La guerra di Milano continua. Il fuoco incrociato tra i tassisti, la app Uber e gli autisti Ncc (Noleggio con conducente) non si placa. Anzi. Soprattutto ora che Uber ha lanciato il servizio low cost in condivisione, UberPop. E mentre gli Ncc hanno già presentato in Regione Lombardia una propria applicazione per prenotare online le auto, i tassisti siedono ai tavoli con l’amministrazione comunale per proporre al governo la regolamentazione di un settore che poggia ancora su una legge del 1992. Ma sia le auto bianche sia gli autisti sono pronti a far saltare l’incontro previsto per oggi (sabato 17 maggio) nel corso del Wired Next Fest tra la general manager di Uber in Italia, Benedetta Arese Lucini, Giovanni Maggiolo, del sindacato tassisti Unica Filt Cgil, e Pierfrancesco Maran, assessore alla Mobilità del Comune di Milano.
Uber, la app che tramite cellulare permette di prenotare una corsa a bordo di un auto a noleggio con conducente, ha scaldato gli animi sin dal suo arrivo a Milano. Tassisti ed Ncc si dall’inizio si sono coalizzati contro un servizio che di fatto rosicchia clienti agli uni e agli altri. Non sono mancati gli scioperi, le minacce di blocchi durante la settimana della moda, le aggressioni ai danni degli autisti di Uber e persino i manifesti offensivi sulle colonnine gialle dei taxi contro i rappresentanti sindacali dei taxi e Benedetta Arese Lucini, rinominata “Maledetta” dai suoi nemici (con tanto di foto della malcapitata scaricata da Facebook). La app, di risposta, ha rincarato la dose, lanciando uno sconto del 20% sulle tariffe nelle giornate di sciopero dei taxi e dei mezzi pubblici. Sconti a parte, però, il servizio Uber di fatto — a parte alcune fasce orarie — finora era risultato più costoso sia della normale corsa in taxi sia degli Ncc. Si trattava comunque di un servizio premium, che utilizzava solo berline, con tanto di acqua e caramelle in auto.
Cosa che non vale invece per Uber Pop. Il nuovo sistema permette a chiunque di registrarsi come autista usando un veicolo privato, quindi non solo eleganti berline, per trasportare gli utenti. Se per i normali servizi Uber le auto sono guidate da autisti professionisti con licenza Ncc, UberPop è simile al car pooling: chiunque si mette in viaggio con la sua macchina, se si trova nella zona dell’utente che lo ha chiamato tramite la app, può prelevarlo e portarlo a destinazione. «L’utente», spiega Benedetta Arese Lucini, «può contemporaneamente essere anche un autista. Basta avere una macchina intestata a sé o a un familiare da non più di otto anni e con almeno quattro posti, l’assicurazione a posto, avere la patente da almeno tre anni e con almeno dieci punti, e nessuna sospensione per guida in stato di ebbrezza». Prima di diventare un autista di UberPop e ricevere il telefonino con la app da autista, si deve sostenere un colloquio con Uber, che fa da garante. Le tariffe, calcolate a tempo, sono più economiche di Uber versione premium: 49 centesimi al minuto, con una base di 2,50 euro e una tariffa minima di 5 euro. E a Uber va il 20 per cento. Proprio questo 20% in più sarebbe oggetto del contendere. BlaBlaCar, noto servizio di car pooling, informa ogni utente del “rimborso” dovuto al proprietario dell’auto per le spese di benzina e pedaggio del tragitto da compiere. Uber dice di basarsi sulle stesse tariffe Aci, che però variano in base ai chilometri e non al tempo, ma in più applica il 20 per cento dovuto alla piattaforma. «Il pagamento», denuncia Francesco Artusa, presidente di Fai Trasporto persone, l’associazione che in Italia rappresenta le imprese di noleggio con conducente, «avviene sotto forma di rimborso, cioè un guadagno che non si dichiara al fisco. Questa è evasione».
Già al momento dell’annuncio della nuova app, un corteo di auto bianche è partito dalla stazione Centrale a palazzo Marino a passo d’uomo, paralizzando la città all’ora di punta. «È abusivismo puro», denunciano pure i tassisti. Perché se già la versione premium di Uber veniva vista come una violazione della legge sul trasporto che obbliga gli Ncc ad aspettare i clienti in rimessa e a concordare in precedenza la tariffa, con UberPop «tutti diventano tassisti». E addio licenze. «A brevissimo qualcuno si ritroverà con l’auto confiscata», assicura Artusa, «oltre ad avere sanzioni amministrative da 1.761 a 7.045 euro, più la sospensione della patente».
