Se i media indiani usano Malala per fare pubblicità

Se i media indiani usano Malala per fare pubblicità

In India comincia a girare una pubblicità che fa scandalo. Forse non è nemmeno una pubblicità nel senso tradizionale, va detto, ma di sicuro vale la pena soffermarsi. In alcuni manifesti, la Kurl-on, che produce materassi, utilizza senza problemi la figura di Malala Yousafzai, la ragazzina che, nel 2012, fu quasi uccisa dai talebani perché si ribellava al loro divieto di studiare.

In India, a quanto pare, la pubblicità non conosce politically correct, non si fa problemi con nulla e può essere molto cruda. Il senso del manifesto sta tutto nello slogan, “Bounce Back”, cioè rimbalzare, su un materasso, ma anche tornare alla grande. Cosa che ha fatto Malala, che si è ripresa ed è diventata un’icona mondiale per la lotta per i diritti. Ma non solo lei. Kurl-on usa anche Steve Jobs, che venne cacciato dalla Apple e che ritornò da vincitore, facendola diventare una delle aziende più importanti del mondo. C’è anche Gandhi, come si può vedere qui sotto:

Il dubbio che sia una “spec”, una pubblicità speculativa, cioè fatta non per finire sui media a pagamento ma per vedere come attira l’attenzione. Il fatto che i suoi crediti siano stati rivendicati dall’agenzia Ogilvy, implica che almeno da loro siano stati approvati.

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