Un App Store per Hardware: Un progetto di ricerca che Google intende mantenere è il Project Ara, che mira a creare un ecosistema per gli sviluppatori di moduli hardware per smartphone attraverso il quale consentire diverse combinazioni tra batterie, elaboratori, sistemi di comunicazione, fotocamere e sensori.
La svendita di Motorola Mobility al costruttore cinese di PC Lenovo da parte di Google per “appena” $2.9 miliardi parrebbe un pessimo affare, se consideriamo i $12.5 miliardi pagati per acquistarla nel 2012 e le perdite successive. A Google restano però una unità di ricerca nel “Mobile” e un bottino di guerra costituito da brevetti acquistati a un prezzo molto conveniente. La vendita aiuta inoltre a stimolare la diffusione di Android nei paesi in via di sviluppo.
Google aveva già venduto l’unità Motorola Mobility Home per $2.35 milioni (vedi “Why Google Wants Motorola“). Tenuto conto delle perdite e di altri fattori, il costo per il laboratorio di ricerca e i 17,000 brevetti di Motorola rappresentava un investimento migliore rispetto ai $4.5 miliardi che Apple, Microsoft ed altre società tecnologiche avevano pagato due anni e mezzo fa per i 6,000 brevetti della Nortel Networks, una produttrice canadese di telecomunicazioni oggi defunta.
“Se guardiamo a queste operazioni come a un’acquisizione di brevetti, hanno ottenuto quei brevetti a un prezzo ben inferiore rispetto a quello pagato nell’accordo Nortel”, dice Joseph Hadzima, un docente della MIT Sloan School of Management e cofondatore di IP Vision, una società di analisi e strategie di brevetto di Cambridge, nel Massachusetts. “Credo che abbiano raggiunto quello che secondo le persone era il loro obiettivo strategico”.
La vendita non significa necessariamente che Google sia fuori dal business degli hardware (vedi “Motorola Reveals First Google-Era Phone, the Moto X“). Google possiede ancora la divisione di ricerca, l’l’Advanced Research and Projects (ATAP), capeggiata da Regina Dugan, ex direttrice della Defense Advanced Research Projects Agency, o DARPA.
Uno degli sforzi condotti da questa unità, denominato Progetto Ara, è incentrato sulla creazione di un hardware modulare per telefonia. L’idea è che componenti quali batterie, sensori, trasmettitori wireless e videocamere debbano poter essere intercambiabili – un’idea che ha il potenziale per dare agli hardware degli smartphone quello che Apple ha dato ai software quando ha creato un mercato per applicazioni software, o apps”. L’ATAP sta perseguendo anche altre idee, come la rimozione di password attraverso un minuscolo segnale wireless dotato di codice identificativo. Alcune delle ricerche di Google includono schermi LCD energeticamente efficientie sistemi per individuare fughe di energia nelle apps per smartphone.
In passato, il CEO Google, Larry Page, ha sfruttato le earnings call per accennare possibili sforzi di ricerca concentrati sul Mobile avanzato, tra cui schermi più durevoli o batterie più longeve (vedi “A Longer Lasting Phone? Google’s Larry Page Says It’s Coming” e “What New Ideas Does Google Have Brewing at Motorola“).
Page ha recentemente scritto in un blog che Google avrebbe concentrato i propri sforzi hardware in altre aree pronte a essere innovate, quali il mercato casalingo e il wearable computing – una dichiarazione prevedibile se si considera la recente acquisizione della costruttrice di termostati intelligenti, Nest, da parte di Google (vedi “Nest Acquisition Is Like Apple and Google Teamed Up“). ATAP potrebbe facilmente essere inclusa in questa visione.
Oltre al laboratorio di ricerca, Google detiene un certo numero di brevetti con i quali contrapporsi ad Apple e Samsung. Oltretutto, Lenovo potrà costruire e distribuire telefoni Android da distribuire in altri paesi del mondo, dando a Google una portata più ampia alle sue ricerche e alle sue pubblicità.
Sono al centro delle attività legate ad Android e pubblicità, ed hanno raggiunto un traguardo strategico notevole. Direi che si tratta di una situazione win-win per loro”, commenta Hadzima.
Google potrebbe facilmente cominciare ad autorizzare altre aziende a costruire prodotti sulla base dei brevetti che possiede. “Ora che la sua capacità produttiva nel campo hardware è svanita, ho difficolta a immaginare come possa sostenere che realizzerà nuovi e incredibili dispositivi, a meno che non cominci a cedere le proprietà intellettuali”, dice Carl Howe, vice presidente della società di analisi Yankee Group di Boston.