In quella grande esperienza umana che è stato il mio soggiorno londinese del 2003, non posso non ricordare quell’ultimo rabberciatissimo ostello dove conobbi fra gli altri un conducente di autobus di origini lombarde con due evocativi tatuaggi sulle braccia (Che Guevara e Antonio Gramsci) e fra le mani un libro curioso in inglese che oggi ricordo a fatica ma che potrebbe essere stato Tutto quello che sai è falso, di Kick Russ o anche The biggest secret: the book that will change the world,di David Icke.
Fu la prima volta in cui entrai in contatto con le teorie complottiste (ricordo che si parlava dei rettiliani) di cui successivamente avrei avuto ancora qualche notizia da amici appassionati e da qualche canzone che ascoltavo in passato, come Killuminati, di Tupac Shakur.
Voi direte me ingenuo, ma mi dovete perdonare: all’epoca non c’erano mica Facebook e Youtube (mancavano giusto un paio d’anni al loro arrivo), due network che sicuramente hanno contribuito al rilancio delle molte dietrologie che hanno animato le correnti sottoculturali di questi anni e che sono arrivate, ad esempio, a vedere cose pazze persino nei video di Miley Cyrus.
Infatti la nostra ex-Hanna Montana, (svestitasi e) presa anche lei la palla al balzo, ha avuto la sua svolta hot come altre star del roster Disney ed è finita dritta nel mirino dei complottisti più incalliti.
Un piccolo passo indietro: dietrologia e complottismo (o anche cospirazionismo) sono termini che si riferiscono alla supposta esistenza di trame nascoste volute da piccoli o grandi gruppi di potere, spesso ben inseriti nel sistema politico e miliare esistente, volte a stabilire un nuovo ordine sociale. Secondo queste teorie molti dei fatti di cronaca che accadono ogni giorno nel mondo avrebbero spiegazioni diverse da quelle comunemente accettate che andrebbero inserite in un quadro più ampio, ovvero nel perseguimento dei propri obiettivi sovversivi di questi gruppi o sette. Di recente, ad esempio, è diventata popolare la questione delle cosiddette “scie chimiche” (le comuni scie di condensazione degli aerei) che servirebbero a modificare il clima se non addirittura a condizionare psichicamente la popolazione.
In questo scenario distopico anche la musica gioca ovviamente un ruolo centrale. E ci sarebbe poco da scherzare vista l’importanza attribuita all’elemento sonoro in regimi come quello del Terzo Reich e dell’Unione Sovietica (suggerisco la lettura de Il resto è rumore di Alex Ross per un bell’approfondimento sul tema). Se non fosse che i personaggi coinvolti non sono esattamente del calibro di Richard Strauss o Dmitrij Šostakovič. Torniamo infatti alla nostra disinibita paladina del twerking.
Basta cercare infatti “Miley Cyrus Illuminati” su Youtube per capire cosa intendo. Decine di video più o meno verosimili per dimostrare di come la star in questione sia sotto controllo mentale, di come i suoi clip siano cosparsi di simboli riconducibili a quella società segreta fondata nel 1776 in Baviera da Johann Adam Weishaupt che andava sotto il nome di Illuminatenorden e che sarebbe stata sciolta da Carlo Teodoro meno di vent’anni dopo.
In primis i saluti in codice con particolari segni del corpo: un solo occhio aperto, il sinistro, l’altro coperto da mano o altro (l’Occhio Veggente o di Horus); dita della mano giunta a formare un’ideale 666. E poi pentacoli (la connessione fra un ordine etico-religioso di matrice illuminista e il satanismo non mi è ancora chiarissimo) e teste di caprone sarebbero un po’ dappertutto nell’immaginario visivo di Miley Cyrus. E poi il dannato aggregatore del Tubo ti lancia in una catena potenzialmente infinita di analisi millimetriche (devo dire in alcuni casi davvero ben fatte) sui video di Jay-Z, Justin Timberlake, Katy Perry e chi più ne ha più ne metta.
