«Un terremoto politico». Stamattina la Francia s’è svegliata con le stesse parole che furono pronunciate da Lionel Jospin alla lettura dei risultati del primo turno delle elezioni presidenziali del 2002 quando l’allora capo del Partito Socialista fu buttato fuori al primo turno dal fondatore del Front National Jean-Marie Le Pen, che nessuno avrebbe dato al secondo turno visto che la partita doveva giocarsi tra Jospin e Jacques Chirac. Eppure anche questa volta il Front National del nuovo corso di Marine Le Pen s’erge ad arbitro delle elezioni e lo fa entrando di prepotenza nello scenario politico francese con un risultato che, al di là di quelli che saranno i risultati definitivi del secondo turno, appare già di portata storica.
A livello nazionale infatti il Front National ha raccolto quasi un milione di voti e a livello nazionale potrà essere presente nel 6% dei comuni con più di 1.000 abitanti, un risultato sei volte superiore a quello delle municipali del 2008. Non solo, ha conquistato subito la città di Hénin-Beaumont (Pas-de-Calais), con l’exploit di Steeve Briois che è riuscito a farsi eleggere al primo turno e a strappare la città proprio ai socialisti.
Come sempre accade in periodi di crisi e di transizione, il Front National emerge prepotentemente, raccoglie consensi e incarna il voto di protesta. Gli effetti della crisi, il patto di responsabilità che Hollande ha sancito con le imprese per far ripartire l’economia (che non è piaciuto però ai piccoli commercianti, agli artigiani, agli agricoltori e ai sindacati), la politica d’austerità, l’aumento dell’Iva (che ha fatto scoppiare l’autunno caldo francese), il ritorno in piazza della destra xenofoba, degli antiabortisti: tutti questi sono ingredienti che hanno direttamente o indirettamente favorito il Front National. Il governo di Hollande è in piena crisi e la bilancia politica si sta spostando oramai a destra dove trionfa il populismo, la xenofobia e l’antieuropeismo. Il risultato del Front National potrebbe inoltre essere ancora più rotondo dopo il secondo turno e molte città potrebbero cadere nelle mani del Front National. Per questa ragione il clima che si respira a qualche giorno dal secondo turno è perfettamente sintetizzato dalla prima pagina di Libération: «Paura sulle città».
Vince l’Ump, il Front National terza forza del Paese
Lo scenario politico è oramai cambiato. La destra ottiene il 46,54% dei voti, la sinistra 37,74%, il Front National 4,65% (pur non presentandosi ovunque) mentre l’estrema sinistra totalizza lo 0,58%. Con la destra nettamente in testa, la sinistra perde ben cinque punti percentuali rispetto alle elezioni del 2008. Il Front National diventa invece il terzo partito di Francia. « È la fine della bipolarizzazione della vita politica francese » tuona su TF1 Marine Le Pen. Forse è una forzatura retorica visto che tutto sommato i voti sembrano ancora ben polarizzati tra l’Ump e i socialisti ma è pur vero che il Front National ha già costretto gli altri due contendenti a pericolose lotte a tre al secondo turno (a Marsiglia ad esempio ma almeno in un altro centinaio di città con più di 30.000 abitanti).
Se si pensa poi che alle ultime elezioni amministrative, quelle del 2008, tra mille difficoltà finanziarie per riuscire a formare le liste, il Front National aveva collezionato su scala nazionale un misero 0,93% al primo turno e addirittura uno 0,28% al secondo turno con l’elezione di solo 60 consiglieri municipali, la differenza con quanto accade oggi è abissale. Due dati su tutti: il Front National è stato votato da quasi un milione di persone e sarà presente al secondo turno in ben 315 città.
Il partito di Marine Le Pen è in testa in numerose città chiave come Perpignan, Avignone, Forbach, Béziers, Fréjus, Tarascon e potrebbe anche aggiudicarsele al secondo turno. A Hénin-Beaumont Steeve Briois ha sbaragliato la concorrenza socialista ottenendo addirittura il 50,26% dei voti al primo turno. A Béziers, Robert Ménard, ex presidente di Reporters Sans Frontières, ha raccolto il 45 % dei suffraggi. A Perpignan l’attuale compagno di Marine Le Pen Louis Aliot è in testa con il 34,4 % dei consensi contro il 29,8% del suo principale avversario dell’Ump Jean-Marc Pujol. Anche a Fréjus il candidato del FN David Rachline ha raccolto oltre il 40 % dei consensi.
