Alessandro Rosasco: «Un “green new deal” per l’Europa»

Alessandro Rosasco: «Un “green new deal” per l’Europa»

Prima esclusi dalla corsa alle Europee dal Ministero dell’Interno, poi riammessi dalla Cassazione. I Verdi non hanno certo vita facile in Italia, e a complicare le cose ci si mette l’interpretazione dei cavilli. Alla fine (almeno) il primo traguardo l’hanno raggiunto, e ora a decidere saranno le urne. Il loro simbolo, un girasole con il brand dell’European Green Party, sarà nelle schede delle Europee anche nel Bel Paese il prossimo 25 maggio. E tra i nuovi green candidati Alessandro Rosasco, 27 anni, genovese trapiantato a Torino. Per lui è la prima esperienza politica, e la campagna elettorale la ritaglia nel tempo libero dal suo tirocinio in un ufficio stampa del capoluogo piemontese. Muovendosi rigorosamente con bicicletta, treni e mezzi pubblici in giro per la circoscrizione Nord-Ovest. Attivista dalla doppia anima, radicale ed ecologista, si è iscritto al Partito radicale – in cui continua la militanza – al liceo, per approdare in seguito anche tra i Verdi europei. Due tessere, quindi? «Una scelta coerente, perché combina i due filoni a cui dedico il mio impegno: la difesa dello Stato di diritto e dei diritti civili e l’ecologismo». Il programma del partito ha un obiettivo molto condiviso, a parole. «Vogliamo il federalismo europeo. Tutti ne parlano in campagna elettorale ma poi i comportamenti nelle aule in cui si prendono le decisioni sono ben diversi dalle dichiarazioni di principio. Per me l’Europa politica è quella di Altiero Spinelli e del Manifesto di Ventotene».

Cosa propongono gli ecologisti italiani?
Quello che vogliamo è un “green new deal”. Per noi la crisi non si risolve con scelte unilaterali dei singoli Stati. Se i Paesi agiranno ognuno per proprio conto non troveremo alcuna vera soluzione. C’è bisogno di una riconversione ecologica della società. É ora di finirla con gli investimenti nei settori decotti. La Germania ha mostrato che un’altra via è possibile, abbandonando il nucleare e investendo sulle energie alternative. Anche in Italia dobbiamo smettere di sostenere le industrie che non hanno investito sull’innovazione tecnologica. Solo così si combatte la disoccupazione. Oggi gli europei a rischio di povertà sono il 25 per cento della popolazione.

In questa campagna elettorale sono cresciuti i numeri degli euroscettici, che propongono il ritorno alla sovranità monetaria. Euro o lira?
Mi spiace che ci si trovi a parlare di questo e che il tema monopolizzi il dibattito pre-elettorale. Vorrei ragionare sull’Europa del presente e del futuro, non sul passato. Se tornassimo alla lira il risultato sarebbe un disastro. Il solo dato certo sarebbe il ritorno dell’inflazione alle stelle. Se la moneta unica ha dei problemi è perché manca una politica economica comune invece.

Il Fiscal Compact e gli altri Trattati vanno cambiati?
Serve un’Unione europea democratica, e non un sistema che procede a rilento con i grandi vertici intergovernativi tra capi di Stato a cui assistiamo oggi, che decidono per i cittadini a porte chiuse. Mi auguro che il prossimo Parlamento europeo sia un’Assemblea Costituente che cambi le Istituzioni in senso più democratico. Commissione e Banca centrale europea dovrebbero rispondere direttamente all’Europarlamento.

Quale sarà la primissima sfida per la prossima legislatura del Parlamento europeo?
Il primo atto a cui sarà chiamato il Parlamento è la scelta del presidente della Commissione. Per la prima volta il risultato delle elezioni sarà decisivo in questa decisione, e per questo i Green europei hanno promosso primarie online aperte a tutti i cittadini, da cui sono emersi due nomi: José Bové e Ska Keller, i nostri candidati alla presidenza della Commissione. La nuova Commissione europea si troverà numerosi dossier a cui vanno date risposte per il progresso dell’Unione europea. Martin Schulz e il Partito socialista non rappresentano un’alternativa a Barroso e al Partito popolare europeo, che ha guidato la Commissione negli ultimi dieci anni. Il 70 per cento delle decisioni nel Parlamento europeo avvengono con accordi tra il Ppe e il Pse, che insieme arrivano alla maggioranza. Dunque le leggi criticate dal centro-sinistra europeo sono le stesse che il Pse ha contribuito ad approvare.

