Sostiene Verhofstadt e gli Stati Uniti d’Europa. Rudi Russo, 31 anni, cresciuto a pane e politica nella sua Prato, prova a correre per l’Europarlamento con Scelta Europea. «Al di là dei pronostici o delle probabilità, lo faccio per raccontare una visione di Europa che sento profondamente», scrive nel suo sito personale. È il più giovane Consigliere della Regione Toscana dal 2010. La sua discesa in politica è iniziata da un circolo Arci, proseguita con l’Italia dei valori come coordinatore nazionale dei giovani Idv, e approdata al Centro democratico di Bruno Tabacci, che insieme a Fare per fermare il declino e Scelta civica campeggiano nella lista dei liberali europei. Minimo comune denominatore della piattaforma è il progetto di unire i Paesi europei non solo con la moneta unica. «Spinelli ripeteva sempre che gli Stati Uniti d’Europa non verranno da sé».
Stati Uniti d’Europa nel lungo periodo. Quali sono invece i punti che non si possono più procrastinare al Parlamento europeo?
Credo sia arrivato il momento di trattare l’immigrazione come una questione continentale. L’Italia è costantemente lasciata sola nell’emergenza. Voglio maggiore chiarezza da parte dell’Unione europea, con respingimenti e accoglienze in relazione alle condizioni reali, e con presidi che non facciano più del Mediterraneo il nostro cimitero subacqueo.
Proporrei poi una convenzione per la modifica dei Trattati, per promuovere un solo esercito europeo e un solo ministro degli Esteri. È con una politica estera comune che si creerebbero le condizioni per stabilizzare il Nord Africa, limitare i flussi, e non avere carceri che scoppiano.
Terzo. Servono accordi commerciali con il Nord Africa e con l’Ucraina. E il mio non è terzomondismo: queste scelte farebbero del bene anche all’Italia.
Ma come andrebbero cambiati i Trattati per rendere l’Europa più democratica?
Oltre all’esercito unico l’Unione dovrebbe essere una democrazia diretta. Se avessimo un presidente della Commissione europea eletto direttamente dai cittadini toglieremmo le armi agli euroscettici, colmeremmo il gap tra democrazia e Commissione.
Nel programma di Centro democratico si legge che «ogni pulsione antieuropeista fa male al Paese e disonora le nostre stesse radici storiche, culturali e religiose». Più Europa, quindi. E a chi vuole uscire dall’euro cosa dite?
Sarebbe una sciocchezza. Basta con la propaganda di chi cerca un collegamento malinconico con i bei tempi in cui si stava bene. La lira non è una panacea e il problema non è l’euro, ma i mercati. Prendiamo la produttività italiana. È molto più bassa rispetto a quella tedesca, ma anziché discutere di investimenti chi vuole uscire dall’euro propone una scorciatoia utile solo nel breve periodo, la svalutazione. Ci si dimentica però che la svalutazione significa minore potere d’acquisto, ed era chiamata la tassa sui poveri.
Da quali sfide inizierà la prossima legislatura al Parlamento europeo per l’Italia?
Sulla difesa delle barriere alla contraffazione, la tutela del “made in” e la promozione di un’economia digitale.
Austerità e rigore o piano di investimenti paneuropeo?
Critico molto l’abolizione del debito, come ho sentito proporre da alcuni candidati della lista Tsipras. La severità nei bilanci è sacrosanta: ci troviamo 2mila miliardi di debito e ora bisogna agire per non lasciarne 4mila ai nostri nipoti. Bisogna tagliare la spesa improduttiva ed elefantiaca creata negli anni e promuovere un piano di investimenti.
Il bilancio dell’Unione europea va aumentato?
Certo. I fondi europei sono una via corretta agli investimenti. Nel sociale, nel campo dell’innovazione e nelle Regioni più povere stanno funzionando. Le procedure però devono essere sburocratizzate.
Perché così com’è l’Europa non funziona?
Ci sono due modelli di Europa in lotta. Il metodo comunitario, secondo cui è l’assemblea elettiva a dover prendere le decisioni più importanti, contro il metodo intergovernativo, che demanda le grandi questioni alle élite nazionali. Io sono per il primo.
Il personaggio politico che ha più inciso positivamente sull’Unione…
Più che un personaggio direi una generazione di uomini. Quei padri fondatori che guidavano i governi degli Stati membri dopo due guerre mondiali. Noi dobbiamo scegliere se ereditare quel coraggio per l’Europa.
Perché scegliere Guy Verhofstadt alla presidenza della Commissione? E perché scegliere lei?
È un visionario nel senso più alto. Compito della politica è indicare una via. Scegliere Guy Verhofstadt significa reimpossessarsi della politica nel suo senso più alto.
Quanto alla mia candidatura, ho maturato un’esperienza concreta e so cosa ha portato la globalizzazione dei mercati nel mio territorio. Ho bene in mente le sfide per difendere il nostro manufatturiero.
Cos’è per lei l’Europa?
L’Europa è un Continente legato da secoli da radici comuni. Non a caso, l’hanno attraversato due processi solo a prima vista confliggenti, cristianesimo e secolarizzazione.
IL CANDIDATO IN TRE TWEET
TEST: QUANTO CONOSCI L’EUROPA
Quanti sono gli Stati membri?
☑ 28
☐ 32
☐ 21
Chi non fa parte dell’Unione europea?
☐ Cipro
☑ Norvegia
☐ Finlandia
L’organo che detiene, insieme al Parlamento, il potere legislativo?
☐ Il Consiglio d’Europa
☐ Il Consiglio dell’Unione europea (risposta esatta)
☑ Il Consiglio europeo
Quanti saranno gli europarlamentari nella prossima legislatura?
☐ 751 (risposta esatta)
☐ 740
☑ 715
La sede del Parlamento Europeo?
☐ Lussemburgo
☑ Strasburgo
☐ Francoforte
Chi ha il potere d’iniziativa legislativa nell’Ue?
☑ La Commissione
☐ Il Parlamento
☐ Il Consiglio
Chi è l’attuale presidente del Parlamento europeo?
☐ José Manuel Barroso
☐ Herman Van Rompuy
☑ Martin Schulz
Chi tra questi è candidato alla presidenza della Commissione?
☐ Marine Le Pen
☐ José Manuel Barroso
☑ Alexis Tsipras
Chi è Catherine Ashton?
☑Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri
☐Commissario per l’Allargamento e politica di vicinato
☐Commissario europeo alla Cooperazione internazionale
Quanti Paesi fanno parte dell’Eurozona?
☐ 16
☑ 18
☐ 15
RISULTATO: 8 SU 10
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