Dalla battaglia per gli Open Data – «petrolio del nuovo millennio» – alla candidatura alle Europee. Tra i soliti noti dell’Unione di centro a primavera spuntano, dalla laguna veneziana, anche volti nuovi. É il caso di Simone Venturini, veneziano, che a 26 anni, dopo la laurea in Legge, è già alle prese con la sua seconda campagna elettorale nelle liste comuni a Nuovo centro destra e Udc. «Nel 2010, a 22 anni, ho corso per le Amministrative e sono diventato il più giovane consigliere comunale nella storia di Venezia». Un traguardo di cui va fiero, ma che l’ha anche spinto a continuare il suo percorso puntando in direzione Bruxelles senza perdere i legami con il suo Nord-Est. «Vorrei contribuire così al progetto dei moderati di dare vita, in Italia, a un Partito popolare che dica no al berlusconismo e al socialismo, dimostrando che anche a 26 anni si può fare politica e dare rappresentanza al proprio territorio in Europa». Unire il Centro e traghettare la vecchia repubblica marinara a Strasburgo non è impresa da poco. Venturini è pronto a mettere sul piatto esperienza e nuove energie. «Venezia è un comune dove spesso si affrontano questioni di dimensione regionale e nazionale. Sono molti i temi che la legano all’Europa. Il tessuto imprenditoriale, il mondo artigiano e associativo hanno bisogno di una voce».
Nuovo centro destra e Unione di centro condividono candidati e programma alle prossime Europee. Che Europa proponete?
Mi batto per un territorio complesso, quello del Nord-Est, e per il suo tessuto sociale. Mi riferisco a Piccole e medie imprese, agricoltori diretti, artigiani e pescatori. Un universo composito che sta subendo la crisi e a cui l’Europa deve dare risposte. Proprio in Europa sono nate pericolose derive che in Europa devono essere affrontate: l’ideologia gender, irrilevanza della complementarietà tra uomo e donna, il fatto che la persona non conti più se non fa reddito, la perdita di senso della persona umana, in generale, e della famiglia. Io sono contro alle adozioni omosessuali e credo nel matrimonio solo tra uomo e donna. Penso sia il momento di costruire un’Europa della persona, più che dei mercati. Ed è importante ribadire l’importanza dell’identità cristiana dell’Europa.
Dunque per lei su cosa si fonda l’identità europea? Abbiamo bisogno dell’Europa?
L’Europa ha 2000 anni di storia cristiana che non vanno negati. Non ammetterlo significherebbe rischiare di perdere l’identità europea. L’Unione europea è nata dalla presa d’atto che quello che ci unisce è più di quello che ci divide, non solo mettendo in comune i mercati del carbone e dell’acciaio. È stato l’atto di capire che abbiamo una storia e una base valoriale comune.
Un processo per avere più Europa è necessario, e sbaglia chi vuole smantellarla. Serve più Europa su grandi questioni come la politica economica, l’immigrazione, la politica estera, mentre in generale bisogna seguire il principio di sussidiarietà, un parametro che permette di adottare le decisioni e le politiche al giusto livello rispetto al cittadino.
Quale posizione avete sull’euro e il ruolo della Banca centrale europea?
Uscire dall’euro sarebbe una follia, un dramma. È una sparata elettorale per raccattare voti. Chi ne parla è portatore di un messaggio politico che non pensa al futuro. Serve però una politica monetaria diversa, perché l’euro oggi è troppo forte. La Banca centrale europea dev’essere spronata ad avere maggiore attenzione per le esigenze dei territori e dell’economia reale più che sui mercati finanziari.
Fiscal Compact, criteri del patto di stabilità, e gli altri Trattati che vincolano l’Italia vanno cambiati?
Possono essere rinegoziati se l’economia reale richiede risposte diverse. Bisogna capire quale sia la risposta migliore per dare stimolo alla ripresa e prenderne atto ridefinendo eventualmente alcuni parametri, ma non ci può essere una vera crescita basata sul debito pubblico. In Italia lo Stato ha scaricato sulla nostra generazione un debito spaventoso. Credo sia giusto ridurre la spesa pubblica e liberare le imprese e le famiglie da lacci e lacciuoli. Dobbiamo ridurre il peso del leviatano statale e della spesa perché è la via giusta, non perché ce lo chiede l’Europa.
Qual è la primissima sfida per la prossima legislatura del Parlamento europeo?
La prima battaglia dev’essere la ricerca di maggiore autorevolezza e competenza. Il Parlamento europeo ha acquisito peso negli ultimi anni, e deve avere un ruolo sempre più centrale. Si deve andare verso la politicizzazione dell’Europa. Credo si debba ridefinire l’architettura europea per parlare finalmente a una sola voce. Sulle questioni di politica estera e di difesa, ma anche negli accordi commerciali – come quelli in corso di negoziazione tra Unione europea e Stati Uniti -, serve una risposta unitaria per avere rilevanza sul piano internazionale.
