Due ragazzi, a presidio di fronte all’Accademia di Brera, stringono tra le mani l’ultimo numero di Lotta comunista tentando di fare proseliti. Non poteva che cominciare così una giornata al seguito del leader della sinistra radicale greca.
Sulla strada per la Statale il secondo appostamento: «Giornale comunista…Lo vuoi prendere?».
L’appuntamento per la prima conferenza stampa è poco dopo le 12 in Largo Richini, accanto alla sede centrale dell’ateneo milanese. La presentazione è contro l’oscurantismo mediatico: «Auspichiamo che i giornalisti diano maggiore spazio a uno statista di levatura europea». Ah, il quarto potere!
Alexis Tsipras, candidato alla presidenza della Commissione per la Sinistra unitaria, è la giovane promessa della Grecia anti-Troika. Ai tempi del G8 di Genova, venticinquenne eurocomunista capellone, fu rispedito ad Atene con i compagni pronti a manifestare, subito dopo l’approdo al porto di Ancona. Sono passati tredici anni. Ora torna in Italia coi capelli a spazzola e la camicia, alla guida della lista che promette di risollevare una sinistra italiana agonizzante, “L’Altra Europa con Tsipras”. Alle Europee si propone come un collettore di speranze precarizzate. Base comune è il rifiuto dell’Europa “alla Merkel” e delle larghe intese – in tutte le lingue -, uno schiaffo in faccia a rigore e austerità. A sostenerlo tanti i vecchi volti della sinistra che cercano disperatamente un nuovo Enrico Berlinguer. Questa volta però quegli occhi che sorridono e sognano un mondo più giusto per i lavoratori vengono da un’altra sponda del Mediterraneo. Il nuovo leader carismatico della sinistra europea parla greco, è tanto estremo nelle idee quanto nella pacatezza con cui le espone, e ha bisogno della traduzione simultanea durante i comizi. Il suo partito, Syriza, nell’esordio elettorale del 2004 ha ottenuto il 3,3 per cento. Ma in un decennio di vita è diventato la valvola di sfogo di sette anni di recessione e ha raggiunto una rappresentanza di 71 parlamentari in Grecia.
Alexis Tsipras è coetaneo di Matteo Renzi, ma portatore di una visione ben diversa per l’Unione europea: «In questi due mesi abbiamo dimostrato che ci sono ancora radici di sinistra in Italia. Oggi in Europa ci sono tre grandi blocchi: il primo unisce centro-destra e centro-sinistra nelle politiche di austerità, il secondo è il “blocco nero” dell’estrema destra populista, e porta con sé una memoria che mi fa venire i brividi. Il terzo blocco è la sinistra alternativa che vuole cambiare l’Europa e parlare di solidarietà. La sinistra può diventare la terza forza del Parlamento europeo!». Poi va all’attacco delle larghe intese tra Nuova democrazia e Pasok, «due partiti che negli ultimi 39 anni si sono fatti la guerra mentre negli ultimi tre anni sono diventati la stessa cosa. Oltre la fusione delle banche abbiamo visto – e dobbiamo combattere – anche la fusione di questi due partiti». Tsipras chiede ai giovani che scappano all’estero e che si ritrovano a vivere peggio dei loro genitori di reagire e prendere in mano il loro destino contro chi vuole precarizzarlo. «Italia e Grecia condividono sistemi politici invecchiati e corrotti, oltre a forze che fingono di rappresentare qualcosa di nuovo. Nella nostra tradizione ci sono le stesse lotte per la giustizia sociale. Ora la lotta comune è per riformare la democrazia».
L’ultima settimana di campagna elettorale per Tsipras è un tour de force tra il Peloponneso e le Alpi. Le elezioni Amministrative e Regionali in Grecia da una parte, il viaggio per le Europee oltre confine dall’altra. Una notte insonne ad attendere i risultati del primo turno, e poi l’aereo per Malpensa. In Italia arriva con una tabella di marcia da socialista utopico: Milano, Torino, Bologna in 12 ore, promettendo tavole rotonde “ad alta velocità” nel tragitto in treno a giovani giornalisti anti-oscurantisti. Illusi… Ma lo slogan non era “prima le persone”?
Dal palco di Torino lo ascoltano studenti, lavoratori e cittadini di tutte le età. Gli scaloni dell’Università in via Sant’Ottavio sono pieni, e sventolano non solo le bandiere della lista, ma anche quelle ormai note dei No Tav e la stella rossa della Sinistra europea. I torinesi lo sostengono a suon di Bella ciao. Insieme a lui i giornalisti e candidati Curzio Maltese e Loredana Lipperini, il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero e i tanti rappresentanti di lista del Nord-Ovest.
«Tsipras: kalòs kai agathòs!». A indicarlo come ideale di perfezione umana secondo l’antica formula dei greci è un insegnante della Val di Susa, anche lui nelle liste.
Democrazia, coesione e solidarietà sono le parole d’ordine. E poco importa rispettare i patti se affamano i cittadini. Pacta sunt servanda lo dicevano i latini. E Tsipras sembra non essere d’accordo. Bisogna ristrutturare il debito, se non cancellarlo proprio. «È necessario ridurre il peso del pagamento su un debito pubblico che ha superato il 170 per cento del Pil in Grecia grazie alle “cure” della Troika. Abbiamo una disoccupazione giovanile al 60 per cento e un terzo della popolazione attiva in Grecia non può accedere alle cure mediche. Bisogna fermarli adesso». La soluzione sembra semplice semplice: un new deal europeo.
Il tempo di un caffè espresso alla stazione di Torino insieme allo staff italo-greco prima di salire sull’ultimo treno della giornata, in direzione Bologna. Finalmente un po’ di riposo e il tempo di preparare il suo prossimo discorso per piazza Maggiore. Soppresse le interviste e rimandata la conferenza stampa, il “piantagrane”della Merkel gira il Nord Italia con un messaggio senza intermediazione: ribellatevi. E alla cancelliera democristiana non può certo andar giù.
La gente si accalca di fronte al palco. Chi per semplice curiosità, chi per convinzione politica, chi per analizzare criticamente un programma che – dicono – pecca di idealismo e germanofobia. Tanti sono spinti dalla speranza di un progetto di Europa diversa «perché quella di oggi ha affamato i popoli». Cosa colpisce di Tsipras? La genuità, il fatto che usi la parola sinistra ei grandi risultati che ha ottenuto in Grecia.
LA VOX POPULI IN PIAZZA MAGGIORE