«Buonasera, sono una giornalista, vorrei sapere quali progetti e mostre ha in programma la Triennale per il 2015, anno dell’Expo»
«Veramente non sappiamo ancora, è un po’ presto. Se vuole le lascio la mia mail e ci sentiamo tra qualche mese. Sicuramente ospiteremo il Padiglione dell’Arte and food…»
«Ah, interessante, e cosa sarà di preciso? Avete un comunicato?»
«No, no, è troppo presto. È ancora da definire. Abbiamo dei documenti che circolano internamente ma ancora niente per la stampa…»
Agli operatori turistici esce il fumo dalle orecchie. A maggio 2014, un anno prima dell’inizio di Expo, Milano non ha ancora stabilito il programma culturale per il semestre che ospiterà l’esposizione universale. Pare cosa marginale ma non lo è. Perché rischia di provocare ampi danni al settore turistico e di ridurre di molto la quota dei 21 milioni di visitatori attesi. Perché se i singoli turisti decideranno di venire a Milano forse solo tra l’autunno 2014 e i primi mesi del 2015, tour operator, albergatori e agenzie, hanno ben altri tempi.
Mario Mazzei è il direttore marketing di Uvet Viaggi, polo distributivo di servizi turistici cui fanno riferimento 1.300 agenzie del circuito Clubviaggi. «Siamo fortemente coinvolti nel proporre servizi legati a Expo 2015», spiega al telefono. «E stiamo preparando una serie di percorsi tematici in una logica di experience, dei pacchetti sia per turisti italiani che esteri». Per questo, spiega Mazzei, l’assenza di un dettagliato programma culturale per il semestre Expo è fortemente penalizzante. Abbiamo iniziato a produrre pacchetti legati al food, design, moda… ma siamo ancora in forte attesa, ad esempio, del programma di balletti e opere della Scala», dice teso.
«Se il turista si muoverà a gennaio per prenotare il suo viaggio – spiega Mazzei – noi operatori dobbiamo lavorare già ora e nelle prossime settimane per preparare le offerte. «Dai primi di settembre partono le attività di contatto dei tour operator internazionali. Per quella data dovremo già avere pronti i pacchetti, completi di dati, contenuti, prezzi».
«A Milano è sempre così. Non si sa mai cosa succede in città. E spesso veniamo a sapere dai turisti stessi quali mostre ci sono..», commenta piuttosto arrabbiata Cristina Ciana, vice-presidente dell’Associazione albergatori di Milano.
Gli albergatori subiscono i ritardi della presentazione di offerta culturale sia indirettamente (se le agenzie ritardano nel chiudere i pacchetti, anche le prenotazioni degli alberghi slittano), ma anche direttamente. «Sapere quel che succederà in città per noi è importante per preparare le newsletter», spiega Ciano. «Periodicamente inviamo ai nostri clienti un elenco di attività che è possibile fare in città. E le mostre sono una parte fondamentale. Se il programma dettagliato arriva a fine 2014, arriviamo in ritardo nei primi mesi di Expo».
E dire che la cultura è il punto più delicato di questo Expo. «Milano è nota internazionalmente come capitale del business e dello shopping. Occorre farla diventare anche una destinazione culturale. Una cosa fondamentale per allungare la durata delle visite in città (la permanenza media dei turisti è di 1,8 giorni, ndr) e per attirare la fascia dei visitatori culturali, che hanno bouquet di spesa maggiori rispetto ad altri», spiega Giuliano Noci, presidente della piattaforma Explora, con cui Milano e regione Lombardia stanno strutturando l’offerta turistica del territorio in vista di Expo.
L’ufficio stampa della Triennale non è l’unico ad avere le idee poco chiare su cosa fare. In ritardo sono enti chiave come quelli della Scala («È ancora tutto da definire», dicono dall’Ufficio Stampa. «Abbiamo un calendario, ma ancora nessuna pubblicazione. Le consiglio di richiamarci a fine giugno») e della Pinacoteca di Brera, di pertinenza dello Stato («Per il momento ci sono solo una serie di idee molto vaghe, abbiamo un calendario di massima, ma non è stato ancora annunciato»).
L’ente cui spetta il compito di raccogliere e coordinare tutta l’offerta culturale della città per il semestre Expo è il Comune di Milano. L’assessore alla Cultura Filippo del Corno sta lavorando a un calendario dettagliato di tutti gli eventi. Ma sarà pronto solo a fine 2014, «certamente per gennaio 2015», precisa lui.
Chiacchierando al telefono con Del Corno si scopre che piani del Comune per raccogliere le iniziative di tutte le associazion, enti e singoli cittadini hanno tempi decisamente troppo lunghi rispetto a quelli sperati da Mazzei e dagli altri operatori: «Ci sarà una prima call il 20 maggio, che proseguirà fino a fine giugno», spiega l’Assessore. «In questa fascia chiunque vorrà potrà presentare il suo progetto. Il Comune farà un primo screening a fine giugno. Ci sarà poi una seconda chiamata in autunno per i ritardatari. Diciamo che potremo presentare gli highlight del calendario a fine ottobre e il piano definitivo a fine 2014/gennaio 2015».
Ma gennaio 2015 è, verosimilmente, la data in cui i privati visitatori inizieranno a cercare tra le proposte delle agenzie. Agenzie che però si ritroveranno carenti di offerte culturali.
Occorre però dire che negli spazi di pertinenza del Comune un programma piuttosto strutturato già c’è. Nell’elenco degli eventi già definiti fatto al telefono dall’assessore del Corno compaiono le tre mostre di Palazzo Reale: dai Visconti agli Sforza, Leonardo da Vinci (l’unica già presentata alla stampa e con date precise), Giotto, da spalmare in questo ordine durante il 2015». Il Museo del Novecento ospiterà invece nei sei mesi di Expo «il museo dei musei, una raccolta delle più significative opere di arte contemporanea presenti nei musei italiani».
Il vero problema, per il Comune, è soprattutto quello di raccogliere i calendari di importanti enti nettamente in ritardo con la programmazione. Del Corno ci dice che il Piccolo Teatro ha già presentato il suo programma, da settembre 2014 a ottobre 2015, con un speciale dedicato al semestre 2015 di Expo. Ma se si dà un occhio al documento in pdf pubblicato sul sito relativo al semestre Expo, l’estate appare piuttosto scoperta, e vi si trova solo un elenco di festival che animano da tempo le estati milanesi, i cui programmi non sono ancora noti, e i cui biglietti non sono ancora prenotabili.
È un problema di organizzazione degli istituti ma anche di mentalità. «Gli italiani si muovono all’ultimo, altri turisti no, e programmano con mesi di anticipo», ci dice la Ciano. «Abbiamo chiesto anche al Comune di poter vendere i biglietti di ingresso a Expo e di allestire piccoli info point nelle nostre reception. Ma ancora non abbiamo risposta».
Vecchi nodi che vengono al pettine ora. «Non è solo per Expo», commenta il direttore di un albergo quattro stelle del centro. «Vorremmo avere sempre per tempo informazioni sugli eventi in programma. Ed Expo deve essere l’occasione per migliorare il modo di fare programmazione e turismo».
Se l’Italia «va avanti con la logica del last minute, non così si muovono i mercati internazionali», incalza Mazzei. «Basta capire cosa vogliamo», gli fa eco la Ciano. «Se adeguarci agli standard internazionali oppure no. C’è anche chi vive in Burundi e sta bene», chiude ironica.