Anche l’immigrazione richiederebbe una sola voce? Cosa può fare di più l’Europa nel Mediterraneo?
L’Europa si è voltata dall’altra parte nel Mediterraneo. L’Italia deve farsi portavoce delle istanze dei Paesi del Sud per l’emergenza immigrazione, e non può essere lasciata sola da Bruxelles non solo dal punto di vista economico, ma anche per l’accoglienza dei migranti. È necessaria una politica comune per l’immigrazione, ed è paradossale che ogni Stato abbia una legislazione diversa pur condividendo le frontiere.
Austerità e rigore sono la soluzione o serve un piano di investimenti paneuropeo e un bilancio dell’Unione europea più consistente?
L’Ue deve correre nella stessa direzione prima di tutto distinguendo tra spesa pubblica produttiva e improduttiva, tagliando la seconda. Senz’altro bisogna mettere più risorse nell’infrastrutturazione, nella ricerca e innovazione e per il mondo produttivo, tagliando invece la macchina burocratica dove necessario.
Perché così com’è l’Europa non funziona?
Non credo che sia corretto dire che l’Europa non funziona. Si tratta di un progetto in continuo divenire, che si è modificato, a volte con troppa lentezza, ma è un processo di transizione che durerà a lungo e che richiede ancora del tempo per essere portato a compimento.
Il personaggio politico che ha più inciso positivamente sull’Unione…
Alcide De Gasperi per l’Italia. Ma anche Robert Schuman e Konrad Adenauer, padri fondatori e grandi personalità dei moderati europei.
Perché scegliere Jean-Claude Juncker alla presidenza della Commissione?
Juncker fa parte della famiglia politica che ha dato i migliori uomini all’Europa: il Partito popolare europeo…
Nel Partito popolare europeo c’è anche Berlusconi con Forza Italia…
Il Partito popolare europeo è insofferente a Berlusconi e a Forza Italia. Le sue ultime sparate hanno richiamato forti critiche, e forse Berlusconi dovrebbe prenderne atto. Credo che l’ex Cavaliere vada archiviato insieme alla sua stagione politica, e che il Partito popolare europeo debba appoggiare la formazione di un nuovo centro che unisca i moderati italiani.
Perché scegliere lei per il Parlamento europeo?
Con le dovute eccezioni, l’Europa è vista come il “cimitero degli elefanti” dove mandare i politici a fine carriera, i trombati, o i ministri non riconfermati. Serve più passione per l’Europa, ed è una dimensione che dovrebbe interessare i giovani perché lì si decide il nostro futuro. Credo sia necessaria una discontinuità. Io rappresento una nuova generazione e un territorio difficile con un’economia da far ripartire.
Cos’è per lei l’Europa?
È l’orizzonte a cui tutti dovrebbero guardare, un traguardo raggiungibile, e la risposta a tutte le grandi questioni che ancora non hanno risposta.
IL CANDIDATO IN TRE TWEET
TEST: QUANTO CONOSCI L’EUROPA
1 Quale Stato è entrato nel 2013 nell’Unione europea:
☐ Finlandia
☐ Danimarca
☑ Croazia
2 Chi non fa parte dell’Eurozona:
☑ Polonia
☐ Grecia
☐ Portogallo
3 L’organo che detiene, insieme al Parlamento, il potere legislativo:
☑ Consiglio europeo
☐ Consiglio d’Europa
☐ Consiglio dell’Unione europea (risposta esatta)
4 Quanti sono attualmente i commissari europei :
☐ 23
☐ 25
☑ 28
5 Quante preferenze si possono esprimere in Italia alle elezioni Europee
☐ 1
☐ 2
☑ 3
6 Una sede del Parlamento europeo è:
☑ Strasburgo
☐ Berlino
☐ Francoforte
7 Chi è l’attuale presidente del Parlamento europeo:
☐ José Manuel Barroso
☑ Martin Schulz
☐ Herman Van Rompuy
8 Chi tra questi è candidato alla presidenza della Commissione:
☐ Olli Rehn
☐ George Soros
☑ Guy Verhofstadt
9 In quale gruppo politico al Parlamento europeo sta Forza Italia:
☑ Partito popolare europeo
☐ Alleanza dei liberali e democratici
☐ Conservatori e riformisti europei
10 Quanti Paesi fanno parte dell’Eurozona:
☑ 15
☐ 16
☐ 18 (risposta esatta)
RISULTATO: 8 SU 10
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