TaccolaMobili: qui la ripresa è già arrivata

Nei primi mesi del 2014 fatturato +4,9%

Da qualche ora la portaerei Cavour è tornata nel porto di Civitavecchia. Nel giro di pochi giorni il suo interno riprenderà il proprio aspetto originale. Torneranno gli elicotteri e i jet AV8,  al posto degli allestimenti che ha ospitato dallo scorso 12 novembre: stand, videowall, prodotti di arredamento, dai tavoli alle luci. Negli ultimi 4 mesi e mezzo la nave della Marina militare è stata in missione a compiere una campagna per la promozione del Made in Italy nel Medio Oriente e in Africa. Prima in Arabia Saudita ed Emirati, poi sulla costa est dell’Africa, fino al Sudafrica e poi su per l’Africa Occidentale. Ultima tappa Algeri, dopo l’intera circumnavigazione del Continente Nero. All’interno di questo progetto 150 metri quadrati sono stati occupati da una ventina di imprese associate di FederlegnoArredo, che nel percorso hanno incontrato autorità e soprattutto commercianti e produttori locali del settore dell’arredamento. Sul bilancio dell’impresa non ha alcun dubbio Roberto Snaidero, presidente dell’associazione di categoria FederlegnoArredo. «È stato un successo, la controprova è la richiesta fortissima che è arrivata quest’anno da parte delle delegazioni africane di partecipare al Salone del Mobile. Ho incontri dalla mattina alla sera da martedì a domenica».

L’entusiasmo del presidente dell’associazione dei mobilieri non è però limitato alla riuscita, a quanto afferma, della missione diplomatico-commerciale. Il calo dei consumi interni dopo anni di discesa libera si è arrestato e i primi mesi del 2014 hanno visto una crescita del fatturato delle imprese del settore legno e arredo in media del 4,9%, come ci anticipa lo stesso Snaidero. Il verso è cambiato, ma la svolta ha poco ha a che fare con l’inventore dello slogan, Matteo Renzi. Il merito, questa volta, va iscritto al suo predecessore, Enrico Letta, e al suo bonus mobili (detrazione del 50% delle spese fino a 10mila euro, quindi con un bonus fino a 5mila euro, in 10 anni) della scorsa estate. I risultati, spiega Snaidero, sono stati quasi immediati. «Negli ultimi tre mesi del 2013 a causa del bonus mobili abbiamo recuperato 340 milioni di fatturato». Ad andare bene, secondo l’industriale, sono le cucine, l’arredo bagno e gli armadi, seguiti dall’illuminazione, che pure non ha goduto del bonus. 

Proiettando questo numero sul 2014, anche considerando la crescita dei primi mesi di quest’anno, ci si aspetta un recupero di circa 1,2 miliardi di euro. Si potrebbe quindi tornare ai numeri del 2012, quando il fatturato complessivo fu di 28,34 miliardi di euro, per poi precipitare a 27,44 miliardi nel 2013, con una discesa a prezzi correnti del 3,2% (quindi circa -4,4 a prezzi costanti). «Mi auguro che si torni ai livelli del 2012 – commenta Snaidero -. La gente ci crede, ha cominciato a tornare ad avere fiducia. Siamo ancora molto distanti dai vecchi parametri ma abbiamo invertito la rotta». Darà forse una mano il bonus di 80 euro che i lavoratori riceveranno da maggio come detrazione Irpef dalla busta paga? «Non possiamo pensare che 80 euro al mese risolvano i problemi del settore, ma di certo danno fiducia ai consumatori», è la risposta. 

TOTALE MACROSISTEMA LEGNOARREDO*
(Valori in milioni di euro a prezzi correnti)
A+L 2012 2013 var. %
2013/2012
Fatturato alla produzione (a) 28.346 27.446 -3,2%
Esportazioni (b) 12.448 12.742 2,4%
Importazioni (c) 4.657 4.509 -3,2%
Saldo (b – c) 7.791 8.234 5,7%
Consumo interno apparente 20.555 19.212 -6,5%
export/fatturato (% b/a) 43,9% 46,4% 5,7%
Addetti 373.653 366.832 -1,8%
Imprese 69.633 67.222 -3,5%
Fonte: Centro Studi Cosmit/FederlegnoArredo
Consuntivi elaborati a marzo 2014
* Escluso commercio legno

I dati di un altro osservatorio sui numeri del mercato del mobile danno una visione leggermente più cauta. Il Centro studi sull’industria leggera (Csil) di Milano ha stimato in uno studio di fine 2013 il calo del fatturato del settore attorno al 12% a prezzi costanti nel biennio 2012-2013. Per il centro, il 2014 «sarà ancora un anno di incertezze per l’Italia. La crescita del commercio internazionale riprenderà slancio trainando le esportazioni del settore, ma sul mercato interno la situazione resta delicata». Senza il bonus mobili ci sarebbe stato un calo dei consumi di mobili del 2-3% anche quest’anno, mentre con il bonus si può presupporre un arresto del calo dei consumi. 

Molto meglio le esportazioni: nel 2014, per il Csil cominceranno a crescere anche nei Paesi europei e la crescita attesa dell’export è del 3% a prezzi costanti. Il congiunto andamento positivo delle vendite sui mercati esteri e della stabilità del mercato interno determineranno un aumento del valore della produzione pari al 2% in termini reali.

