E alla fine Vespa inchioda Grillo meglio di Renzi

E alla fine Vespa inchioda Grillo meglio di Renzi

Il grande atteso della serata era Beppe Grillo, ma il protagonista diventa Bruno Vespa. Il ritorno in Rai dell’ex comico nella veste di leader politico coincide con un padrone di casa giornalisticamente allenato, dalla dialettica vigile, pronto a colpire con seconda e terza domanda. Per Grillo niente plastico in studio, solo una passeggiata nei primi minuti e un po’ di show davanti al pubblico, «lo stesso di sempre, pagato per sorridere e stare zitto come gli italiani». Poi Vespa prende il timone dell’intervista con chiose e puntualizzazioni che filtrano il fiume in piena di argomenti riversato dall’ex comico. «Perché fai credere alla gente un po’ meno informata che basta fare un referendum per uscire dall’euro?», «Tu pensi di far progredire il paese con la decrescita felice?», «Vuoi portare avanti un paese moderno con questi discorsi?». 

Vespa apre e chiude il recinto a suo piacimento: lascia sciorinare a Grillo slogan e ritornelli, poi passa all’incasso e inchioda l’ex comico ai temi, non si accontenta della prima risposta. Estrae dal cilindro la questione immigrazione, rintuzza il leader M5s sulle idee anticorruzione: «La proposta di restituire il doppio della tangente risale ai tempi di mani Pulite». In pochi ricordano un Vespa così reattivo: più lucido che con Renzi, più intransigente delle mille volte che ha ospitato l’“amico” Berlusconi. Una seconda gioventù alla faccia di Grillo che prova a canzonarlo con affetto: «Non sei un giornalista, sei un consulente in pensione», a fine puntata si daranno il cinque. Dal canto suo l’ex comico corre e seduce, salta con disinvoltura da un argomento all’altro e macina parole, spesso s’impenna dalla poltroncina cercando il pubblico. 

Niente parolacce nè colpi di scena, Grillo cucina per la tv generalista il campionario della proposta elettorale stellata: politometro, fuori tutti, onestà al potere, ridiscussione dei programmi in Europa, restitution day con tanto di maxi assegno, riforma della Costituzione, ricette per piccole e medie imprese. Lui non cambia: grintoso, ironico e arrembante, tant’è che Vespa lo invita al «relax». Si rivolge ai pensionati e agli indecisi, esibisce i cavalli di battaglia di Montepaschi, Sorgenia e peste rossa. Poi però ci sono anche i numeri ballerini, le iperboli e i voli pindarici. Non è un comizio, è Porta a Porta. La Terza Camera dello Stato, il salotto paludato della tv italiana che molti rottamatori della Terza Repubblica pensavano di poter smantellare con un soffio di cambiamento. E invece no, alla fine Bruno Vespa li può salutare tutti col sorriso del vincitore.

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00.21 La conclusione di Grillo: «Vi abbraccio tutti e vi invito venerdì in piazza San Giovanni a Roma. Vespa vieni anche tu così vedi come ti accolgono».

00.19 «Io non ci guadagno niente, noi siamo un movimento-comunità di persone oneste e in Parlamento non le avevano mai viste. Adesso andiamo in Europa per rivedere i programmi. Se non accetteranno nulla faremo un referendum, costituzionale o meno». E ancora: «In Costituzione vogliamo inserire i referendum proprositivi senza quorum».

00.16 Grillo: «Se Renzi prende più voti di me? Ne prendo atto, ma io chiedo un sacrificio a una parte dei 22 milioni di pensionati. Una volta Berlusconi ci credeva in quello che prometteva, ora solo dentiere e Dudù».

00.14 Roberto Fico alla Vigilanza Rai, la peste rossa in Toscana, lo scandalo Monte dei Paschi e Sorgenia. Grillo rispolvera a menadito i cavalli di battaglia dei suoi comizi.

00.10 Vespa rintuzza Grillo: «La proposta di restituire il doppio della tangente fu fatta ai tempi di Mani Pulite»

00.08 Vespa: «Vuoi portare avanti un paese moderno con questi discorsi? Dove ci vuoi portare?» E Grillo: «L’idea dell’Expo era bellissima se fosse stata realizzata con una frammentazione dell’evento in tutto il nord. Adesso è la speculazione di un’associazione a delinquere».

00.04 «L’Expo va chiuso perchè è una rapina» e rievoca la visita sua e dei parlamentari M5s ai cantieri milanesi. «Tutte le imprese sono colluse con la mafia»

00.02 Dopo averlo redarguito («è un’intervista non un comizio»), Vespa incalza Grillo: «Tu pensi di far progredire il paese con la decrescita felice?». Risponde l’ex comico: «Io non ho mai parlato di decrescita benchè sia d’accordo». Ancora Vespa: «Ma la campagna elettorale di Parma fu fatta tutta sulla decrescita felice..»

23.57 «Quello delle europee sarà un voto politico, per fare reset. Ma prima di mandarli a casa faremo una verifica fiscale con il politometro per vedere come hanno speso i nostri soldi».