Da Uber chiamano in causa anche Neelie Kroes, commissario europeo per l’agenda digitale che, alla notizia del divieto per Uber di operare in Belgio, ha difeso la app e lanciato un appello per salvarla. «Quello che stiamo facendo fa parte della sharing economy», continua Arese Lucini, «che è un settore non ancora regolamentato in Italia. Noi siamo un tassello di un’industria in evoluzione, la mobilità, che sta cambiando. L’innovazione è più veloce delle regole. Da parte nostra diciamo che siamo disposti a sederci a un tavolo per regolamentare insieme il settore».
Ma l’amministrazione comunale di Milano, dopo un periodo di docilità e un’ordinanza restrittiva poi sospesa dopo un ricorso al Tar, questa volta mette tutto nero su bianco sin dall’inizio. «Il fatto che si possa lucrare rende di fatto il guidatore un tassista abusivo e lo espone al rischio del blocco del veicolo e a multe fino a 7mila euro», ha detto l’assessore Maran in un comunicato, definendo il progetto «irresponsabile». E aggiungendo di essersi rivolto al ministro della Infrastrutture Maurizio Lupi per «stabilire in modo chiaro le norme». Cinque i punti individuati in un comunicato del 16 maggio: «Istituire un registro nazionale di intermediari Ncc; gli intermediari potranno assegnare corse solamente agli Ncc; dal momento della prenotazione all’inizio del servizio dovranno decorrere almeno 90 minuti; se verranno accertate più di 3 violazioni su base annua, l’intermediario sarà sospeso dal registro nazionale per 12 mesi; istituire un registro nazionale di intermediari del car pooling (che potrà chiedere una commissione fino al 10% del valore del viaggio, ndr)».
E vista la montagna di multe e sequestri di veicoli dei mesi scorsi, di certo gli aspiranti autisti UberPop non verranno graziati. I dati li aveva snocciolati l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli durante il consiglio comunale del 27 febbraio: in sole tre settimane erano state emesse «19 sanzioni a Ncc, 9 per l’abusivismo completo dei taxi, 4 sequestri di veicoli. Il doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno». In cinque mesi i provvedimenti registrati sono stati 346, più di due multe al giorno. «Se la sono presa con gli Ncc senza fare distinzione», accusa Artusa, «hanno anche ritirato una carta di circolazione per due mesi perché mancava il piombino posteriore sulla targa con il marchio del Comune».
Ma «a esser chiamati a discutere, anche per la festa di Wired», denunciano gli Ncc, «vengono chiamati solo e sempre i tassisti». «Ho scritto tante volte all’assessore Maran», dice Artusa, «ma non ho mai ricevuto risposta». Non c’è dubbio, continua, che «la mobilità a Milano debba essere migliorata. Ne abbiamo avuto prova durante lo scorso Salone del mobile. Gli automobilisti, compresi tassisti ed Ncc, sono rimasti imprigionati nel traffico sia per via dei cantieri aperti tutti insieme e senza logica, sia per via di quell’ideologia insensata che ha voluto ciclabili anche completamente inutili come quella di via Gallarate, peraltro disertata dagli stessi ciclisti. Durante quei giorni c’è stata gente che ha pagato anche 70 euro di taxi per pochi chilometri ed essendo la tangenziale congestionata è intervenuta addirittura la Questura per dire: “Non fate scendere clienti in tangenziale”». Prove tecniche di affluenza in vista di Expo che non sarebbero quindi andate a buon fine. In una città in cui si aspettano 21 milioni di visitatori (di cui un terzo stranieri) nei sei mesi di Expo 2015, la flotta di 5mila taxi sembra un po’ scarsina. Anche le auto del car sharing, molto usate in città, nei giorni del Salone erano introvabili (come in alcune ore del week end, d’altronde).
E in un panorama in cui le applicazioni per smartphone legate agli spostamenti e ai parcheggi in città si moltiplicano, da Parcheggiami.it a Letzgo, anche gli Ncc hanno pensato di mettersi online con il nuovo sistema di chiamata “Touch & Go”, «da installare attraverso monitor touch screen in fiere, aeroporti, stazioni, ovunque ce ne sia bisogno, per prenotare un’auto, soprattutto in vista di Expo, visto che normalmente quando c’è una fiera alle 6 taxi non ce ne sono più. In questo modo potremmo coprire i buchi dei taxi e sopperire alla carenza di servizi di cui soffre la città». Il problema, dice Artusa, «è che vogliamo farlo nel pieno rispetto delle regole e questo è l’unico aspetto per cui io capisco Uber. È molto complicato. Finora abbiamo presentato il progetto alla Regione e alla Sea, mentre il Comune non ci ha risposto». Allora, per incontrare l’assessore Maran, si sono dati tutti appuntamento, «sia gli Ncc e sia i tassisti che ce l’hanno con i sindacati di categoria», all’evento organizzato dal Wired Next Fest sul “viaggiare low cost”. «Non mi stupirei», dice Artusa, «se i tre sul palco non riuscissero a parlare minimamente».