Secondo alcune ricerche, non esiste una famiglia nel mondo occidentale che non abbia in casa una Barbie. La sua influenza culturale è notevole (a volte anche esagerata) e l’ha messa al centro di polemiche continue. In particolare, con le forme sproporzionate e irreali del suo corpo contribuirebbe a diffondere un’immagine stereotipata e dannosa della donna, che le bimbe raccolgono fin dalla tenera età.
Ma adesso, forse, le cose stan cambiando. Nickolay Lamm, un artista di Pittsburgh, ha disegnato quella che definisce “Barbie normale”, cioè un tentativo di rendere il corpo della bambola più simile a quelli reali. Le misure utilizzate sono quelle di una tipica ragazza di 19 anni dei Centri di contollo e prevenzione delle malattie. Il risultato è scoppiato in rete.
E allora, mentre la Mattel ha incalzato nella sua strategia di marketing con scelte anche discutibili – ad esempio inserendola nell’ultima edizione, dedicata ai costumi da bagno, di Sports Illustrated – Lamma ha lanciato un sito per il crowdfunding con l’obiettivo di produrre 5mila bambole “Lammily”, modelli che mettono in mostra proporzioni realistiche. Un’alternativa alle Barbie, troppo magre, e alle Bratz, troppo sessualizzate.
In realtà, non è la prima volta che qualcuno tenta di creare bambole “normali”. Ma finora nessun modello è riuscito a imporsi sul mercato. «È una questione di marketing», spiega Lamm. «Si è troppo insistito sul concetto di “proporzioni normali”, che non hanno molta presa sui bambini. A pochi di loro interessano questi argomenti. È come se volessi dar loro da mangiare della verdura».