Perché sostenere José Bové e Ska Keller?
È l’unico modo per scongiurare una grande coalizione tra Ppe e Pse. Gli ultimi sondaggi mostrano che dalle urne uscirà probabilmente un sostanziale pareggio tra i due principali gruppi del Parlamento europeo. Ppe e Pse, insieme ai liberal-democratici dell’Alde, hanno già firmato un accordo per trovare, dopo le elezioni, un’intesa sulla presidenza della Commissione. I nostri candidati José Bové e Ska Keller sono stati  scelti con primarie online, in modo democratico. Sono pronti a trovare un accordo con gli altri gruppi per dare un governo in base ai risultati delle elezioni, ma la nostra battaglia è a favore del federalismo e non faremo nessuna alleanza con le forze che remano contro l’Europa, come la lista Tsipras. Mi spiace che Barbara Spinelli, figlia di uno dei padri dell’Unione, sia nelle loro liste. La loro è una battaglia di retroguardia.  

Austerità e rigore cosa hanno portato in Europa?
Il risanamento dei bilanci è necessario, ma l’austerità non è una soluzione per tutto. Hanno strangolato la Grecia mentre era sull’orlo del baratro. Dobbiamo ricominciare a parlare di solidarietà tra Paesi e tra cittadini europei. E va ricordato che l’austerità non è caduta dall’alto, ma è stata imposta da chi ha governato l’Europa. Per questo bisogna combattere l’astensionismo, che favorirebbe la stessa maggioranza che ha condotto le politiche di austerity.

Perché così com’è l’Europa non funziona?
Non può funzionare finché viene usato il metodo intergovernativo, con cui le decisioni vengono prese dai governi degli Stati membri e richiedono l’unanimità. Le decisioni così non possono che arrivare in ritardo e male, e sono legate al potere di veto di 28 Paesi. Serve un’Europa davvero democratica, le cui decisioni siano rapide e prese a maggioranza.

Il personaggio politico che ha più inciso positivamente sull’Unione?
Altiero Spinelli è il primo ad aver pensato l’Europa, ed esce dalla bocca di tutti in campagna elettorale, perché ha saputo dare una visione al futuro del Continente, ma Daniel Cohn-Bendit, leader del ’68 francese, è la persona che mi ha spinto a scendere in campo. Dopo 20 anni al Parlamento europeo Cohn-Bendit si è rivolto ai giovani per proseguire il suo percorso di costruzione dell’Europa. Ho deciso di provarci e seguire il suo consiglio.

Perché scegliere lei? Cos’è per lei l’Europa?
Sono figlio dell’Europa, e mi impegno, insieme ad altri giovani, contro chi vuole mettere in discussione il progetto di integrazione europea. Per me l’Europa è lo spazio del futuro, l’unico che possa far fronte alla crisi economica, democratica ed ecologica a cui stiamo assistendo.

IL CANDIDATO IN TRE TWEET

TEST: QUANTO CONOSCI L’EUROPA

Test quanto conosci l’Europa:  L’ABC per entrare in Parlamento

1 Quale Stato è entrato nell’Ue nel 2013?

☑ Croazia
☐ Finlandia
☐ Slovenia

2 Chi non fa parte dell’Unione europea

☐ Finlandia
☐ Svezia
☑ Islanda

3 L’organo che detiene, insieme al Parlamento, il potere legislativo

☐ Consiglio europeo
☐ Consiglio d’Europa
☑ Consiglio dell’Unione europea

4 Quanti saranno gli europarlamentari nella prossima legislatura:

☐ 715
☐ 745
☑ 751

5 Una sede del Parlamento europeo è:

☑ Strasburgo
☐ Berlino
☐ Francoforte

6 Chi ha il potere d’iniziativa legislativa nell’Ue:

☑ Commissione 
☐ Consiglio
☐ Parlamento

7 Chi è l’attuale presidente della Commissione:

☑ José Manuel Barroso
☐ Martin Schulz
☐ Herman Van Rompuy

8 Chi tra questi è candidato alla presidenza della Commissione:

☐ Marine Le Pen
☑ Tsipras
☐ Olli Rehn

9 Chi è Martin Schulz:

☐ Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri
☑ Presidente del Parlamento
☐ Ministro delle finanze tedesco

10 Quanti Paesi fanno parte dell’Eurozona:

☐ 15
☐ 16
☑ 18 

RISULTATO: 10 SU 10

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