Alla fine sarà diretta streaming, ore 13.45 nella sala del Cavaliere a Montecitorio. Da una parte il segretario del Pd e presidente del Consiglio in pectore Matteo Renzi, dall’altra il cofondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo. Un faccia a faccia inatteso che rischia di stravolgere le consultazioni in corso alla Camera dei deputati. Uno scontro disponibile in rete – presumibilmente senza esclusione di colpi – destinato a entrare di diritto nei manuali di politica contemporanea.
Agli angoli del ring ci saranno i gregari. I capigruppo pentastellati di Camera e Senato Federico D’Incà e Maurizio Santangelo, forse il portavoce Pd Lorenzo Guerini. Con buona pace delle comparse, i protagonisti restano Grillo e Renzi. «Il largo inteso», per dirla con uno degli ultimi sfottò del blogger genovese. Neppure uno dei più cattivi. Molto peggio la descrizione dell’avversario offerta sul blog del leader pentastellato lo scorso 14 febbraio. «Un carrierista senza scrupoli, in arte Renzie, buon amico di Berlusconi, di Verdini e di gente che avrebbe fatto paura ai gangster del proibizionismo. Le sue credenziali sono ottime. Oltre ad essere un bugiardo incallito, lo vogliono le banche, la Confindustria, De Benedetti, Scaroni, la finanza. Un perfetto uomo di sinistra».
Ironia della sorte, il grande incontro è quasi figlio del caso. Nessuno dei due contendenti lo ha cercato, entrambi sono costretti ad accettare all’ultimo momento. Nessuna preparazione a tavolino, i copioni vengono scritti in fretta e furia nella notte. Matteo Renzi era ormai convinto che non avrebbe più incontrato gli esponenti del M5S, già assenti alle ultime consultazioni al Quirinale. Beppe Grillo era addirittura andato a Sanremo per assistere al Festival, dopo aver improvvisato un comizio davanti al teatro Ariston in cui definiva l’ex rottamatore «il vuoto assoluto, un cartone animato». I primi ad essere spiazzati sono proprio i protagonisti del match.
Nel pomeriggio di ieri, il primo colpo di scena. A Montecitorio deputati e senatori del Movimento si riuniscono in assemblea per concordare la linea sulle consultazioni: presentarsi o no al cospetto di Renzi? Di fronte alla scelta, per la prima volta il gruppo si divide. Contattati telefonicamente, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio decidono di evitare lo scontro. Per togliersi d’imbarazzo, preferiscono dare la parola agli iscritti. Nel giro di poco tempo viene indetta una votazione on line, con una chiara indicazione di voto: «Crediamo non sia opportuno andare, per non partecipare a una farsa».
A tarda sera, il secondo colpo di scena. Gli iscritti contraddicono le indicazioni di Grillo. Poco dopo le 22 sul blog arriva la conferma: «La consultazione si è conclusa con 41.240 votanti, i favorevoli all’incontro con Renzi sono stati 20.843, i contrari 20.397. Una delegazione composta da Beppe Grillo e i capigruppo di Camera e Senato incontrerà Renzi». Addio Sanremo. Dopo aver chiesto invano a Fabio Fazio un intervento in onda, l’ex comico lascia anzitempo il suo posto in platea al teatro Ariston e si precipita ad organizzare il confronto dell’indomani a Roma.
Alla Casaleggio Associati non fanno i salti di gioia, prendono atto delle consultazioni e però non rinunciano a lanciare il guanto di sfida: «Sarà chiesto lo streaming dell’incontro». Già impelagato tra alleanze e totoministri, l’entourage di Renzi si trova a dover fronteggiare l’ennesima difficoltà di questi giorni. Forse la peggiore. Un incontro con Beppe Grillo, con contestuale messa in onda in diretta web. La sfida è troppo delicata per essere liquidata con un rifiuto. Troppo alto il rischio di ripercussioni mediatiche. Prima della mezzanotte il premier accetta l’intero pacchetto di richieste, streaming incluso.
Difficile fare paragoni con il recente passato. Inutile tornare con la memoria allo scorso marzo, con l’allora incaricato Pierluigi Bersani sbeffeggiato in diretta tv dai capigruppo M5s Vito Crimi e Roberta Lombardi («Mi sembra di essere a Ballarò»). Allora mancava il protagonista, Beppe Grillo. Oggi cambia tutto. L’incontro ha la portata dell’evento storico. Un big match dal retrogusto del derby calcistico con i due ambasciatori del cambiamento che si contendono una fetta di elettorato sovrapponibile, in balia di speranze e disillusione. «L’ebetino di Firenze» (copyright Grillo) contro il comico populista i cui parlamentari sono «prigionieri politici del blog». L’antologia delle schermaglie è destinata a scrivere una nuova pagina. «Uno dei due questa notte non ha dormito», confida a Linkiesta un senatore M5s. «Renzi è un avversario difficile e ha inventiva, ma Beppe combatte da vent’anni, ha dalla sua la forza e l’onestà».