Alessandra Quarta: «Il Pd? Eurocomplice dell’austerità»

Alessandra Quarta: «Il Pd? Eurocomplice dell’austerità»

Cortei, banchetti, raccolte firme, tanta ricerca sui beni comuni e l’attivismo durante il referendum sull’acqua pubblica nel 2011. Alessandra Quarta, 28 anni, precaria dell’Università, ha sempre unito lo studio all’attivismo politico. Dopo la laurea in Legge un dottorato, dal 2013 l’insegnamento accademico all’Università Piemonte Orientale. Per lei è la prima esperienza elettorale, con l’Altra Europa per Tsipras corre nella circoscrizione Nord-Ovest. «Il mio percorso è partito da un collettivo torinese, Officine Corsare». È un progetto in cui crede, indipendentemente dalla soglia di sbarramento al 4 per cento e la stampa che non dà spazio ai candidati.

«Per me l’Unione europea è la possibilità di realizzare le aspettative e i diritti della mia generazione. Credo di avere le competenze e la capacità per portare le istanze dei giovani in Europa».   

Quali sfide per la prossima legislatura al Parlamento europeo? Qual è la priorità di Alessandra Quarta?
La principale sfida per il Parlamento europeo, ma anche per le altre Istituzioni, è far cessare le politiche di austerità. E in assenza di una politica economica diversa è impossibile una cittadinanza europea che sia realmente comune. La mia priorità è legata alla politica economica dunque. È necessario un intervento per rimettere in discussione il debito.

Cioè, lei propone la cancellazione del debito per i Paesi del Sud?
Ci sono due vie: abolirlo o metterlo in comune. Io personalmente sono per la seconda. Europeizzare il debito, attraverso la promozione di una conferenza per discuterne tra i Paesi membri, significherebbe scegliere una reale cooperazione all’interno dell’Unione europea.

Per lei serve più Europa quindi per superare la crisi?
Si. L’Altra Europa è catalogata erroneamente tra le liste antieuropeiste. Noi invece ci definiamo “eurocritici”, perché vogliamo un’Europa diversa, che sia dei popoli e che dia valore alle diversità nel contesto europeo. Tornare agli Stati nazionali per noi è una strada impercorribile.

I Trattati però secondo voi vanno cambiati? Perché?
Certo, i Trattati vanno rinegoziati. Ad esempio, il Fiscal compact ha inserito nella nostra Costituzione parametri che devono essere rivisti. Non sono sostenibili perché non abbiamo una crescita tale per poterli rispettare. Mantenerli significherebbe procedere a tagli lineari.
Servono presupposti diversi, anche per la democrazia europea. Il Parlamento europeo nei Trattati è ridotto a un organo consultivo, invece dovrebbe essere al centro del processo democratico e legislativo.

C’è chi propone un piano di investimenti paneuropeo. L’Altra europa lo sostiene?
Si. L’Unione europea deve assumersi la responsabilità di un piano paneuropeo per la creazione di nuovi posti di lavoro. Quello dell’occupazione è uno dei campi in cui l’Europa dovrebbe avere una visione d’insieme. Abbiamo creato un’unione dei mercati, dei servizi, dei capitali, ma serve anche dare sviluppo all’economia interna creando posti di lavoro.

Perché così com’è l’Europa non funziona?
Perché è un’Europa tutta schiacciata su una dimensione economico-monetaria. La politica è schiacciata dalla tecnocrazia e abbiamo assistito all’illusione di arrivare all’unità politica attraverso l’unione economica.

Il Pd di Renzi sembra aver mostrato dei segni di cambiamento. Voi de L’Altra Europa però vi definite l’unica sinistra attualmente in circolazione. I sondaggi comunque premiano il Pd. Non è una battaglia contro i mulini a vento la vostra?
Il Partito democratico a livello europeo sta avendo un ripensamento, ma è tra gli eurocomplici della politica di austerità. Non sono credibili, e Renzi sta giocando le Europee come una partita nazionale tra lui e Grillo. Dalla vittoria dipende la tenuta o meno del governo. Per questo la nostra lista è poco conosciuta e non ha avuto visibilità da parte dei media. Essere di sinistra significa mettere al centro gli interessi europei e prima le persone. Noi stiamo promuovendo un percorso di attivismo, la partecipazione dal basso, con lo stesso modello del referendum sull’acqua pubblica del 2011.

