In futuro non esisteranno più né bianchi né neri. Per indicare il colore della pelle delle persone si potrà utilizzare uno strumento più sofisticato: il pantone. Sembra una provocazione, ma il progetto esiste già, e consiste nella mappatura di tutti i possibili colori della pelle umana attraverso il codice della notissima azienda americana (tanto che pochi, ormai, sanno che Pantone è, in realtà, un marchio).
L’idea originale è di Angelica Dass, artista brasiliana che vive a Madrid e che sta costruendo il primo database delle varie tinte di colore della pelle degli esseri umani. Ha cominciato nel 2012, con Humanae, fotografando alcuni memebri della sua famiglia brasiliana. Da qui ha estratto un pixel con il colore della pelle dall’area delle guance e l’ha unito con una sfumatura di Pantone, usato come sfondo. Da quando ha cominciato, le immagini sono circa 2000.
“L’esperiemento allarga il concetto del colore della pelle, supera le superficiali distinzioni tra bianchi, neri, gialli, rossi”: in generale si considera l’individuo monocromatico, ma basta osservare le immagini di Dass per capire che in realtà, come tutte le cose, è una questione molto più complessa.