Quindi, proviamo a vedere se abbiamo capito bene: il Nuovo Ordine Mondiale (il Novus Ordo Seclorum che è parte del motto dello stemma degli Stati Uniti d’America che campeggia sulle banconote da un dollaro) starebbe usando le star più famose di Hollywood (se ve lo state chiedendo: ovviamente anche Justin Bieber) per farci il lavaggio del cervello in modo da controllarci più facilmente. E voi direte: va be’, sono star americane, a noi rimangono sempre i nostri bravi cantanti italiani. Macché: sempre il nostro caro aggregatore del Tubo ci propone una serie di analisi (spesso nel nome di Gesù Cristo) su stelle del Belpaese come Marco Mengoni, inizialmente plagiato da Morgan (occhio ai simboli satanico-massonici dei video dei Bluvertigo!) e poi definitivamente passato alla Massoneria per potersi assicurare la vittoria a Sanremo.
E poi ancora Emma Marrone, Fabri Fibra, gli Articolo 31… Non si salva nessuno! «Everybody’s in the Illuminati!» come diceva Justin Bieber.
Insomma, data la mole di materiale visionabile intorno a questo argomento, viene facile chiedersi che cosa sarebbe successo se ci fosse stato Youtube nel 1969, anno in cui cominciò a girare la leggenda metropolitana secondo la quale Paul McCartney sarebbe stato sostituito da un sosia in seguito alla morte del vero Baronetto avvenuta in un incidente stradale nel 1966. Oppure se ci fosse stato Youtube quando, in un assalto premeditato, uccisero il rapper Tupac Shakur, nel 1996, e si cominciò a dire che forse lo stesso musicista aveva inscenato la propria morte per liberarsi da una carriera scomoda (certo che anche lui, con quell’occhio tatuato sulla spalla!). O se ci fosse stato Youtube quando si diceva dei messaggi satanisti nascosti nelle canzoni dei Led Zeppelin, da sentire rigorosamente con i dischi suonati al contrario (chissà quante puntine del giradischi saltate nel tentativo, con relative bestemmie dei familiari). O quando Mozart morì e pareva che forse il responsabile potesse essere Salieri (certo che anche lui, con la sua appartenenza alla Massoneria, il Flauto magico e la Marcia funebre massonica K 477, e quei suoi amici Illuminati allontanati da Vienna!).
Mi immagino filmati su filmati con finissime analisi musicologiche sulla scelta di timbri e tonalità di certe composizioni vicine allo spirito massonico (ma rigorosamente con bella voce off ammerigana e lunghe pause meditative come nei video su Youtube); reverse di interi passaggi musicali; zoom su frammenti dell’epistolario mozartiano con tracce di simbolismi rettiliani o controllo della mente. Tutte quelle parolacce! Chiaramente una personalità multipla tipica di chi è sotto controllo del programma MK-Ultra della CIA (di cui è stata effettivamente provata l’esistenza).
Nel loro bell’exploit cinematografico diretto da nientemeno che Leiji Matsumoto (autore della serie Capitan Harlock), ovvero Interstella 5555, i Daft Punk (che nonostante le maschere da robot, la piramide — altro luogo-simbolo di ogni complottismo — usata per il tour di Alive 2007 e il successo planetario di Get Lucky non sembrano purtroppo essere iscritti agli Illuminati) questo pasticciaccio l’avevano già raccontato tutto, ma rovesciandolo ironicamente di segno.
Secondo la trama del coraggioso lungometraggio d’animazione (niente dialoghi, sola musica) i grandi musicisti della storia (Mozart compreso) sarebbero stati a tutti gli effetti degli alieni, rapiti però dallo stesso malvagio, umanissimo ancorché sempiterno produttore musicale Earl de Darkwood (nipote di un alchimista, ovvio) per permettergli, attraverso il loro stesso successo, di conquistare l’universo. Bell’ideale slancio superomistico che il mercato musicale di oggi si sogna; ci credo, se perde tempo a spargere di strani simbolismi i videoclip dei suoi pupilli, invece di preoccuparsi di far circolare qualche disco decente!