Santini, presidente dell’Adoc in un comunicato. «L’abbigliamento di media e bassa qualità, così come quello sportivo, subiranno una forte decrescita, con stime intorno al 20% in meno di acquisti rispetto allo scorso anno. Questo perché la presenza di outlet e, soprattutto, la diffusione degli acquisti via web, dove è possibile usufruire di sconti continui durante tutto l’anno, rende il periodo di saldi meno appetibile rispetto al passato». Previsto, secondo Adoc, solo un aumento di circa il 10-15% degli acquisti effettuati dagli stranieri in Italia, attirati dalla possibilità di acquistare a prezzi scontati capi di marche famose.