Il personaggio politico che ha più inciso positivamente sull’Unione?
Mi auguro che per il futuro sarà Alexis Tsipras. Per il passato mie fonte d’ispirazione sono invece Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, autori del Manifesto di Ventotene.
Tsipras è riuscito a ricomporre la sinistra radicale greca. Sembra che in Italia ci sia bisogno di un papa straniero per stare insieme…
È una lettura parziale, che non dà l’idea del percorso europeo che stiamo facendo. Tsipras è candidato non solo in Italia, ma anche in Francia, Spagna, Germania, e altri Paesi europei.

Non è un po’ assente in campagna elettorale? Ci sono già stati due dibattiti pubblici tra i candidati alla presidenza della Commissione a Maastricht e Firenze, e lui non ha partecipato…
Credo invece che sia uno scandalo come la stampa stia trattando il nostro candidato. A Ballarò Tsipras e Ska Keller (la candidata dei Verdi europei, ndr) sono stati ridotti a un intervento di quattro minuti con un’intervista pessima. Inoltre Tsipras è già stato a Roma e Palermo, e il 19 maggio tornerà in Italia per concludere la campagna elettorale.

Ha apprezzato la mossa del capo comunicazione Paola Bacchiddu, che ha sfoggiato un bikini per Tsipras?
Credo sia un gesto personale, non in qualità di capo della comunicazione. Ha usato una foto del suo profilo già presente su Facebook. Ma capisco che fare comunicazione in una condizione di par condicio inesistente, in cui i comunicati da lei scritti non vengono ripresi sistematicamente sia frustrante.
Lo trovo un gesto ironico e intelligente per lanciare un tema. E il tema non è il fondoschiena della Bacchiddu, ma i quotidiani nazionali che parlano del suo fondoschiena.

Perché scegliere Tsipras tra i candiati?
È l’unica possibilità di avere un’Europa diversa e l’unica lista che ha un programma davvero europeo per portare un cambiamento. Al centro ci sono gli interessi degli europei.

LA CANDIDATA IN TRE TWEET

TEST: QUANTO CONOSCI L’EUROPA

Test quanto conosci l’Europa:  L’ABC per entrare in Parlamento

1 Quanti sono gli Stati membri Ue nell’Eurozona?
☐ 15
☑ 20
☐ 18 (risposta esatta)

2 Chi non fa parte dell’Unione europea
☐ Cipro
☐ Irlanda
☑ Islanda

3 L’organo che detiene, insieme al Parlamento, il potere legislativo
☐ Consiglio europeo
☐ Consiglio d’Europa
☑ Consiglio dell’Unione europea

4 Quanti saranno gli europarlamentari nella prossima legislatura:
☐ 715
☑ 745
☐ 751 (risposta esatta)

5 La sede della Commissione è:
☑ Berlaymont
☐ Justus Lipsius
☐ Quay d’Orsay

6 Chi ha il potere d’iniziativa legislativa nell’Ue:
☑ Commissione
☐ Parlamento
☐ Consiglio

7 Chi è l’attuale presidente della Commissione
☑ Barroso
☐ Schulz
☐ Van Rompuy

8 Chi tra questi è candidato alla presidenza della Commissione
☑ Ska Keller
☐ Marine Le Pen
☐ Gianni Pittella

9 In quale gruppo politico sta Forza Italia al Parlamento europeo
☐ Alleanza dei liberali e democratici in Europa
☐ Conservatori e Riformisti europei
☑ Partito popolare europeo

10 L’ultimo Trattato entrato in vigore:
☐ Trattato di Maastricht
☑ Trattato di Lisbona
☐ Atto Unico Europeo

RISULTATO: 8 SU 10

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