Quello del fotografo ticinese (ma di stanza a Parigi) Simone Cavadini è un tentativo di mostrare e analizzare come lo spettacolare partecipa nell’esercizio del potere. Il contesto prescelto è quello della televisione italiana, in particolare quello di Mediaset, gruppo televisivo di proprietà di Silvio Berlusconi, che per anni è stato presidente del Consiglio e adesso, nonostante le ultime traversie giudiziarie che lo hanno privato della carica di senatore, è ancora visto come il capo dell’opposizione.
Simone ha selezionato diversi studi televisivi a Milano e a Roma «in base agli elementi che componevano questi decori; in base alla loro ricchezza e saturazione visiva quasi barocca. Un eccesso che, a mio modo di vedere, fa perdere l’esperienza dell’individualità dello spettatore».
Fa sua la lettura di Guy Debord, per il quale la televisione «è un “dispositivo di unificazione delle masse” e proprio tramite questi decori che riflettono un’idea di benessere economico, l’individuo viene “rassicurato”». Questo è il criterio alla base della selezione degli studi ed è anche la spiegazione per cui non sono indicati i nomi dei programmi che si registrano in quegli studi, perché «non apportano nulla al progetto di per sé».
Ringraziamo l’autore per averci permesso di pubblicare le immagini