Care donne, è l’8 marzo e io voglio la mimosa per tutte

Contro i luoghi comuni sull’8 marzo

Oggi è la Festa della Donna e se c’è una cosa che non capisco della Festa della Donna, sono le donne che disdegnano la Festa della Donna.

Per carità, mi rendo conto che l’8 marzo tocca sorbirsi i sermoni di tutte le milf della televisione italiana, un redazionale della Palombelli, decine di pubblicità dedicate alle donne du-du-du-in-cerca-di-guai, una timeline di Facebook infognata di quotes sul fatto che oltre alle ciglia finte c’è di più ma, soprattutto: guarda anche tu questo viralissimo video di un originalissimo flashmob in cui un gruppo di figli illegittimi di Steve La Chance inizia a ballare inaspettatamente in una location unconventional tipo il mercato ortofrutticolo per dire NO alle discriminazioni subite dalle femmine di struzzo.

Ok, lo so. Siamo d’accordo.

Ma, a parte questo, nella Festa della Donna c’è dell’altro, inclusa l’occasione – magari insufficiente ma ultralegittima – di discutere di femminilità in tutte le sue imponderabili declinazioni. Ed è proprio in ragione di questo che io non riesco a comprendere le donne che disdegnano la Festa della Donna. Non capisco perché lo facciano. Per sentirsi intellettuali? Per sentirsi contro-corrente? Ma ci sono così tanti modi per essere contro-corrente, potrebbero smetterla di depilarsi lì giù, per dirne una, se volessero essere davvero contro-corrente.

Per cercare di risolvere questo complicatissimo rebus, delle donne che disdegnano la Festa della Donna, ho provato a indagare e mi sono imbattuta in ricercatissime argomentazioni del tipo:

1.       “Ogni giorno dev’essere la festa della donna, non solo l’8 marzo” (no guarda che questo si dice per San Valentino, mi sa che stai confondendo il repertorio delle frasi originali)

2.       “Diventa uno spettacolo indecente, queste donne in giro con gli spogliarellisti, senza rispetto per se stesse” (riflettendoci, persino Dio ammette il libero arbitrio, se ti sforzi puoi farcela anche tu)

3.       “A me le mimose non mi piacciono, puzzano!” (hai ragione, manco le fogne di Bombay maleodorano quanto un ramoscello di mimosa)

4.       “Tanto è solo una scusa per far spendere soldi, tutto consumismo” (perché invece le unghie di gel che ti sei fatta fare per 50 euro cosa sono? Un bisogno primario di memoria marxista?)

La verità è che io non capisco le donne che disprezzano la Festa della Donna, perché a me la Festa della Donna piace. Mi piace formalmente e mi piace sostanzialmente. A costo di risultare conformista, post-femminista, retorica e asfalta-coglioni, io la Festa della Donna la amo e le mimose le voglio. Sempre.

Voglio le mimose per le donne che sanno rullare le sigarette e per quelle che ai concerti ci vanno anche da sole. Voglio le mimose per quelle che non sono mai state in Tanzania o nel Laos. Voglio le mimose per le donne insicure che hanno bisogno di conferme, per quelle che conservano sempre un briciolo di vanità, per quelle che hanno i capelli crespi e il coraggio di tagliarli corti. 

Voglio le mimose per le donne che, nella difficoltà, sanno sorridere e quelle che, nel baccano, sanno emozionarsi.

Voglio le mimose per le donne che lavorano e per quelle che il lavoro l’hanno perso.

Voglio le mimose per le madri e per le figlie che si amano senza dirlo.

Voglio le mimose per quelle che ogni sera mettono a tavola la cena per la propria famiglia.

Voglio le mimose per quelle che ogni sera mettono a tavola la cena per se stesse.

Voglio le mimose per le donne che hanno una vita in salita e per quelle che ogni giorno devono dimostrare il proprio valore.

Voglio le mimose per le donne in salute e per le donne “difettose”.

Voglio le mimose per le donne che sanno amare e soprattutto per quelle che sanno amarsi.

Voglio le mimose per le donne che non hanno paura di sperimentare e di scoprirsi.

Voglio le mimose per le donne che sanno quello che vogliono e per quelle che stanno cercando di capirlo.

Voglio le mimose per le donne capaci di amore puro.

Voglio le mimose per le donne che amano solo nell’errore.  

Voglio le mimose per le donne che hanno il desiderio di crescere. 

Voglio le mimose per le donne che hanno la sincerità di invecchiare.

Voglio le mimose per le donne che hanno il coraggio di denunciare. 

Voglio le mimose per le donne forti, che non hanno paura delle proprie debolezze.

Voglio le mimose per i volti deturpati dall’acido.

Voglio le mimose per ogni livido.

Voglio le mimose per ogni coltellata, per ogni lacrima, per ogni urlo. 

Voglio le mimose per tutte le straordinarie donne qualsiasi che ho conosciuto.

Voglio le mimose perché non serve rifiutare un fiore, per dimostrare di avere personalità. 

http://memoriediunavagina.wordpress.com

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