Nelle proiezioni di PollWatch2014, a tre settimane dal voto del 25 maggio, i socialisti di Martin Schulz arretrano a vantaggio dei popolari di Jean-Claude Juncker. Il Pse scenderebbe così a 205 seggi, mentre il Ppe, in crescita, raggiunge negli ultimi sondaggi i 216 seggi. Resta stabile l’Alde, il gruppo dei liberal-democratici, che alla prossima legislatura otterrebbe 63 seggi (-2,4 per cento dal 2009).
A segnare l’avanzamento del centro-destra europeo sono Spagna, Romania e Polonia. Si mantiene invece sotto il 20 per cento Forza Italia, partito affiliato al gruppo dei popolari, mentre il Nuovo centro destra di Alfano, nella stessa famiglia politica a Bruxelles, è al 6 per cento, 2 punti sopra la soglia di sbarramento (al 4 per cento).
Rimane un’incognita il prossimo presidente della Commissione europea, che potrebbe essere il primo indicato dai cittadini anziché dai governi degli Stati membri. C’è chi a Bruxelles scommette contro tutti i candidati. Questa l’analisi su Euractivdi José Ignacio Torreblanca, senior research fellow del think-tank European Coucil on Foreign Relations, che sostiene non ci saranno i numeri per nessuno dei tre principali gruppi.
Una “grosse koalition” o “larga intesa all’europea” sarà forse l’unica via possibile per superare l’impasse che potrebbe emergere dalla crescita di euroscettici e populisti. I pentastellati, che dall’ultimo sondaggio otterrebbero 21 seggi a Strasburgo, potrebbero contribuire alla replica dello scenario politico italiano nel 2013. Resta infatti un’incognita a quale gruppo daranno appoggio gli europarlamentari del Movimento 5 stelle. E insieme al composito gruppo dei “Non iscritti” conterebbero attualmente su 99 seggi sui 751 complessivi.