La ripresa si vedrà però solo dopo. Così lo studio:

Nel 2015 con un commercio internazionale in crescita più decisa si prevede una maggiore domanda estera per il settore e una domanda interna che inizierà a mostrare timidi segnali di ripresa. I consumi interni saranno ancora frenati dall’andamento dell’occupazione e da una crescita del reddito disponibile non ancora sufficiente a determinare una vera e propria crescita dei consumi. Permarranno atteggiamenti cauti di spesa e le famiglie provvederanno a incrementare i risparmi più che ad innalzare la propensione al consumo.
 

Nel 2016 l’economia italiana tornerà a crescere a un ritmo intorno all’1,5% trainata anche dalla domanda interna. La ripresa della crescita del reddito disponibile (+1,8% a prezzi costanti), sostenuta da una ripresa dell’occupazione (+0,6%) e da una inflazione moderata miglioreranno ulteriormente il clima di fiducia delle famiglie. Questo si tradurrà in un aumento del consumo di mobili del 2% a prezzi costanti.

Fonte: Csil

Fonte: Csil

Di certo nel mondo la domanda di mobili sta crescendo a ritmo sostenuto: più del 3% di crescita in media nel mondo, con le aree dell’Asia e Pacifico e del Medio Oriente e Africa a correre più degli altri. A guidare lo sviluppo saranno in particolare le aree metropolitane: saranno le città con una popolazione che varia da 150mila abitanti a 10 milioni a contribuire, entro il 2020, al 50% del Pil mondiale. Per questo il Csil ha individuato una lista di 100 città con interessanti possibilità di crescita e quindi di successo per il settore del mobile. Si parla ovviamente delle grandi aree come Tokyo o New New York, ma anche di città di grande e media dimensione nei Paesi emergenti, come Santiago de Querétaro, New Dehli, Dhaka. Molto attrattive anche città come Xiamen, Almaty e Tianjin, oltre che Singapore e le australiane Melbourne e Auckland. 
 

Domanda di mobili nel mondo

«Questo è il momento di esplorare nuovi mercati», sintetizza Snaidero, secondo il quale oggi la proporzione ideale, per le aziende, è la vendita del 70% delle merci all’estero e il 30% in Italia, anche se negli altri prossimi il rapporto potrebbe tornare al 60-40. Oltre agli Stati Uniti, che si stanno riprendendo, «stiamo battendo mercati nuovi, come l’Azerbaijan, o promettenti ma difficili, come la Cina, dove subito dopo il Salone del Mobile avremo una persona di FederlegnoArredo, a Shanghai». 

Ma se si parla di estero, il primo pensiero dei mobilieri va alla Russia. Oggi il 10% dei 10 miliardi di esportazioni italiana verso la Federazione russa è rappresentato da mobili o altri oggetti di arredamento. Per questo le eventuali sanzioni contro la Russia, a seguito della crisi in Crimea, sono viste come fumo negli occhi dagli imprenditori del settore. «Basta vedere quanti visitatori russi saranno presenti al Salone del Mobile – parla per loro Snaidero -, ne attendiamo 10-12mila. Mi auguro che la crisi in Ucraina rientri e che si dia fiato alla diplomazia. Per noi occidentali la Russia è un Paese fondamentale per le esportazioni, e per i russi è fondamentale importare i nostri prodotti». 

Se finora si è parlato delle nuove opportunità, i punti critici rimangono tutti sul tavolo. C’è la tutela del Made in Italy, cara all’associazione di categoria, come le carenze nei controlli sui prodotti importati. «Se i divani o altri altri prodotti provengono da altri Paesi, anche europei – racconta Snaidero -, non hanno le certificazioni italiane che prevedono alti standard in termini di tossicità. In settori come l’illuminazione, per esportare lampade prodotte in Italia dobbiamo avere una certificazione fatta da loro tecnici che vengono in Italia. Mentre ci troviamo prodotti che arrivano in Italia che arrivano senza certificazione». 

Ma ci sono anche fronti su cui non possiamo rimproverare nessuno, se non noi stessi. Uno su tutti, la distribuzione, sia fisica sia online. «Il problema dei rivenditori di mobili in Italia va approfondito – riconosce Snaidero -. La nascita di Ikea e strutture simili è dovuta anche alla mancanza di professionalità o continuità da parte dei rivenditori italiani. Vedo che stanno nascendo che stanno nascendo dei centri commerciali e siti di negozi per mobili, con prodotto finito. La gente tende ad andare nei centri commerciali dove trova tutto, sette giorni su sette». 

C’è poi l’e-commerce, che per molti versi sembra il regno incontrastato di Ikea, dove si online si può progettare la propria cucina o camera e ordinarla. Su questo fronte però l’associazione non è ancora troppo sensibile. «Alcune parti del nostro settore merceologico possono essere trattate attraverso l’e-commerce, altre come la cucina no, perché ciascuna è fatta su misura – secondo il presidente di FederlegnoArredo -. È un fenomeno più diffuso all’estero, in Italia la gente vuole vedere il prodotto».

In un momento in cui le medie nascondono una «performance tra i cluster italiani dell’arredamento estremamente eterogenea negli ultimi anni», come sottolinea il Csil, l’e-commerce dovrebbe essere un fattore di distinzione da non sottovalutare. Anche perché, come conclude il centro studi, «il processo di selezione delle aziende è in atto e il livello di esuberi di personale trovato rimane ancora molto alto» e la differenza nelle performance dei distretti italiani dipende principalmente dalla differenza dei prodotti e dalla capacità di esportare. 

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