Una startup di nome Ultrahaptics mira a rendere più coinvolgenti il controllo gestuale e quello virtuale utilizzando le onde a ultrasuoni per trasmettere la sensazione di toccare oggetti virtuali e superfici a mani nude.
Tom Carter, cofondatore di Ultrahaptics laureato in scienza dei computer presso l’Università di Bristol, dice che la tecnologia della startup potrebbe migliorare le interfacce touch-free, come quelle abilitate dal Kinect di Microsoft o dal dispositivo della Leap Motion, facendo rimbalzare onde d’aria dalle mani in un modo che permette di creare differenti sensazioni per ciascun dito. «Pare proprio di interagire con un oggetto e ricevere immediatamente un feedback tattile», dice.
La tecnologia della Ultrahaptics si basa su una ricerca condotta da Carter ed altri ricercatori dell’Università di Bristol. Se la risoluzione potrà essere migliorata, alcune applicazioni potrebbero includere l’interazione con oggetti in movimento nei giochi di realtà virtuale, o il miglioramento della navigazione per i non vedenti proiettando la sensazione di lettere Braille sulle loro dita. Carter spera che i primi prodotti a incorporare la tecnologia entrino in commercio entro i prossimi due anni.
Per il momento, la tecnologia è ancora allo stadio sperimentale. Un documento descrittivo verrà presentato a Toronto nel corso della conferenza ACM CHI on Human Factors in Computing Systems che inizierà sabato. Carter ha lavorato con il cofondatore della Ultrahaptics e professore di interazione computer-uomo dell’Università di Bristol, Sriram Subramanian, e con i ricercatori dell’università di Glasgow. Il documento esplora la capacità delle persone di percepire feedback aptici con ultrasuoni su diverse parti delle mani e sotto forma di mozione continua lungo la mano.
Per lo studio, i partecipanti hanno posto una mano, con il palmo rivolto verso l’alto, su un tavolo che reggeva una schiera di 64 trasduttori a ultrasuoni organizzati lungo una schiera da otto per otto. Ciascun trasduttore era connesso a un circuito, connesso a sua volta a un computer. I trasduttori emettevano onde di aria compressa che rimbalzavano contro le mani dei partecipanti lasciando la sensazione di una brezza.
In un esperimento, la schiera di ultrasuoni ha concentrato il segnale su 25 parti della mano per verificare se i partecipanti erano in grado di identificare precise differenze fra i punti colpiti. In un altro esperimento, la schiera ha emesso onde in maniera tale da sembrare una linea in costante movimento sulla mano in una direzione specifica. Questo metodo, spiega Carter, potrebbe eventualmente essere utilizzato per ricreare forme oltre che semplici linee.
I ricercatori hanno scoperto che alcune parti della mano sono più portate per la ricezione di segnali ultrasonici – lungo il palmo fra il pollice e il mignolo, ad esempio, piuttosto che verticalmente lungo il centro del palmo, ad esempio. Hanno anche determinato che un senso di movimento veniva percepito al meglio quando diverse onde erano emesse per periodi di tempo più lunghi in punti diversi. Inoltre, i ricercatori hanno indicato che la forma virtuale più piccola che le persone erano in grado di percepire efficacemente aveva dimensioni pari a due centimetri quadrati.
Carter dice che restano ancora molti studi di percezione da condurre. Ultrahaptics sta concentrandosi anche sull’affinamento e la miniaturizzazione della tecnologia, oltre che sulla creazione di prototipi che potenziali clienti possono provare.
Chris Harrison, un ricercatore universitario di interazione uomo-computer presso la Carnegie Mellon University che ha provato una demo della tecnologia, dice che il suo impiego avrebbe senso nei videogiochi, specialmente per aggiungere una semplice sensazione quale il vento sulla faccia o un proiettile virtuale che ci colpisce al petto. Teme che il funzionamento della tecnologia attraverso una stanza possa risultare problematico, dato che si tratta, in sostanza, di aria vibrante.
«È sicuramente strano, ma ha un grande potenziale», dice.