23.52 La domanda di Vespa a Grillo: «Perchè fai credere alla gente un po’ meno infromata che basta fare un referendum per uscire dall’euro?». Grillo la prende larga e poi risponde: «Andremo in Europa e chiederemo una vera unione monetaria, tratteremo. Renzi invece è andato a dare due slinguate alla Merkel».

23.50 «Stanno svendendo il paese sotto i nostri occhi. Finmeccanica, Poste e i nostri gioielli. I ragionieri europei dei grandi Fondi stanno andando sotto agli Uffizi a catalogare i nostri beni. Chiuderanno asili nido e università».

23.47 F-35, turbine, stampanti in 3D. Grillo va all’attacco sul progetto degli aerei da guerra: «I 35.000 lavoratori coinvolti? Verranno spostati, rimarranno sempre nel settore della tecnologia».

23.43 Bruno Vespa prende il timone dell’intervista: lascia fare a Grillo battute e slogan ma poi lo incalza sui temi, lo inchioda con la seconda domanda.

23.41 Grillo mostra in studio il maxiassegno del prossimo restitution day delle eccedenze degli stipendi dei parlamentari M5s.

23.38 «Il problema immigrati viene utilizzato per l’identificazione di partiti che non sono più identificabili. Io voglio meno cuore e più intelligenza. Abbiamo dei satelliti per controllare quando partono i barconi, ma non possiamo risolvere da soli il problema. Dobbiamo andare in Europa».

23.36 Vespa chiede a Grillo dove prenderà i numeri per un governo monocolore, l’ex comico non risponde: «Sei testardo». E ancora: «Dopo le elezioni europee andremo a Roma davanti al Quirinale, un milione di cittadini italiani. Ma non siamo violenti».

23.33 «Schulz sta facendo campagna elettorale per il Pd e per lui con i soldi dell’Unione Europea».

23.30 «Siamo la prima forza politica del paese, io non decido nulla ma sceglie la Rete. Andremo al governo senza alleanze, devono andare a casa tutti. L’alleanza è una parola che ha distrutto questo paese»

23.27 Grillo si siede e parte all’attacco di Matteo Renzi: «L’ebetino è già finito, è stato messo lì dai grandi poteri finanziari. La nostra sarà una marcia trionfale».

23.25 Grillo continua a passeggiare in studio, dà del tu a Bruno Vespa e parla degli ex premier Monti («non lo riconoscono più») e di Letta («è scomparso). «Io sono qui ad usare un po’ di servizio pubblico».

23.22 L’esordio di Beppe Grillo nel salotto di Porta a Porta, in piedi passeggiando: «Sono commosso per il ritorno in Rai. Il pubblico è sempre lo stesso, quello un po’ pagato che non può parlare ma solo sorridere. Un po’ come gli italiani».

23.01 Il plastico che Beppe Grillo ha portato in dono a Bruno Vespa. Ne spiega la ratio all’ingresso degli studi Rai davanti ai fotografi: «C’è una sezione dedicata ai politici e una ai giornalisti». E ancora: «Non fanno entrare le cose di plastica in studio e poi fanno entrare Berlusconi».

22.55 Jeans, camicia bianca e giacca blu, Beppe Grillo è arrivato alla Rai accompagnato, tra gli altri, dagli uomini dello staff comunicazione Nicola Biondo e Rocco Casalino. C’è tempo per un selfie con il conduttore di Porta a Porta pubblicato direttamente sull’account Twitter dell’ex comico.

22.35 Bruno Vespa e il direttore di Rai Uno Giancarlo Leone attendono l’arrivo di Beppe Grillo all’ingresso degli studi Rai di via Teulada. 

Foto di Leonardo Metalli

21.50 La senatrice ex M5s Maria Mussini commenta sarcastica la partecipazione di Beppe Grillo a Porta a Porta: «Ma se Grillo va da Vespa, poi Federica Salsi può chiedere la sua espulsione?»

LA NOSTRA ANALISI

A pochi giorni dalla conclusione della campagna elettorale Beppe Grillo lancia la volata finale. Non solo il tour nelle piazze, il leader del Movimento 5 Stelle sceglie di misurarsi anche nell’agone televisivo varcando le soglie di Porta a Porta, talk condotto da Bruno Vespa e universalmente riconosciuto come «la terza Camera dello Stato». Dopo mesi di attacchi alla tv e ai suoi conduttori, l’ex comico fa marcia indietro e si affida alle telecamere per amplificare il messaggio pentastellato puntellando l’ascesa del Movimento e riconoscendo di fatto una rediviva supremazia del mezzo televisivo nella comunicazione politica. «Grillo è un professionista – spiega Vespa al Foglio – viene per convertire una fascia di pubblico indecisa su chi votare, ma molto diffidente nei suoi confronti. Se l’è presa con molti giornalisti, con me mai. Ho un ottimo rapporto con il Movimento 5 Stelle».

