Cosa c’è nel Def

Crescita stimata nel 2014 0,8 per cento

L’approvazione del Def, il Documento di economia e finanza relativo ai prossimi tre anni, e stato il tema quasi esclusivo del Cdm dei ministri inziato alle 18 di oggi e terminato attorno alle 19.  

In apertura della conferenza stampa, il presidente Renzi affiancato dal ministro Padoan, ha confermato la stima per il Pil 2014 allo 0,8%, contro l’1,1% del governo Letta. Oggi l’Fmi aveva fermato la previsione di crescita allo 0,6%. 

La copertura per la detrazione di 80 euro, pari a 6,7 miliardi per il 2014, sarà inserita nel decreto, ha continuato Renzi « che presenteremo venerdì 18 aprile, perché necessita dell’approvazione del Def in Parlamento per sbloccare la parte relativa all’IVA». La copertura sarà così ripartita: 4,5 miliardi dalla spending review, con un orizzonte di tre anni, ha specificato poi Padoan. Una cifra quindi inferiore ai 6 miliardi indicati dal commissario Cottarelli, definiti «tagli troppo pesanti». Dovrebbe quindi essere salvata la parte relativa alla sanità, riguardo alla quale Renzi ha successivamente dichiarato «in prospettiva, sulla salute spenderemo di più, non di meno», non ci saranno dunque tagli lineari. I restanti 2,2 miliardi deriveranno da un aumento del gettito IVA e dall’aumento della tassazione della rivalutazione delle quote di Banca d’Italia. «Saranno le banche a pagare» ha detto Renzi. Gli 80 euro, secondo il Premier, non hanno solo una valenza economica, ma soprattutto restituiscono fiducia a chi guadagna meno di 1500 euro al mese.

«Questa è la quattordicesima agli italiani, non è demagogia elettorale, ma un fatto di giustizia sociale. Alcuni hanno preso tanto in questi anni, ad esempio i manager pubblici che da aprile non potranno prendere più di 238mila euro» ha dichiarato poi Renzi. «Tema fondamentale per la presidenza italiana della UE sarà stabilire riforme strutturali assiociate alla finanza pubblica e a un aumento degli spazi di manovra» ha successivamente aggiunto Padoan che ha infine specificato che «il programma delle privatizzazioni continuerà e sarà determinante per l’aumento del Pil, già visibile nel futuro prossimo». 

QUI IL COMUNICATO DI PALAZZO CHIGI CON TUTTE LE MISURE VARATE IN CDM

QUI LE DUE TABELLE SUGLI INDICATORI DI FINANZA PUBBLICA E LE PROSPETTIVE MACROECONOMICHE

Di seguito le anticipazioni comparse sul Corriere della Sera questa mattina:

Obiettivo del Def è conciliare una forte spinta alla spending review con la crescita. I tagli principali toccheranno la spesa per l’acquisto di beni e servizi, le retribuzioni dei dirigenti, le spese dei ministeri, compresa la Sanità (ma evitando tagli lineari, assicurano) e la Difesa, i trasferimenti alle imprese, la soppressione degli enti inutili.

Gli interventi in dettaglio sono stati anticipati dal Corriere della Sera di questa mattina. Ci saranno gli 80 euro in busta paga come risultato dell’aumento delle detrazioni Irpef per chi ha un reddito fino a 25 mila euro lordi l’anno. Ma visto «l’aumento della povertà» il governo continua a lavorare per un intervento a favore di chi è ha un reddito ancora più basso, i cosiddetti incapienti che restando sotto gli 8 mila euro lordi sarebbero esclusi dagli sgravi, ma servirebbero altri soldi. Per le imprese ci sarà il taglio dell’Irap, del 5% quest’anno e del 10% dal 2015. A finanziarlo l’aumento dal 20 al 26% del prelievo sulle rendite finanziarie (Bot esclusi), da metà 2014.

Per raggiungere i 6,6 miliardi necessari per tagliare il cuneo fiscale l’asso nella manica del governo sarebbe il raddoppio dell’imposta sulle plusvalenze delle quote Bankitalia, che arriverebbe al 26 per cento.

La riforma della dirigenza comincerà dalla presidenza del Consiglio che vedrà una riduzione dei dipartimenti, la rotazione dei capi dipartimento e un taglio delle spese di consulenza. Per tutti i dirigenti pubblici e delle società non quotate è in arrivo una revisione al ribasso del tetto alla retribuzione, dagli attuali 311 mila euro al livello del presidente della Repubblica: 239 mila euro, con una maggiore articolazione della parte variabile legata ai risultati. Gli incarichi dei dirigenti dovrebbero essere a termine. La riforma verrà presentata con un provvedimento di legge tra la fine di aprile e l’inizio di maggio.

Alla voce “crescita” il Def inserirà il vincolo di destinare almeno lo 0,3% del Pil (4,8 miliardi) alle grandi opere. Secondo il viceministro delle Infrastrutture, Riccardo Nencini, si potrebbe arrivare nel triennio a 18-20 miliardi. Almeno 3 miliardi andranno all’alta velocità ferroviaria tra Napoli e Bari. Novità importante anche sulle infrastrutture locali: i comuni dove si sono conclusi i procedimenti autorizzativi potranno aprire i cantieri senza che la spesa venga computata a fini del rispetto del patto di Stabilità interno. In programma anche la riforma del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) e del codice degli appalti per velocizzare le procedure, oltre che del titolo V della Costituzione per superare i veti locali.

Per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione ai 47 miliardi di euro già stanziati se ne aggiungono altri 10-15. Viene poi introdotto un meccanismo per evitare che si accumulino altri ritardi nei pagamenti delle nuove fatture, per il rispetto della direttiva europea che fissa in 60 o 30 giorni, a seconda dei casi, il tempo massimo previsto per il saldo. Un intervento che passerà attraverso l’obbligo di registrazione delle fatture e il rafforzamento del sistema per la fatturazione elettronica. Previsto anche l’intervento della Cassa depositi e prestiti per acquistare dalle banche e dagli intermediari finanziari i crediti delle imprese

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L’analisi di Stefano Cingolani sulle anticipazioni relative al Def: 

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