Astensionismo record
Ma il primo turno delle elezioni municipali francesi non è stato caratterizzato esclusivamente dall’exploit del Front National. L’altro elemento chiave è stato il tasso d’astensionismo record: oltre 21 milioni di francesi non è andato a votare Secondo fonti del ministero degli interni il tasso di astensionismo di questa prima tornata elettorale si attesta sul 35,87% (contro il 33,46% del 2008), un tasso che anche il ministro degli Interni Mauel Valls non ha potuto non definire «troppo elevato» e che rappresenta una sconfessione dell’azione del governo del presidente Hollande, tra i più impopolari della storia. A Marsiglia e a Tolosa addirittura un elettore su due non è andato a votare mentre il record di astensionismo spetta alla città di Roubaix, una delle più povere di Francia, con il 61,58% degli aventi diritto che non è andata a votare.
Débacle socialista: un “fronte repubblicano” in funzione anti-FN ?
La débacle socialista è sotto gli occhi di tutti. Ora si cerca di correre ai ripari con improbabili alleanze per «sauver les meubles» e si parla già di probabili rimpasti di governo in quanto il voto costituisce una severa bocciatura nei confronti dell’esecutivo. Si pensi al caso di un illustre membro di questo esecutivo, il ministro dei trasporti e dell’energia Frédéric Cuvillier. Non è nemmeno riuscito a farsi rieleggere nella sua città Boulogne-sur-Mer (anche se per una manciata di voti). Non è forse l’emblema della catastrofe del Ps? L’idea socialista di federare altre forze politiche in chiave anti-FN attorno ad un “fronte repubblicano” non sembra poi piacere alla destra dell’Ump. «Siamo tutti d’accordo a rifiutare qualsiasi alleanza con il Front National e a rifiutare qualsiasi “Fronte repubblicano”», ha fatto sapere Henri Guaino, ex-consigliere di Nicolas Sarkozy e deputato delle Yvelines. Del resto l’Ump da un ipotetico fronte repubblicano avrebbe solo da perdere visto che grazie alla sua alleanza con i MoDem e l’Udi centrista è riuscito a fare buoni risultati e a diventare il primo partito di Francia. Il Partito socialista invece ha perso terreno ovunque : a Nantes 20 punti percentuali, a Lilla 12, a Lione e Marsiglia dove il candidato socialista Patrick Mennucci è addirittura terzo col 20,7 % dei consensi.
Duello di donne a Parigi, lotta a tre a Marsiglia
A Parigi Nathalie Kosciusko-Morizet, dell’Ump, è arrivata in testa con il 35,64 % dei consensi davanti alla socialista Anne Hidalgo, che ha raccolto il 34,4% dei voti. In realtà se pure la candidata dell’Ump ha collezionato più voti, Anne Hidalgo è però in testa negli arrondissement chiave di Parigi (il XII o il XIV), quelli cioé che forniscono più consiglieri municipali. Intanto il Partito Socialista è corso subito ai ripari sancendo un accordo con i Verdi (Eelv) per evitare spiacevoli sorprese al secondo turno. Quest’ultimi infatti hanno fatto un ottimo risultato a Parigi sfiorando il 10% dei consensi. A Marsiglia è corsa a tre fra Jean-Claude Gaudin (Ump), che è arrivato in testa con oltre il 38% dei voti davanti al candidato Fn Stéphane Ravier (22%) e al candidato socialista Mennucci (20,77%). Il secondo turno s’annuncia dunque ricco di sorprese. Se tra una settimana il Partito Socialista non riuscirà a ribaltare o almeno a edulcorare questo risultato, per Hollande ed il suo governo, ma anche per la Francia tutta, verranno tempi difficili.