Saranno i tempi di spending review o le campagne di Matteo Renzi, ma le richieste di chiarimenti ad Anas continuano. Il colosso pubblico che gestisce la ragnatela stradale italiana è oggetto di un’interrogazione parlamentare promossa dalle deputate del Movimento 5 Stelle Arianna Spessotto e Donatella Agostinelli. Il destinatario delle rimostranze si chiama Piero Buoncristiano, 70 anni e un’intera carriera «sviluppata in aziende di servizio pubblico», fino a pochi mesi fa potente direttore delle risorse umane Anas e braccio destro del presidente Ciucci. A novembre 2013 la nuova nomina: amministratore delegato di Concessioni Autostradali Venete, azienda partecipata da Anas e Regione Veneto.
Nell’interrogazione le deputate M5s chiedono ai ministri Lupi, Madia e Padoan «i motivi per cui l’Anas ha nominato come a.d. un soggetto esterno, peraltro in pensione, con conseguente aggravio di costi in termini di compensi previsti, che secondo gli interroganti sarebbero stati limitati qualora fosse stato nominato un dirigente interno alla stessa Anas». La deputata Spessotto, che fa riferimento ai «vincoli previsti dalla spending review in tema di contenimento della spesa pubblica e di affidamento di consulenze», chiede di far luce anche sull’ipotesi di una consulenza esterna di 8.000 euro mensili che sarebbe stata affidata senza procedura di gara «per l’assistenza nel processo di negoziazione con le banche».
Cav gestisce il Passante di Mestre, l’autostrada A4 (Padova-Mestre), una parte dell’A57 e il raccordo con l’aeroporto Marco Polo, ma ha pure il compito di rimborsare all’Anas le somme anticipate per la costruzione del passante di Mestre e recuperare le risorse da destinare ad ulteriori investimenti di infrastrutture in Veneto. Il tutto mentre in questi mesi è montata la polemica sul rincaro dei pedaggi delle autostrade venete con l’associazione Opzionezero che denuncia: «Il Passante di Mestre è una voragine di debito pubblico, adesso la ripaghiamo con i project bond. Cav venderà titoli obbligazionari legati al Passante sui mercati finanziari per ripagarsi il debito ma quei titoli, fino al 50%, saranno acquistati dalla Cassa Depositi e Prestiti. Ci ricompriamo un’opera in fallimento».
In qualità di consigliere e amministratore delegato di Cav il settantenne Buoncristiano incassa un’indennità lorda annua di 63.000 euro. Meno che in Anas dove l’incarico di direttore centrale, stando a quanto riporta l’enciclopedia dell’Istituto Bruno Leoni Wikispesa, frutterebbe una somma vicina ai 200.000 euro cui bisogna aggiungere premi per risultato e compensi extra relativi ai collaudi. Buoncristiano era arrivato al quartier generale Anas dopo un’esperienza trentennale al gruppo Autostrade. Dal 2010 per il ruolo di suo vicedirettore all’ufficio risorse umane Anas, sbarcava un altro uomo proveniente dal gruppo Autostrade, quel Carlo Ranucci che a gennaio 2014 ha preso il posto di Buoncristiano mentre quest’ultimo, spiega il comunicato dell’azienda, «assume nuovi importanti incarichi operativi nel gruppo Anas».
«Con tanti dirigenti che ci sono in Anas (quasi 200, ndr), che senso aveva chiamarne uno da fuori?», si chiede oggi una fonte interna considerando che, stando all’ultima relazione della Corte dei Conti, il rapporto tra dirigenti e dipendenti nella struttura centrale di Anas è uno a undici. L’altro dato emerso dagli approfondimenti della magistratura contabile evidenzia quanto negli anni sia salito il costo dei dirigenti per le casse di Anas, azienda partecipata al 100% dal ministero dell’Economia. Dai 28,5 milioni di euro del 2006, le spese per i manager del colosso stradale arrivano a 42,7 nel 2011 per poi scendere a 36,8 nel 2012. Il numero uno, presidente e amministratore delegato, è Pietro Ciucci, recentemente entrato nel totonomi per la successione a Mauro Moretti in Ferrovie. Ma al contrario del collega passato a Finmeccanica, Ciucci non si è lamentato per la decurtazione dello stipendio: «Sono rimasto a lavorare con impegno se possibile ancora maggiore».
Concessioni Autostradali Venete è solo una delle quindici partecipate nel portafoglio Anas, ciascuna con le sue poltrone: da Anas International Enterprise, già oggetto di un’interrogazione parlamentare, fino a Centralia, la cui nascita è stata annunciata pochi giorni fa per sovrintendere alla gestione della Fano-Grosseto, altra opera da inserire tra le celebri incompiute del Belpaese. Una nuova azienda da costituire entro il 31 maggio con presidente, amministratore delegato, tre consiglieri e due sindaci proprio mentre Matteo Renzi è tornato in tv per lanciare l’ennesima sfida dimagrante al corpo dello Stato: «Le aziende partecipate in Italia sono 8.000, voglio fare una scommessa e dico che tra tre anni le portiamo a 1.000, sono convinto che si possa fare». Ma nel giro di poco il premier scocca pure una frecciatina diretta al colosso stradale: «La Salerno-Reggio Calabria è costata più della sonda spaziale Curiosity, ma la sonda l’ha creata la Nasa mentre la strada l’Anas. C’è una differenza di una sola vocale, eppure è tutta un’altra cosa».
Già ad aprile, dopo le segnalazioni di cittadini e stampa, in casa Anas era deflagrata la polemica sulle autoblu a uso esclusivo in dotazione ai dirigenti. In pochi giorni la vicenda ha spinto il presidente Ciucci a diramare una circolare interna con cui eliminava «le assegnazioni esclusive degli autisti nonché delle auto aziendali, ad esclusione di quelle in uso promiscuo», chiarendo che «l’impiego delle auto è consentito per le sole attività necessarie per l’espletamento del servizio ed è accluso l’accompagno dalla propria abitazione all’ufficio e viceversa». La questione, di cui si è occupato anche il commissario governativo alla spending review Carlo Cottarelli, ha generato discussioni anche sulle risorse a disposizione del dipartimento delle relazioni esterne Anas presieduto da Giuseppe Scanni tra apparato di comunicazione, eventi e staff.
Poco dopo è seguita una determinazione del nuovo direttore centrale delle risorse umane Carlo Ranucci che, come si legge su Wikispesa, redarguisce «il personale dirigente e non sull’uso del distintivo di servizio di Polizia Stradale (la paletta) e lampeggiante blu sul tetto delle auto Anas, salvo casi di reali esigenze di polizia». Adesso il suo ex direttore Piero Buoncristiano è al centro dell’interrogazione parlamentare M5s, nonostante nel curriculum disponibile online rivendichi la realizzazione in Anas di un «rilevante turnover generazionale con il risultato di diminuire l’età media di cinque anni e di innalzare il livello scolastico in modo rilevante». Firmato, il settantenne amministratore delegato.