Cara Alessandra,
sei nel bel mezzo di uno scandalo e questa volta, pensa un po’, nemmeno a causa tua. L’origine di tutto è tuo marito, quel bell’omaccione capelluto, quello che sembra Colin Firth de noartri, quello che t’ha sposata nel 1989 quando tu, Alessà, parevi la versione ciociara di Lady Diana. Ecco, proprio lui, che a quanto pare non riuscirebbe a tenere il gioiello di famiglia nelle mutande di filo di scozia, tanto è forte la tentazione di deflorare ninfette minorenni dedite all’arte del puttanizio.
Ti dico la verità: appena l’ho saputo, un po’ c’ho goduto. Lo so, non è una cosa bella, specialmente per tutta quella storia della solidarietà femminile, lo so, c’hai ragione. Ma la verità è che a primo acchito ho pensato che ben vi sta, a voi che avete tutto senza aver sudato niente, a voi che non vi manca nulla e per questo nulla vi basta mai, a voi che vivete una vita al di là dei confini della decenza come se il conto, al vostro tavolo, non dovesse arrivare mai. Ho pensato che siete il solito, squallido, cliché italiano, fatto di alta borghesia, vacanze in yacht, feste in piscina, impegni istituzionali, psicofarmaci, cocaina, cani col pedigree, figliame viziato, capitali all’estero e, perché no, del sano sesso a pagamento con una minorenne.
Poi mi sono concentrata su di te, Alessandra Mussolini, che se non avessi fatto politica saresti probabilmente finita a fare la Loredana Lecciso a Buona Domenica. Alessandra Mussolini, che hai detto in diretta tv a Vladimir Luxuria che fascista is megl che frocio. Eppure mi sono concentrata su di te, mi sono detta che non era mica giusto quel sottile e paradossale appagamento sociale che provavo. Che per te, umanamente, doveva essere davvero un pessimo momento, perché tra gli accidenti che una donna può sopportare nella vita, un marito puttaniere al limite della pedofilia è sicuramente uno dei peggiori.
I primi rumors dicevano che l’avevi cacciato di casa, il Finanziere e Gentiluomo, per tutelare i tuoi figli, dicevano. E questo mi aveva rincuorata, mi aveva fatto pensare che, per lo meno, così, il tuo consorte non sarebbe inciampato nella tentazione di fornicare con le amiche di tua figlia in cambio del cofanetto dvd con tutte le stagioni di The Vampire Diaries. Per carità, non che l’attrazione per giovinetti e giovinette sia una novità del nostro tempo, tutt’altro, è un fatto storico, quindi lo capiamo che il Fiorani (come una larga fetta della popolazione maschile mondiale) potrebbe apprezzare la carne fresca di puledrina. Il punto però è che tra l’attrazione per le giovanissime e l’organizzazione dolosa di appuntamenti sessuali con baby mignotte, embé ce ne passa. Perché, vedi, una cosa sono le pulsioni e un’altra cosa sono le azioni. Anche quando uno non ti dà la precedenza all’incrocio, hai voglia di prenderlo a calci in culo, ma ciò non significa che tu scenda dall’auto e inizi a scalciare nel suo deretano. Non lo fai perché intervengono cose come la cultura, il buon senso, l’educazione, e anche il rischio di una denuncia per aggressione, a ben vedere.
Comunque, dicevamo, secondo i rumors l’avevi mollato e io, che per te non nutro alcuna simpatia, ho pensato: “Però dai, cazzuta”, perché lo capisco che chiudere un matrimonio – anche con un essere abietto – possa essere un grande sbattimento. Solo che poi, arriva la smentita. Non è vero. Maurone te lo tieni, è pur sempre tuo marito, il seme dei tuoi figli. Ma come, Alessà? Scusa, ma cosa significa? Te lo riprendi in casa perché vuoi evirarlo con le tue stesse mani? Non che tu debba grandi spiegazioni, tutto sommato è la tua vita privata, ok, solo che la vita privata di un personaggio pubblico (tanto più se politico) è spesso vita pubblica. Inoltre, uno un briciolo di coerenza se l’aspetta, specialmente da te, che sei stata sempre così fondamentalista nelle tue affermazioni. Se no sembra che siamo tutti “fascisti col culo degli altri”, non so se mi spiego Alessà. Se no tutta la retorica sulle donne, sulla prostituzione, sulla pedofilia, sulla famiglia, ecco, che fine fa?
Cara Alessandra, non hai pensato che proprio in nome dell’amore che provi per i tuoi figli, dovresti lasciare tuo marito? Non hai pensato che sia il momento per spiegare alla tua progenie che la vita è anche questo e che il problema non è il tradimento in sé, che quello a volte si può capire o, per lo meno, fingere di perdonare? Non credi che questo sia il momento di insegnare al sangue del tuo sangue che ci sono cose giuste e cose sbagliate – come del resto vai professando da anni – e che il sesso a pagamento con le minorenni è una cosa sbagliata, che non va bene, che non si fa, che non si accetta, nemmeno se a farla è tuo padre o tuo marito? Cara Alessandra, non pensi che dovresti dare il buon esempio alle tue figlie, per far sì che domani anche loro – in una situazione simile – possano avere il coraggio di allontanare un uomo privo del decoro che si richiede a un vero compagno?
Quanto a te, forse questa esperienza, che appare terribile, magari ti darà lo slancio per essere meno radicale nei tuoi giudizi, più tollerante nei confronti della diversità, forse ti aiuterà a comprendere che la devianza fa parte della vita di noi tutti, nessuno escluso, direttamente o indirettamente. E che, forse, le scale di valori si possono rivisitare alla luce degli eventi esistenziali che confermano o sconfessano ciò in cui avevamo sempre creduto.
Che siamo esseri umani imperfetti. Fallibili. A volte schifosi e deplorevoli. A volte deboli. A volte osceni.
Che non siamo nessuno per essere così spietati con il prossimo.
Che a sputare in cielo, va a finire che in faccia ci cade.
Pensaci.
Ciao,
V.