Eppure l’ex comico approda nel salotto simbolo di una tv “ancien regime” che resiste alla Terza Repubblica dei rottamatori (Porta a Porta va in onda dal 1996) con buona pace delle Federica Salsi, dei Marino Mastrangeli e delle Adele Gambaro espulsi per le loro sortite non autorizzate negli studi tv. Dal “divieto di talk” il Movimento si converte a un graduale “liberi tutti” sotto la meticolosa regia dello staff comunicazione, che prevede l’embargo per pochi programmi ancora non graditi come Ballarò e Piazzapulita. «Io sono nato in Rai e sono ancora un suo nostalgico – spiegava Grillo pochi giorni fa in conferenza stampa -. Vespa rappresenta quell’elettorato che pensa che io sia Hitler, vado lì per rivolgermi alla gente di una certa età che ha un pregiudizio su di me e dire che non sono un violento». Straordinariamente in diretta, per evitare tagli o montaggi sgraditi.

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Mentre deputati e senatori M5s frequentano abitualmente talk, telegiornali e programmi di approfondimento, ieri è stato il turno di Gianroberto Casaleggio. Il cofondatore del Movimento è stato protagonista della sua prima intervista televisiva rilasciata a Lucia Annunziata nel corso di In 1/2 ora. In caso di vittoria alle Europee, sostiene il guru, «chiederemmo un nuovo presidente della Repubblica e chiederemmo di indire le elezioni politiche», nella campagna elettorale per Palazzo Chigi «proporremo la nostra squadra di governo, saranno gli iscritti M5s a sceglierla». L’intervista dura quindici minuti e in termini di ascolti viene battuta da quella andata in onda nella stessa puntata con protagonista Alfano. Per il colloquio di Lucia Annunziata con il ministro dell’Interno l’auditel registra il 5,56% di share con 910.000 spettatori, mentre Casaleggio si ferma al 5,19% con 810.000 spettatori.

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Il prepartita del match Grillo-Vespa segna una spirale di precedenti tra dichiarazioni, video e scaramucce. Beppe Grillo torna in Rai dopo trent’anni, questa volta nella veste di leader politico. L’ultima apparizione risale al 1983 in occasione della serata elettorale di Rai Uno: Vespa conduceva lo speciale mentre Grillo rompeva gli schemi giornalistici con incursioni comiche. Appresa la notizia del crollo della Democrazia Cristiana chiedeva se potesse togliere dal muro la foto di Ciriaco De Mita: «Lo mettiamo in magazzino o lo lasciamo qua?», «Lascialo, non si sa mai». Passano gli anni ma resta la dialettica, quantomeno sul fronte ligure. Nel 2008 l’ex comico attacca: «Vespa è un danno per il paese e per l’informazione libera, devespizziamo la Rai a partire da quest’insetto». Due anni dopo sul blog di Grillo nome e cognome del giornalista si accompagnano a una perifrasi: «Chi striscia non inciampa». È il giugno 2013 quando lo stesso sito assegna a Vespa il premio del “microfono di legno”, capitato in sorte al giornalista aquilano dopo una votazione online che lo incorona «il conduttore di talk più fazioso». 

Nel frattempo il paludato salotto di Rai Uno spalanca le porte ai frontmen parlamentari come Vito Crimi, Barbara Lezzi e Luigi Maio, quest’ultimo tra i più assidui e i più apprezzati dal padrone di casa del talk di Rai Uno. Eppure tra i vertici stellati la linea è sempre stata quella di marcare le distanze: il 28 ottobre scorso, durante una conferenza stampa convocata al Senato, Grillo reagiva stizzito nel momento in cui l’inviato di Porta a Porta si qualificava per fargli una domanda: «Non voglio neanche guardarlo». Sempre pochi mesi fa il leader M5s ha girato un video all’interno di una libreria insieme all’ex candidato governatore del Lazio Davide Barillari. La missione, documentata dalla telecronaca di Grillo, è quella di nascondere dagli scaffali i best seller di Vespa imboscandoli sotto gli altri libri in vendita.

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Adesso è il momento dello show-down, atteso dagli addetti ai lavori e accolto con una certa sorpresa dagli stessi parlamentari stellati, più volte richiamati alla prudenza nei confronti del mezzo televisivo. Anticipato dalle indiscrezioni di stampa, Grillo ha annunciato che si presenterà a Porta a Porta con il plastico di un castello al cui interno giacciono i politici imprigionati. Già scattano le reazioni del segretario della Commisione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (Pd), ma l’ex comico non sarebbe il primo a proporre a Vespa il cavallo di battaglia del salotto Rai. Nel 2012, avendo come ospite proprio Bruno Vespa, il magazine Tv Talk confezionava un plastico dello studio di Porta a Porta che l’ex direttore del Tg1 commentò senza scomporsi, spiegando prossemica e dinamiche del talk più famoso (e discusso) della tv italiana. Lo stesso che oggi accoglie il suo miglior nemico.