Le parole possono anche essere pietre, ma da sole non bastano. E non si parla di contesto, o di grammatica: anche l’estetica ha la sua importanza, a volte decisiva. I font con cui si sceglie di scrivere, insomma, contano.
La ragione è semplice: la loro forma veicola anche un messaggio. Per questo alcuni font vanno bene per certi messaggi, altri no. Per fare un esempio, il Comic Sans, uno dei più bistrattati (a ragione), sembra che non vada bene in nessun ambito. Per fare un altro esempio, il Times New Roman, invece, va bene per scritture di giornali che pretendono di avere un minimo di autorevolezza. E così via, ogni font ha la sua destinazione.
Ma per chi non li conosce, come si fa a capire quale va bene? Come scegliere o selezionare? Ecco Fontcomparer, un piccolo sito molto utile che permette di vedere, in contemporanea, la stessa scritta in più font. E così decidere quale fare.
Abbiamo provato con LinkPop, e c’è l’imbarazzo della scelta.